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Perú

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Terra degli incas. Tale è il Perú, un tempo dominio dell’impero degli inca. Oggi ha quasi 17.000.000 di abitanti, fra cui gli indiani quechua i cui antenati fondarono oltre sette secoli fa la civiltà inca che ebbe grande sviluppo.

Oggi su 100 peruviani, circa 46 sono indiani quechua o aymara. Il resto della popolazione è in gran parte di origine mista indiana e bianca. Le torreggianti Ande che dividono il paese in un’arida zona costiera a ovest e in una lussureggiante e umida foresta a est, sono in gran parte responsabili dei raggruppamenti etnici della popolazione peruviana. Nella foresta ci sono decine di tribù indiane con usanze e lingua molto diverse da quelle degli indiani dell’“altiplano” che vivono sulle alture delle Ande. Lungo i 2.300 chilometri della costa sul Pacifico si trova la maggioranza dei residenti spagnoli del Perú, molti dei quali amalgamati agli abitanti originali del paese.

A nord del Perú si trovano l’Ecuador e la Colombia. A est il Brasile e la Bolivia, e a sud il Cile.

In questo paese, l’antica terra degli inca, giunse nel XVI secolo il conquistatore spagnolo Francisco Pizarro. Con lui, nel 1535, giunsero dalla Spagna preti e frati. Perché la nuova religione cattolica fosse accettata, i preti ritennero opportuno adottare molte tradizioni, usanze e idee indiane. Nel Perú la chiesa cattolica non si è mai liberata completamente delle antiche usanze dei discendenti degli inca adoratori del sole. Perciò spiritismo, animismo e culto dei morti sono stati tutti rivestiti di una leggera patina di cattolicesimo, e nel Perú moderno c’è molta confusione religiosa. Ma fra le colline, i monti e le valli di quest’antica terra degli inca, sta rifulgendo la luce spirituale. (Sal. 43:3) Come ebbe inizio questo grandioso avvenimento?

COMINCIA A RIFULGERE LA LUCE SPIRITUALE

Negli anni trenta, alcuni testimoni di Geova passarono dal Perú lasciando qua e là pubblicazioni bibliche. E amici in altri paesi inviarono amorevolmente pubblicazioni cristiane ai parenti in questa nazione esortandoli a leggere la Parola di Dio. Col tempo parte di queste pubblicazioni finirono in alcuni negozi di libri usati di Lima, la capitale.

In una di queste librerie, nel 1938, Victor Lura s’imbatté in un libro intitolato “L’Arpa di Dio”. Quel titolo lo affascinò! “Possibile che Dio avesse un’arpa? E che arpa doveva essere?” fantasticava Lura. Acquistato il libro quasi per niente, non perse tempo a “divorarne” il contenuto. Come una bella melodia sonata su un’arpa a dieci corde, il libro appena acquistato rallegrò il lettore spiegandogli dieci insegnamenti fondamentali delle Sacre Scritture. Com’erano diverse queste verità dalla dottrina cattolica e dalla sua fede pentecostale!

Senza perder tempo Lura tornò in libreria, alla ricerca di altre pubblicazioni della Watch Tower Society. Ne trovò parecchie. In quell’epoca era il custode del locale dove si radunavano i pentecostali. Col passar dei mesi Lura sentì il bisogno di copiare brani di questi libri preziosi che smascheravano l’evoluzione e lo spiritismo. Spinto dal suo zelo li fece stampare a sue spese come volantini, che distribuì a molti abitanti di Lima e della vicina Callao. In quel periodo conobbe la signorina Lastenia Casana, che pure frequentava le adunanze dei pentecostali. Nel 1939 si sposarono, e insieme studiarono attentamente le profezie bibliche spiegate con tanta chiarezza nelle pubblicazioni cristiane che entrambi apprezzavano tanto.

Un giorno del 1943 Victor corse a casa con una notizia elettrizzante. “C’è in città una testimone di Geova”, disse emozionato alla moglie. Freida Johnson, una proclamatrice del Regno in servizio continuo, si era fermata a Lima durante il viaggio lungo la costa occidentale dell’America Meridionale. Aveva dato testimonianza a una signora evangelica, che si offrì gentilmente di ospitarla nella sua casa in cima a una grande collina che sovrasta la città. La casa non aveva servizi igienici né acqua corrente, e le pareti erano di stuoie di paglia. Ma bastava. La nostra intrepida pioniera, benché ultrasessantenne, faceva il bagno nel fiume Rimac insieme ai residenti locali.

Senza indugio Victor Lura andò a trovare la sorella Johnson. Finalmente aveva fatto la conoscenza di qualcuno del popolo di Geova! Si stabilì di tenere un’adunanza quella sera stessa, e vennero invitati amici e vicini. Quella prima adunanza non ebbe troppo successo. I presenti erano quasi tutti pentecostali che non lasciarono dir molto alla sorella Johnson, interrompendola sempre con le loro predilette frasi religiose. Perciò all’adunanza che si doveva tenere la sera dopo furono invitati solo quelli che avevano manifestato vero interesse per la verità biblica. In quell’adunanza la sorella Johnson diede una testimonianza chiara e concisa, menzionando ripetutamente l’istituzione del regno di Dio avvenuta nei cieli nel 1914. Alcuni ascoltatori furono convinti. Fra loro vi erano Pedro Garay e Victor Romero.

La sorella Johnson si trattenne a Lima quattro giorni, dando testimonianza e incoraggiando i nuovi interessati. Fedele al suo incarico cristiano, inviò il loro nome e indirizzo alla sede della Watch Tower Society a Brooklyn (New York). Infine partì per Huancayo, nella parte centrale del Perú, e di lì per il sud. In seguito i Testimoni peruviani seppero che la sorella Johnson era morta di malaria verso il 1945, mentre si trovava a Medellín, in Colombia.

Victor Lura, Pedro Garay e Victor Romero misero insieme 20 dollari e inviarono la somma alla Watch Tower Society a Brooklyn. Desideravano vivamente sapere cosa potevano fare per divulgare la “buona notizia”. Un mese più tardi arrivarono delle pubblicazioni, insieme a un fonografo coi dischi di alcuni discorsi biblici in spagnolo. Arrivarono anche lettere e istruzioni in inglese, ma Victor Romero conosceva quella lingua e le traduceva. Così nel 1943 e 1944 la luce spirituale cominciò a diffondersi nell’antica terra degli inca.

