Prima lettera ai Corinti 6:1-20
Note in calce
Approfondimenti
andare in tribunale davanti a uomini ingiusti I giudici del mondo non si facevano guidare dalla legge di Dio, e la loro coscienza non era educata con lo studio della sua Parola. Paolo li chiama “uomini ingiusti” forse perché a quel tempo molti di loro erano corrotti. Un cristiano che portava un fratello davanti a questi giudici stava in pratica sottintendendo che gli anziani della congregazione non avevano la sapienza necessaria per giudicare “le questioni di questa vita” (1Co 6:3-5). Eppure i cristiani unti che un giorno avrebbero regnato in cielo con il Signore Gesù Cristo avrebbero giudicato non solo gli uomini ma anche gli angeli. (Vedi approfondimento a 1Co 6:3.) Paolo dice che sarebbe molto meglio che un cristiano si lasciasse “fare un torto”, o accettasse di “rimetterci”, piuttosto che dividere la congregazione e rendere di dominio pubblico la disputa (1Co 6:7, 8).
giudicheremo gli angeli Qui Paolo, ispirato da Dio, parla di un tempo molto lontano nel futuro rispetto ai suoi giorni, ovvero il tempo in cui i cristiani unti sarebbero stati risuscitati per regnare con Cristo (1Co 4:8; Ri 20:6). Gli unti saranno allora al fianco di Gesù nell’eseguire i giusti giudizi di Geova contro l’umanità malvagia (1Co 6:2; Ri 17:14). Questi giudizi potrebbero includere anche la punizione degli angeli malvagi, che si ribellarono contro Geova (Gda 6).
persone che praticano l’immoralità sessuale Vedi approfondimento a 1Co 5:9.
adulteri Cioè coloro che commettono adulterio, ovvero sono infedeli al proprio coniuge. Nella Bibbia l’adulterio indica atti volontari di “immoralità sessuale” fra una persona sposata e un’altra che non sia il suo coniuge. (Vedi Glossario, “adulterio”, e approfondimenti a Mt 5:27, 32; Mr 10:11.)
uomini che si sottopongono ad atti omosessuali [...] uomini che praticano l’omosessualità A fronte di queste espressioni, nel testo greco compaiono due termini diversi. Il primo termine (in greco malakòs) significa fondamentalmente “morbido” (confronta Lu 7:25, nt.), “molle”, “delicato”, ma in questo contesto sembra riferirsi a uomini che in una relazione omosessuale hanno un ruolo passivo, a uomini effeminati. Ecco perché qui è stata adottata la resa “uomini che si sottopongono ad atti omosessuali”. Altre traduzioni usano “effeminati”. Il secondo termine (in greco arsenokòites) significa alla lettera “uomini che giacciono con uomini” e compare anche in 1Tm 1:10. A quanto pare si riferisce a uomini che in una relazione omosessuale hanno un ruolo attivo. Ecco perché è stato reso “uomini che praticano l’omosessualità”, o in alternativa “uomini che hanno rapporti sessuali con uomini”. Menzionando nello specifico sia il ruolo passivo che quello attivo, Paolo fa capire chiaramente che Dio disapprova tutti gli atti omosessuali.
oltraggiatori O “quelli che usano un linguaggio ingiurioso”. (Vedi approfondimento a 1Co 5:11.)
estorsori O “truffatori”, “rapinatori”. La parola greca per “estorsore” (hàrpax) significa basilarmente “rapace” (confronta Kingdom Interlinear). Compare anche in Mt 7:15, dove è resa “famelici”. L’estorsione è l’atto, a volte reiterato, del prendere o sottrarre qualcosa a qualcuno, intimidendolo con la forza, le minacce o l’abuso di autorità. Paolo dice che alcuni cristiani di Corinto in precedenza avevano fatto cose del genere, ma poi erano stati “lavati” (1Co 6:11; confronta approfondimento a Lu 18:11).
siete stati santificati O “siete stati resi santi”, “siete stati separati”, cioè separati per il sacro servizio a Dio. “Il sangue del Cristo” aveva santificato i cristiani di Corinto che avevano esercitato fede in lui e abbandonato le pratiche peccaminose menzionate nei versetti precedenti (Eb 9:13, 14; 1Co 1:2; 6:9, 10). Pertanto quei cristiani potevano rendere sacro servizio a Dio con una coscienza pura.