RAFFORZATI SPIRITUALMENTE

In una delle sue lettere Victor Lura chiese alla Società se era possibile mandare un po’ di aiuto a Lima. La risposta fu che dei missionari si stavano preparando per andare a dare testimonianza “fino alla più distante parte della terra”. (Atti 1:8) Così si cominciò a sperare che finalmente arrivassero in Perú missionari della Watchtower Bible School of Gilead. Infatti il 10 giugno 1944 il presidente della Watchtower Society, N. H. Knorr, aveva chiamato nel suo ufficio sette missionari e aveva detto loro che sarebbero stati inviati in Perú.

Ma prima dell’arrivo di quei missionari ci sarebbe stato un avvenimento molto importante. Il gruppetto di Lima fu informato che il fratello N. H. Knorr e il fratello F. W. Franz avrebbero fatto loro visita e sarebbero arrivati il 26 febbraio 1945. Come si rallegrò il loro cuore all’idea di venire in contatto con l’organizzazione di Geova grazie alla visita di quei fratelli!

Finalmente giunse il giorno tanto atteso. Cinque gioiosi fratelli e interessati erano all’aeroporto di Lima sventolando vigorosamente La Atalaya (l’edizione spagnola della Torre di Guardia) quando l’aereo in arrivo si fermò rombando. Scambiati i saluti più cordiali, visitatori e peruviani si affrettarono a ritrovarsi in casa di Victor Lura.

Quella sera otto visi pieni di speranza erano rivolti verso l’oratore, il fratello Knorr, che spiegava le grandi responsabilità di coloro che desiderano servire Geova Dio. Per prima cosa si dovevano tenere regolarmente le adunanze cristiane. Fu menzionato il problema di far entrare i missionari nel Perú. Non sarebbe stato facile perché nel paese vigeva un concordato col Vaticano. Inoltre il presidente del Perú aveva stabilito che nessuna organizzazione religiosa tranne la cattolica poteva tenere funzioni religiose in pubblico. Quali sarebbero state le sanzioni? Da 2 a 30 giorni di prigione e da 2 a 50 sol di multa, o una delle due. Ma che ne pensavano gli ascoltatori del fratello Knorr? Erano intrepidi e decisi a divulgare il messaggio del Regno di casa in casa. Con questo spirito si concluse l’adunanza.

Dopo un viaggio al sud, i visitatori tornarono a Lima il 26 marzo. Quella sera 18 persone gremirono il luogo dell’adunanza; quattro di loro erano i due visitatori di Brooklyn e i fratelli Albert Mann e Jack Powers, diplomati della scuola di Galaad in sosta a Lima prima di raggiungere la loro assegnazione al sud. Col fratello Franz che gli faceva da interprete dall’inglese in spagnolo, il fratello Knorr mise in risalto l’importanza di fare visite ulteriori. Considerò anche la possibilità di organizzare una congregazione locale di testimoni di Geova. I nuovi lo desideravano? Senz’altro! Inoltre alcuni dei presenti espressero il desiderio di essere battezzati per simboleggiare la loro “consacrazione”, o dedicazione, a Geova. Fu disposto che i fratelli Mann e Powers sarebbero tornati l’indomani sera per un’altra adunanza e che inoltre la sera successiva avrebbero celebrato la Commemorazione della morte di Cristo. In quell’occasione si tenne il primo battesimo cristiano in Perú. Tre persone simboleggiarono la loro dedicazione a Dio, fra cui Pedro Garay.

I MISSIONARI DANNO UNA MANO

Il governo aveva rifiutato di concedere il visto ai missionari dei Testimoni. Tuttavia nell’ottobre 1945 la Società dispose che due diplomati di Galaad della Bolivia si mettessero in contatto col Ministero degli Esteri per conoscere la ragione per cui era stato rifiutato il visto ai nostri missionari. Si venne a sapere che arrivando nel paese come turisti, e poi pagando 25 dollari a testa, i missionari col tempo avrebbero ottenuto il permesso di soggiorno. Fu così che dopo molta corrispondenza e svariati tentativi otto missionari di Galaad giunsero finalmente in Perú il 20 ottobre 1946. Del gruppo originale facevano parte Walter e Christine Akin e Nellena e Verda Pool, che per decenni avrebbero aiutato le persone mansuete.

Così alla fine del 1946 erano arrivati otto missionari entusiasti. Cosa li attendeva? Davanti a loro si stendeva un territorio vergine. ‘Era stata aperta loro una grande porta che conduce ad attività’. (1 Cor. 16:9) Dovevano imparare una nuova lingua. Ma, una cosa per volta. Anche senza parlare spagnolo, riuscirono a trovare delle camere d’albergo, per quanto fossero scarse. Le quattro ragazze si strinsero in una sola stanza, che non aveva serratura né chiavistello alla porta. Diffidando dell’ambiente estraneo, quella sera prima di coricarsi presero la precauzione di ammonticchiare il mobilio contro la porta.

Cercare casa senza conoscere la lingua né il valore della moneta locale fu una bella impresa. Durante la seconda settimana, i missionari trovarono una casa in affitto, ma era troppo cara; e un mese più tardi venne affittata un’altra casa. Le sorelle portarono il bagaglio e le poche cose che avevano, mentre il fratello Akin trasportò in taxi i colli più pesanti. Ma finalmente erano sistemati.

La prima adunanza dei missionari con gli interessati che abitavano a Rimac rivelò che i nuovi avevano molto bisogno d’aiuto. Perciò la famiglia Lura e i Garay furono invitati alle adunanze nella nuova casa missionaria. Alla prima adunanza di congregazione che si tenne, oltre ai missionari erano presenti solo quattro peruviani.

In quelle prime settimane i missionari diedero molta testimonianza occasionale, ma era chiaro che dovevano imparare subito la lingua del paese. Si decise dunque che avrebbero frequentato a proprie spese un corso di spagnolo presso l’Istituto culturale peruviano per gli scambi col Nordamerica. Dovevano prepararsi per gli studi e parlare di più in spagnolo. Fecero uno sforzo concertato per arricchire il vocabolario; mentre andavano e tornavano dal corso, cercavano faticosamente di pronunciare i nomi delle strade e le parole che apparivano su varie insegne, e un missionario correggeva l’altro. Ma facevano progresso, con loro gran piacere.

Imparare lo spagnolo è stata un’“avventura” per molti missionari di Galaad inviati nel Perú, e vari sono stati i metodi d’insegnamento. Per esempio, in un certo tempo i nuovi venuti ricevevano per due mesi istruzione intensiva. Durante il primo mese, per undici ore al giorno, erano letteralmente “immersi” nello spagnolo. Nel secondo mese, metà del tempo era dedicato allo studio della lingua in casa, e l’altra metà a mettere in pratica nel servizio di campo quello che avevano imparato. Naturalmente i missionari più nuovi che stavano imparando lo spagnolo potevano sempre trarre beneficio ascoltando i loro fratelli “maggiori” che parlavano in quella lingua nella casa missionaria, sorseggiando una tazza di caffè intorno al tavolo della cucina.

Ma senza dubbio il miglior addestramento si riceveva nel servizio di campo. Sulla “cartolina di testimonianza”, usata alcuni anni fa nella predicazione del Regno, era stampata una buona testimonianza in spagnolo, e si invitava il padrone di casa a leggerla. Ma i nuovi missionari dovevano imparare anche brevi presentazioni che ripetevano a memoria, come pappagalli. Come andavano dunque le cose alla porta? Edna Waterfall, una delle ultime missionarie giunte in Perú, ammette:

“Non dimenticherò mai la prima casa dove ho dovuto dare testimonianza da sola. Geova mi ha dato la forza di farcela. . . . Ero un bagno di sudore freddo. La cameriera mi chiese cosa volevo, e io chiesi della padrona di casa. . . . Pregai in silenzio Geova di aiutarmi, la cameriera ricomparve, e fui introdotta nel salotto. Una signora anziana, sorridendo gentilmente, si sedette per ascoltare quello che avevo da dire. Nonostante gli errori pronunciai il sermone imparato a memoria, le mostrai la cartolina di testimonianza, e offrii il libro “Il Regno è vicino” in spagnolo. Essa accettò il libro e io proposi di iniziare uno studio biblico, ma qui finiva il mio spagnolo. Mentre me ne stavo lì seduta chiedendomi come potevo accomiatarmi gentilmente, credo si rendesse conto della mia situazione. Sorrise e disse in perfetto inglese: ‘Benissimo. Studierò con lei e lo faremo in spagnolo per aiutarla a imparare lo spagnolo’. Esterrefatta esclamai: ‘Lei parla inglese? E mi lascia balbettare il mio povero spagnolo?’ ‘Le fa bene’, fu la risposta. E così abbiamo iniziato un magnifico studio”.

UN BUON INIZIO A LIMA

Il 5 dicembre 1946, una preghiera di ringraziamento salì a Geova quando i missionari ricevettero l’annuncio ufficiale che potevano rimanere in Perú come residenti non immigranti. Che bella cosa! Si poteva cominciare la normale opera di testimonianza di porta in porta. I missionari erano felici di poter ora impiegare pienamente tempo ed energie per proclamare la “buona notizia”.

Il gruppo originale di otto missionari divise Lima in otto territori. Al fratello e alla sorella Akin toccò la zona chiamata Lince, che si dimostrò un campo molto fertile. La sorella Akin non potrà mai dimenticare la prima porta dove diede testimonianza. Presentò la cartolina di testimonianza alla padrona di casa, lesse in spagnolo un versetto o due dalla Bibbia, e menzionò la contribuzione per la letteratura. La signora sembrava interessata, borbottò qualche cosa in spagnolo, e cominciò a spingere la sorella Akin giù per la strada. Si fermarono davanti alla bottega di un sarto. La signora indicò il proprio anello matrimoniale, e la sorella Akin capì che voleva parlasse a suo marito, il sarto. Immaginate la sorpresa della nostra sorella vedendo non uno solo, ma cinque sarti in quella bottega! Pregando Geova in cuor suo, diede coraggiosamente testimonianza e offrì il libro “La verità vi farà liberi”. I cinque uomini cercarono tutti di conversare con la sorella Akin, e alla fine il proprietario indicò il suo anello. Voleva dire: Torni con suo marito. Ebbene, fu iniziato uno studio biblico a domicilio grazie al quale si ebbero alcune “lettere di raccomandazione”, futuri compagni nel servizio di Geova. (2 Cor. 3:1-3) Anni dopo gli Akin potevano mostrare le loro “lettere”, il risultato di quel primo studio iniziato a Lima. Luis e Adriana Sanchez divennero pionieri regolari. Un altro di quei cinque sarti, Flavio Ramos, divenne pioniere speciale a Lima. Un giovanotto che aveva preso il libro dalla sorella Akin nella sartoria iniziò poi il servizio di pioniere speciale sulle Ande.

Man mano che si estendeva nella capitale, la nostra opera raggiunse Barrios Altos, la parte più antica della Lima coloniale, dove in un vicolo furono distribuiti molti libri. Quando i Testimoni tornarono per continuare l’opera, un uomo uscì da una casa in cerca di Nellena Pool. Una settimana prima aveva preso il libro “La verità vi farà liberi” dalla sua compagna, Lastenia Lura, e l’aveva letto tutto. L’uomo aveva un lungo elenco di domande a cui col tempo ebbe risposta. In breve quest’uomo, Leopoldo Sanchez, assisteva alle adunanze cristiane e partecipava al servizio di campo. Fu battezzato nel gennaio 1948, e quattro anni più tardi divenne il primo pioniere speciale nominato tra i fratelli locali in Perú.

ALL’INTERNO

Verso la metà del 1947 una ventina di persone assistevano alle adunanze cristiane a Lima. Ma che dire del resto del paese? Ebbene, nel giugno 1947 i missionari si avventurarono per la prima volta fuori della capitale verso l’interno del Perú. La famiglia Garay, associata al popolo di Dio dal 1943, aveva una proprietà a Huancayo. Quella città, alta sulle Ande a circa 12 ore di treno dalla capitale, si trovava in un tipico territorio indiano. E qual era la lingua predominante? Il quechua, antica lingua degli inca.