mi è lecito O “mi è permesso”. Paolo ovviamente non intendeva dire che è lecito fare cose che Dio condanna (At 15:28, 29). Si rendeva però conto che i cristiani, non essendo più tenuti a seguire i molti dettami della Legge mosaica, si sarebbero trovati di fronte a molte situazioni per cui non esistevano leggi specifiche nelle Scritture. In quelle circostanze avrebbero dovuto tener conto non solo della loro coscienza ma anche di quella degli altri. Per spiegare il punto portò l’esempio del cibo (1Co 6:13). Alcuni cristiani, la cui coscienza era più sensibile, si rifiutavano di mangiare certi cibi (1Co 10:23, 25-33). Quindi, anche se per i cristiani quei cibi erano leciti o permessi, Paolo non avrebbe insistito per mangiarli se questo avesse turbato la coscienza di altri o avesse rappresentato per loro un ostacolo (1Co 8:12, 13).
immoralità sessuale Per come è usato nella Bibbia, il greco pornèia, che compare qui, è un termine generico usato in riferimento a certi atti sessuali proibiti da Dio. Nella sua prima lettera scritta ai corinti sotto ispirazione, Paolo usa diverse volte questo termine e altri affini. (Vedi approfondimenti a 1Co 5:1, 9; 7:2.)
prostituta Vedi Glossario.
dice Dio Lett. “dice”, senza soggetto esplicitato. Paolo sta citando le parole di Gen 2:24, che fanno parte del racconto della creazione. Qui in 1Co 6:16 il verbo greco originale può riferirsi a Dio o anche al passo citato da Paolo.
una sola carne Vedi approfondimento a Mt 19:5.
Fuggite l’immoralità sessuale! Il verbo greco originale (fèugo) significa “fuggire”, “scappare via”, “evitare”. Paolo lo usa in senso metaforico per ricordare ai cristiani di Corinto di evitare l’immoralità sessuale. Secondo alcuni, Paolo allude all’episodio in cui Giuseppe fuggì letteralmente e in modo risoluto dalla moglie di Potifar. È interessante che in Gen 39:12-18, laddove in italiano si trova il verbo “scappare”, la Settanta abbia lo stesso verbo greco usato qui da Paolo. Nell’originale di 1Co 6:18 il verbo è all’imperativo presente, tempo verbale che in greco suggerisce un’azione continua e ripetuta.
Qualsiasi altro peccato l’uomo commetta è fuori dal suo corpo In 1Co 6:13-15 Paolo ha dato risalto al fatto che i cristiani devono essere uniti al loro Signore e Capo, Cristo Gesù. In 1Co 6:16 ha spiegato che chi commette immoralità sessuale diventa, a torto e peccando, “una sola carne” con l’altra persona. In un certo senso, quindi, il cristiano che commette immoralità e rende il proprio corpo una cosa sola con qualcun altro spezza il legame che lo unisce a Cristo. Evidentemente è per questo che qualsiasi altro peccato una persona commetta è da considerarsi “fuori dal suo corpo”. Il cristiano che invece pratica l’immoralità sessuale pecca contro il proprio corpo, perché usa i suoi organi riproduttivi per uno scopo immorale.
il vostro corpo è il tempio I cristiani unti con lo spirito hanno come gruppo un posto speciale nel proposito di Geova. Non è il corpo di un singolo componente della congregazione a costituire il tempio (1Co 10:17). La Bibbia usa spesso il termine “tempio” in senso metaforico, a volte in riferimento a delle persone. Gesù lo usò parlando di sé stesso in Gv 2:19, e le Scritture predicevano che il Messia sarebbe diventato “testa dell’angolo” (Sl 118:22; At 4:10, 11) e “pietra angolare” (Isa 28:16, 17) di questo edificio spirituale. Paolo e Pietro usano paragoni simili riguardo a Gesù e ai suoi discepoli in 1Co 3:16, 17; Ef 2:20-22 e 1Pt 2:6, 7.