La sorella María Garay dava testimonianza con impegno a Huancayo e trovava degli interessati. Usava una cartolina di testimonianza e, invece di una normale borsa, portava a tracolla una delle nostre borse di tela per riviste. No, la sorella Garay non distribuiva riviste per le strade. Quello non era permesso in Perú. La legge del paese proibiva a tutte le religioni, tranne la religione cattolica di stato, di svolgere qualsiasi attività religiosa per le strade. Quello sarebbe stato proselitismo. Inoltre, mentre in quasi tutte le parti del mondo i testimoni di Geova dicono di “distribuire” pubblicazioni per una contribuzione nominale, in Perú siamo considerati ufficialmente “venditori di libri”. Perciò diciamo che “vendiamo” Bibbie di casa in casa, cosa che è permessa dalla legge.

Ad ogni modo la sorella Garay si dava da fare nel servizio di Geova benché non fosse facile. Preti la seguivano di porta in porta e confiscavano le pubblicazioni che lasciava alla gente. Questi religiosi inoltre incitavano i ragazzini del vicinato a prenderla a sassate e a gridare “eretica” o “protestante”. Comunque a Huancayo era stato trovato sufficiente interesse per la verità biblica da richiedere una visita dei missionari da Lima.

Superare le alture per raggiungere Huancayo è davvero un’esperienza singolare. Il treno arranca sferragliando per un dislivello di quasi 4.800 metri prima di iniziare la lunga discesa nella valle verso la città di Huancayo, situata a un’altitudine di 3.340 metri. Per mancanza di ossigeno molti viaggiatori sono colpiti da terribili mal di testa, capogiri o anche conati di vomito e svenimenti.

Al loro arrivo, i missionari ebbero un felice incontro con la sorella Garay. Con l’aiuto e i consigli dati fu stabilita una congregazione del popolo di Dio, e alla fine dell’anno di servizio 1948 cinque proclamatori del Regno facevano rapporto del servizio di campo a Huancayo.

DIFFONDIAMO LA VERITÀ CON LE RIVISTE

Alla fine degli anni quaranta, la maggiore distribuzione delle riviste La Torre di Guardia e Svegliatevi! diede a molti nuovi l’opportunità di unirsi al popolo di Geova in Perú. In quell’epoca, verso il 1948, ogni proclamatore del Regno in servizio continuo riceveva sette esemplari di ogni edizione gratis. La distribuzione aumentava, ma non tutti i fratelli offrivano le riviste, perciò queste cominciarono ad accumularsi. Allora alcuni missionari ebbero un’idea: ‘Perché non facciamo una speciale giornata e andiamo a distribuire queste riviste?’ Ben presto diversi missionari della zona di Rimac a Lima offrivano ogni sabato le riviste nell’opera di testimonianza. Notando il loro successo in quest’attività, altri si unirono a loro. Anche i Testimoni locali si davano da fare offrendo solo le riviste alle porte. E in breve si ordinavano sempre più riviste per questa produttiva attività.

In seguito, quando il fratello Knorr venne in Perú, volle sapere come mai a Lima si distribuivano molte più riviste che in vari altri luoghi. La ragione? I fratelli e le sorelle le offrivano ogni sabato nell’opera con le riviste in gruppo! Fu allora che si affermò l’idea di un regolare “Giorno della rivista”? In Perú non ne siamo sicuri, ma è possibile. Ad ogni modo si formarono molti itinerari delle riviste e grazie alla distribuzione delle riviste si iniziarono numerosi studi biblici.

STABILITA LA FILIALE

All’inizio del 1949 l’entusiasmo fu grande quando apprendemmo che N. H. Knorr e il suo segretario, M. G. Henschel, dovevano farci visita. Perciò, il 5 marzo, una cinquantina di fratelli e interessati erano ad accogliere i viaggiatori al loro arrivo all’aeroporto di Lima. In occasione della visita fu tenuta un’assemblea nella Sala del Regno annessa alla casa missionaria al 256 di Ramón Dagnino. Fummo felici di vedere 224 presenti al discorso pubblico del fratello Knorr “È più tardi di quanto pensiate”. Durante questa visita, un bel gruppo di Testimoni si recò a una delle spiagge locali dove 20 persone furono battezzate.

Ma c’era una sorpresa per i cristiani del Perú. Poco dopo il fratello Knorr rese felici i missionari spiegando una delle principali ragioni della sua visita. Qual era? La Watch Tower Society intendeva aprire una filiale nel Perú. Uno dei missionari fu il primo sorvegliante della filiale.

Dall’ottobre 1950 nella nuova filiale ci fu qualche difficoltà. Il primo sorvegliante della filiale fu sostituito e al suo posto venne nominato Robert Hoyt, diplomato della quindicesima classe di Galaad. La nostra opera a Lima si espandeva rapidamente, e per la fine dell’anno fu aperta una nuova casa missionaria nella zona di San Isidro nella capitale. Anche l’ufficio della filiale e l’annessa casa missionaria furono trasferiti in nuovi locali, in Pasaje Velarde, più vicino al centro. Il fratello Hoyt cominciò immediatamente a organizzare la filiale in vista del lavoro futuro.

NELLE PROVINCE

Ora che la nuova filiale era ben organizzata, le nostre attività aumentavano. Per esempio, venivano preparati discorsi pubblici da pronunciare in varie località. La mole del lavoro da fare in questo paese, che allora aveva circa 7.000.000 di abitanti, superava l’immaginazione. Con quanto fervore i fratelli pregavano che il “Signore della messe” mandasse altri operai! (Matt. 9:37, 38) Furono presto esauditi. Ventuno nuovi missionari della tredicesima classe di Galaad erano in viaggio per il Perú. Arrivarono nel dicembre 1949 e gennaio 1950. Sei furono mandati più a nord a Trujillo. La grande città meridionale di Arequipa fu la destinazione di altri sette. E una casa missionaria per otto fu aperta a Callao, principale porto peruviano, 13 chilometri a ovest di Lima.

Essendo una città portuale, a Callao c’era molta criminalità e immoralità. Ma la predicazione del Regno vi portò frutto. Infatti si trovarono alcuni che anni prima erano stati in contatto con Victor Lura quando aveva distribuito volantini in quella città sul mare. Ben presto alcuni abitanti di Callao assistevano alle adunanze cristiane. Fra questi erano Arturo Guzman e sua moglie, e anche Manuel Calderon, Victor Cespedes e la famiglia di Carlos Vega. Oggi a Callao ci sono sei fiorenti congregazioni con un totale di 367 proclamatori del Regno che annunciano la “buona notizia”.

Arequipa dimostrò di essere un ‘osso duro’. Da anni la città era nota come il “Piccolo Vaticano”, per la profonda tradizione cattolica della popolazione. La nuova casa missionaria divenne il centro delle adunanze e dell’attività della congregazione. Il progresso era lento, ma dopo diligente ricerca di casa in casa si trovarono degli interessati. Una volta però le cose andarono altrimenti: un interessato cercava con ardore la verità. Il giovane Eliseo Balboa scorse un “gringo” seduto da solo in un parco a leggere un libro. Perché era venuto in Perú? Balboa voleva saperlo. Il fratello, Horace Criss, spiegò che era un cristiano, un ministro religioso. Balboa lo trovò molto strano perché tutti i ministri religiosi che conosceva portavano lunghe vesti nere. Fu così che ricevette una testimonianza e fu iniziato lo studio biblico.

Dopo solo alcuni studi, Balboa partì da Arequipa in cerca di lavoro. In seguito andò a Callao, dove continuò a cercare i testimoni di Geova e il loro luogo di adunanza. Finalmente s’imbatté nella sorella Charlotte Barron, che offriva riviste di banco in banco al mercato. Avuto da lei l’indirizzo della filiale, Balboa assisté ad alcune adunanze cristiane. Poi partì nuovamente in cerca di lavoro secolare, questa volta a Jumasha, in alto sulle Ande, dove c’è una miniera di vanadio. Ma si mantenne in contatto per corrispondenza con la filiale. E nonostante il viaggio lungo e faticoso, Robert Hoyt gli fece visita. Questo rafforzò spiritualmente il giovane che poté essere aiutato nell’opera di testimonianza, che continuò da solo. Più tardi, tornato ad Arequipa, il fratello Balboa venne aiutato spiritualmente dai missionari tanto che iniziò il servizio continuo.

Al nord, a Trujillo, il missionario Harvey Conrow trovò la mansueta Encarnacion Leiva. Era assetata di verità biblica che si limitava ad ascoltare con avidità, non sapendo né leggere né scrivere. Ma era una donna sulla cinquantina molto decisa; si procurò un libro che poteva aiutarla a imparare le lettere e a raggrupparle in parole. Con l’aiuto delle figlie, in breve fu in grado di leggere e scrivere, e diventò una capace proclamatrice del Regno a Trujillo. Come lei stessa ammise in seguito, senza l’incentivo della verità, non avrebbe mai fatto quello sforzo. La sorella Leiva, una capace e fedele testimone di Geova, morì nel 1967.

L’assemblea “Incremento della teocrazia”, tenuta dal 30 luglio al 6 agosto 1950 nel famoso Yankee Stadium di New York, suscitò molto entusiasmo qui in Perú. Dodici missionari vi andarono insieme a tre proclamatori locali. Gli umili e amorevoli Testimoni peruviani rimasti a casa pensavano che non avrebbero più rivisto i missionari. Ma non fu così. Tutti tornarono alla loro assegnazione.

TEPPISTI A CHOSICA

Nel 1950 Emil e Clara Müller dalla Svizzera si trasferirono a Chosica, cittadina dell’interno circa un’ora di macchina a est di Lima. Il pioniere Leopoldo Sanchez li trovò mentre dava testimonianza in quella cittadina, dove il fratello Müller lavorava nella centrale idroelettrica. Più tardi, nel luglio 1955, la pioniera speciale Betty Myers cominciò il servizio a Chosica.

Un giorno la sorella Myers bussò alla porta di una signora che era una cattolica fanatica e intima amica del prete locale. La donna era furiosa che una testimone di Geova bussasse alla sua porta. La sorella Myers e la giovane pioniera sua compagna avevano percorso un breve tratto di strada quando furono avvicinate dalla signora furibonda, insieme a una banda di ragazzini, teppisti.

Cosa pensavano di fare le due Testimoni in quel rione cattolico? La turba voleva saperlo. Compivano una buona opera cristiana e ne avevano ogni diritto, rispose la sorella Myers. Ben presto entrò in scena il prete, il quale pretendeva che le due Testimoni se ne andassero immediatamente. Ma la giovane pioniera, che quando era cattolica era stata l’amica proprio di quel prete, gli chiese di indicarle dov’era scritto nella Bibbia che lei non doveva predicare la “buona notizia”. Questa volta fu lui a infuriarsi. Dopo tutto, aveva messo il suo amico d’un tempo nell’imbarazzo di fronte a quei giovani teppisti.

La situazione era quasi comica, ma quello che seguì no. Quando le due sorelle si voltarono per andarsene, i ragazzi cominciarono a colpirle con palle di fango pieno di sassi. E questo finché le due cristiane furono interamente coperte di fango. Un sasso tagliò l’orecchio della giovane pioniera, e lo fece sanguinare copiosamente. Alla fine un attempato signore negro, lui stesso ardente cattolico, le invitò ad entrare nel suo giardino, scacciando i ragazzi.

La sorella Myers andò direttamente al commissariato, denunciò l’accaduto, e chiese protezione. Perciò un poliziotto in borghese fu incaricato di accompagnare le sorelle in servizio. Non molto tempo dopo diversi ragazzi cercarono di ripetere la sassaiola. Ma il poliziotto in borghese li raggiunse, prese i loro nomi, poi andò a casa dei loro genitori. Così ebbero fine queste azioni a Chosica.

NUOVE DISPOSIZIONI PER I MISSIONARI

I missionari di Galaad continuarono ad arrivare numerosi in Perú nella prima parte degli anni cinquanta. Infatti alla fine del 1952 c’erano 46 missionari nel paese. Di questi, 20 se ne sono andati, alcuni non potendo adattarsi alla vita missionaria. Ma 26 sono rimasti attivi nel campo peruviano.

Nel 1952 si presero nuove disposizioni per i missionari che venivano in Perú. Non potevano più venire come insegnanti, come avevano fatto in passato. Dovevano entrare nel paese come turisti. Una volta nel Perú, dovevano iscriversi all’università San Marcos, la più antica dell’emisfero occidentale. Studiavano la lingua, e perciò potevano chiedere un visto permanente come studenti. Solo quando avevano le carte in regola potevano svolgere attività missionaria come gli altri diplomati di Galaad. Ciò dava loro la possibilità di rimanere per quattro anni circa.

‘E POI, IN CINA’?

All’inizio del 1953 la nostra attenzione era rivolta all’assemblea della Società del Nuovo Mondo che si doveva tenere a New York dal 19 al 26 luglio. Voli charter portarono 20 missionari e una coppia di Testimoni peruviani, insieme a 18 fratelli della Bolivia, nella città dell’assemblea. Dopo quell’assemblea spiritualmente edificante, altri missionari giunsero in Perú. Ma proprio alla fine del 1953 ci fu un avvenimento particolarmente incoraggiante per i proclamatori del Regno in questo paese.

Nel dicembre 1953, il fratello N. H. Knorr e il fratello M. G. Henschel vennero in Perú. Dopo giorni di ricerche avevamo trovato il locale adatto per tenervi un’adunanza in quell’occasione: il Salón Majestic di Pueblo Libre, quartiere residenziale di Lima.

Particolarmente memorabile fu un commento fatto dal fratello Knorr durante il discorso finale dell’assemblea. Perché i missionari erano in Perú? Per aiutare i fratelli peruviani a raggiungere la maturità necessaria onde assumere responsabilità nella congregazione del popolo di Dio, spiegò il fratello Knorr. Una volta fatto questo, aggiunse, i missionari sarebbero stati liberi per lavorare in altri campi. “E allora”, disse guardandosi attorno, “manderemo i missionari in Cina!” Naturalmente questo non è accaduto. Ma il fratello Knorr certo ha spiegato chiaramente quali fossero i privilegi e le responsabilità dei missionari in Perú.

Avevamo senz’altro molto da fare fra i peruviani stessi. Quindi un aspetto della nostra opera cui si cominciò a prestare attenzione nel 1953, e ancor di più nel 1954, fu quello di andare in territorio non assegnato. Le congregazioni di Lima e Callao raggiunsero le regioni circostanti per proclamarvi la “buona notizia”. I Testimoni di Callao si spinsero fino a Cañete e Chincha Alta, mentre quelli di Lima raggiunsero Puente Piedra, Ancón e Huaral.

UN PERIODO DI CONSOLIDAMENTO SPIRITUALE

Oltre ai 26 missionari che prestavano servizio in Perú nel 1952, c’erano 260 proclamatori del Regno che facevano parte delle sette congregazioni esistenti. C’erano due congregazioni a Lima, e una rispettivamente a Callao, Arequipa, Trujillo, Chosica e Huancayo. Tre anni dopo, nel 1955, la media dei proclamatori era salita a 460, con un massimo di 563.

Per far fronte al continuo aumento era necessario consolidare spiritualmente i cristiani peruviani. Per esempio, bisognava pensare all’educazione dei figli, senza lasciarli contaminare da insegnamenti della falsa religione. La religione cattolica nazionale è insegnata per legge in tutte le scuole. Comunque i non cattolici possono chiedere e ricevere l’esonero da tale istruzione religiosa. Perciò fu necessario preparare lettere che spiegavano che come testimone di Geova uno riceveva già adeguata istruzione religiosa da altre fonti. Queste lettere venivano presentate alle autorità scolastiche e le domande venivano considerate dal Ministero dell’Istruzione prima che fosse concesso l’esonero. Particolarmente da quell’epoca i Testimoni peruviani hanno seguito questa procedura per impedire che i propri figli fossero esposti nella scuola a false dottrine e pratiche di Babilonia la Grande.

Fu pure necessario dare molta importanza alla purezza morale. In Perú alcuni uomini vivevano con una, due o tre donne allo stesso tempo, e potevano aver figli con ciascuna di loro. In altri casi, un uomo e una donna vivevano insieme come una famiglia rispettabile con diversi figli senza aver mai legalizzato la loro unione. Quindi si dovettero prendere decisioni serie per assicurare al matrimonio l’onore che gli attribuiscono le Scritture. (Ebr. 13:4) Anche se le circostanze individuali erano diverse, basti dire che alcuni cristiani del Perú hanno oggi la profonda soddisfazione di sapere di aver risolto il loro problema morale nel modo giusto.

L’OPERA DI CIRCOSCRIZIONE: UNA VERA SFIDA

Nel 1953 una sola circoscrizione includeva tutto il Perú. Quando in quell’anno Sidney Fraser divenne sorvegliante di filiale, Robert Hoyt cominciò a viaggiare come sorvegliante di circoscrizione. Non era facile attraversare tutto quel paese per visitare le sette congregazioni e i vari gruppi isolati che manifestavano interesse per la verità biblica.

Durante un viaggio indimenticabile, il fratello Hoyt dovette stare seduto per una ventina di ore su un carico di stoccafisso che veniva trasportato in camion nella sierra. Le camere d’albergo vi lasciavano sempre un po’ a desiderare. Si preferivano le camere comuni. In una stanza c’erano molti letti, a disposizione di chiunque, uomo o donna, arrivasse e avesse bisogno di un posto per dormire. Servendosi della catena e del lucchetto che portava sempre con sé, il fratello Hoyt fissò la valigia a capo dell’unico letto libero e andò a cercare un bagno o qualcosa del genere. Al suo ritorno, trovò che una donna aveva deciso di dormire nel suo letto! Poiché non c’era un altro letto disponibile, era un bel problema. Ma la precedenza era stabilita dal lucchetto a capo del letto. L’albergatore riuscì a mettere le cose a posto e il nostro sorvegliante di circoscrizione poté avere il suo letto e godersi una notte di ben meritato riposo.

Naturalmente, poiché Geova benediceva le nostre attività cristiane, le circoscrizioni crebbero di numero, e si organizzarono più assemblee di circoscrizione. A una di queste, tenuta nel rione di Surquillo a Lima, fra i presenti c’era un dentista, la cui moglie era molto contraria. Quando entrò, si notava che era in ciabatte. Cosa era accaduto? “Ebbene”, egli disse, “mia moglie mi ha nascosto le scarpe per impedirmi di venire. Ma eccomi qua!” Ci possono essere ostacoli piccoli o grandi da superare, ma com’è importante essere veramente saldi nella verità!

FILM CHE AIUTANO MOLTI

Una nuova attività ebbe inizio in Perú nel 1954: si proiettavano pellicole cinematografiche spiritualmente edificanti. Il primo di questi film prodotti dalla Watch Tower Society era intitolato “La società del Nuovo Mondo all’opera”. Che impressione fece sugli spettatori! A centinaia vennero a vedere questa pellicola che dava un’idea delle attività dei testimoni di Geova.

Il film fu proiettato nella sala del dopolavoro della città mineraria andina di Casapalca, a un’altitudine di 4.600 metri. La sala era attigua a una centrale idroelettrica, e quindi il voltaggio era molto alto. Benché il proiettore fosse al minimo, il film era proiettato a tale velocità che il lettore del manoscritto non poteva stargli dietro. Aggiungete a questo l’atmosfera rarefatta a quell’altitudine, che rendeva difficile la respirazione. Come potete immaginare, qua e là ci furono delle lacune. Ma tutti i presenti si rallegrarono di aver visto il film.

Durante la proiezione del film a un’assemblea di circoscrizione nel settembre 1954, tutto andò bene durante la proiezione della prima bobina. Ma il rocchetto avvolgitore si bloccò durante la seconda bobina. Oh, il film veniva proiettato benissimo! Ma quando finalmente ci rendemmo conto del guasto, la pellicola era tutta ammucchiata per terra. Ci vollero alcuni minuti prima che i fratelli la riavvolgessero a mano. Per il resto della proiezione, si dovette girare a mano il rocchetto avvolgitore, ma il film venne proiettato ugualmente.

Anni dopo, il film della Società “Proclamazione dell’ ‘eterna buona notizia’ intorno al mondo” fu proiettato in tutto il Perú, e fu certo un duro colpo inferto a Babilonia la Grande, l’impero mondiale della falsa religione. A Toquepala ci furono 3.251 presenti alla proiezione. Per non essere da meno, un certo prete aveva fatto di tutto onde impedire la proiezione del film. Non avendo avuto successo, s’infilò nella sala buia dopo che la proiezione era iniziata, evidentemente incuriosito. Ebbene, alla fine le luci si accesero, ed ecco lì il prete. Molto imbarazzato, il prete si alzò e uscì dalla sala quasi a passo di danza, cantando ad alta voce e in modo puerile: “Babilonia la Grande è caduta. Babilonia la Grande è caduta”. Erano presenti molti cattolici che osservarono il loro prete fare questa scena ‘babilonica’.

FACILITATO L’INGRESSO DEI MISSIONARI

Fino al 1955, tutti i missionari venivano in Perú come turisti e frequentavano l’università San Marcos per ottenere il permesso di soggiorno. Ma, mentre dava testimonianza a Lince poco dopo il suo arrivo nel paese, la missionaria Lucille Rapraeger si presentò alla porta di un funzionario del Ministero degli Esteri. Egli riconobbe che stava svolgendo opera missionaria e, naturalmente, prese nota del suo nome.

Diversi giorni dopo, Nellena e Verda Pool, insieme alla sorella Rapraeger, parlarono con un avvocato a cui Nellena aveva lasciato qualche pubblicazione. Chiamandola in disparte, egli aveva detto: “Nellena, una delle vostre missionarie è nei pasticci”. Che voleva dire? Ebbene, mentre si trovava al Ministero degli Esteri, quest’avvocato aveva notato che il permesso di soggiorno permanente della sorella Rapraeger era sul tavolo, e stava per essere respinto. Evidentemente questo era il risultato della precedente visita in casa del funzionario del Ministero. Immediatamente la cosa venne riferita alla filiale della Società.

Quest’avvocato, che aveva già manifestato interesse per i testimoni di Geova, usò la sua influenza per risolvere il problema. La missionaria rimase in Perú. Grazie a quest’avvocato altri missionari hanno potuto rimanere nel paese, ma ora come missionari non come studenti universitari. D’allora in poi, la Società ha potuto ottenere il visto per i missionari inviati in questo paese.

CORAGGIOSI CRISTIANI NEUTRALI

I cristiani del Perú, giovani e vecchi, hanno affrontato prove che riguardavano Dio e lo Stato. Per esempio, secondo la legge, tutti i giovani di 19 anni devono registrarsi e fare due anni di servizio militare. Questo costituì un problema per certi pionieri speciali mandati a dare testimonianza a Cuzco, Arequipa e in altre località dell’interno già nel 1956, perché molti di loro erano sui 19 o 20 anni.

Infatti molti fratelli cercarono di essere riconosciuti come obiettori di coscienza o ministri religiosi, ma le autorità riconoscevano solo i preti cattolici come ministri religiosi. Perciò, in diversi casi, i giovani Testimoni che avevano cercato di essere riconosciuti come ministri religiosi furono percossi, gettati in sordide prigioni, e sottoposti a ogni sorta di maltrattamenti a causa della loro posizione di cristiani neutrali. (Mic. 4:2, 3; Giac. 1:27) In questo paese non sono mai state prese misure per esentare dal servizio militare coloro che rifiutano di ‘imparare l’arte della guerra’.

La neutralità cristiana preoccupa anche molti genitori devoti e i loro figli. Nel Perú gli studenti devono seguire un corso di istruzione premilitare. Non è possibile avere l’esonero, e al termine dell’anno scolastico chi non aveva seguito il corso non veniva promosso, e quindi non poteva mai ricevere il diploma. Anche se ci sono diverse cose che si possono fare perché i ragazzi possano ricevere un’istruzione in altri modi, alcuni sono venuti meno e hanno permesso ai figli di ‘imparare l’arte della guerra’.

Comunque, per superare il problema, una congregazione di Chimbote ha chiesto di poter organizzare un corso nella Sala del Regno usando fratelli volontari per insegnare ai ragazzi le diverse materie. Questo ha avuto successo, specialmente dal momento che veniva pure incoraggiata l’attività cristiana a cui si partecipava dopo i regolari studi scolastici.

Ma questo non significa che genitori e ragazzi incontrino solo problemi minori per rimanere cristiani neutrali, evitare l’idolatria e ascrivere la salvezza a Geova. (Eso. 20:4-6; Sal. 3:8) Nel 1970, per esempio, nella cittadina mineraria di Toquepala, 10 figli di Testimoni furono espulsi da scuola per non aver salutato la bandiera e cantato l’inno nazionale. In altri casi isolati, ragazzi cristiani hanno dovuto presentarsi alle autorità per spiegare la ragione per cui non partecipavano a tali cerimonie. — Mar. 13:9; 1 Piet. 3:15.

A causa della nostra neutralità cristiana, nel corso degli anni abbiamo dovuto affrontare diversi problemi. Per esempio, nel 1975 abbiamo dovuto spostare un’assemblea dalla città universitaria di Trujillo a un’altra località a causa di un’ondata di patriottismo dovuta al fatto che un piccolo Testimone non aveva voluto partecipare al saluto alla bandiera né cantare l’inno nazionale a scuola. Le autorità locali rifiutavano di riconoscere la nostra neutralità, e i giornali del Perú settentrionale uscirono con titoloni del genere: “I testimoni di Geova rifiutano di onorare gli emblemi nazionali”. Alcuni articoli ci accusavano falsamente di fare il “lavaggio del cervello” alla gente con uno “studio di sei mesi” nel corso del quale si presumeva insegnassimo dottrine contrarie agli interessi del paese.

A Lima, la capitale, un prete cattolico ripeté questo stesso messaggio alla radio, due volte al giorno, per una settimana. In effetti, però, quello che disse diede una buona testimonianza alla verità. Dichiarò in modo chiaro e conciso quello che crediamo, ma poi s’impappinò nel cercare di confutare il nostro punto di vista biblico sul 1914 e sulla dottrina della trinità.

Congiuntamente a questa pubblicità sfavorevole, il governo stabilì che nel gennaio 1976 tutti i giovani, uomini e donne, diciottenni dovevano registrarsi per il servizio militare obbligatorio. Naturalmente il popolo di Geova per rispetto alla legge si registrò. E dato che tanti giovani Testimoni erano pionieri regolari, ricevettero un attestato comprovante il fatto che avevano scelto la professione di predicatori della Parola di Dio. A quanto si sa, tutti questi pionieri avevano deciso di preparare un dossier sulla loro vita al servizio di Geova e di presentarlo insieme alla richiesta dell’esenzione dal servizio militare perché erano predicatori. In anni precedenti, il Codice Militare prevedeva l’esonero di ecclesiastici o laici senza specificarne la religione. Ma ora qualche cosa di nuovo era stato aggiunto, e ogni domanda di esonero doveva essere firmata e approvata dall’arcivescovado della chiesa cattolica, la religione riconosciuta dallo stato. Comunque, quando si presentavano, i nostri fratelli consegnavano la documentazione e la domanda di esonero. Anche se in alcuni casi questi dossier non furono accettati perché non avevano il timbro d’approvazione, altri furono accettati. E quando i primi elenchi furono pubblicati nel gennaio 1976, si notava che almeno alcuni fratelli avevano ricevuto l’esonero a motivo delle loro attività religiose.

ASSEMBLEE NOTEVOLI

Ora che abbiamo parlato dei cristiani neutrali di questo paese, ritorniamo alla fine degli anni cinquanta.

Il 1957 iniziò con una visita ben programmata di Milton G. Henschel, della sede centrale della Società a Brooklyn. Testimoni di ogni parte del Perú vennero all’assemblea tenuta in occasione di questa utile visita. Solo 386 persone erano presenti il primo giorno. Ma per il discorso principale della domenica i presenti erano saliti a 1.044. Che gioia vedere per la prima volta oltre 1.000 presenti a un’assemblea in questo paese!

Un’altra assemblea notevole fu quella del 1958. Quell’anno, per la prima volta fu tenuta un’assemblea di distretto a Iquitos, sulle rive del Rio delle Amazzoni nel cuore della foresta. In quella zona equatoriale le piogge erano improvvise e abbondanti. Fu proprio un paradosso sentire il fratello che parlava del Cantico di Salomone dire: ‘Vieni, mia cara, perché la stagione delle piogge è passata e il rovescio di pioggia è finito’, mentre il tetto di lamiera del locale dell’assemblea amplificava il rumore della pioggia torrenziale che cadeva in quel momento. — Cant. 2:10, 11.

Bisognò stare attenti nello scegliere il luogo per il battesimo durante quell’assemblea. Anche se il carnivoro pesce piranha non è comune nel Rio delle Amazzoni, non potevamo esser sicuri dei fiumi e torrenti interni. Comunque il battesimo ebbe luogo senza incidenti.

CI RADUNIAMO NONOSTANTE LE DIFFICOLTÀ

L’assemblea internazionale “Volontà divina” dei testimoni di Geova tenuta a New York nell’estate del 1958 provocò eccitazione in tutto il Perú. Molti Testimoni avevano risparmiato per il viaggio, e al momento di partire c’erano 82 delegati. Alla partenza fu molto commovente vedere circa 350 fratelli sulla veranda dell’aeroporto e sentirli cantare cantici del Regno.

Verso la fine dell’anno si presero disposizioni per tenere in gennaio un’assemblea di distretto nello stadio di una società calcistica di Lima. Ma l’allora direttore amministrativo, cattolico fervente, aveva deciso di impedire l’assemblea, pur non facendo nulla fino al giorno dell’apertura. Tutta l’attrezzatura era stata trasportata allo stadio, il personale della mensa stava preparando il pasto di mezzogiorno, ed erano in corso i preparativi per le sessioni del pomeriggio quando un camion carico di poliziotti giunse allo stadio per farci sgombrare. Tutti i tentativi per mettersi in contatto col direttore amministrativo furono vani.

Si dovette spostare l’assemblea nelle due Sale del Regno più grandi di Lima, e gli oratori dovettero pronunciare i discorsi in entrambe le sale. Comunque fu una bella assemblea e le difficoltà servirono solo a rafforzare i fratelli per prove future.

Vorremmo menzionare il discorso dell’assemblea del 1958 “Serviamo in altri paesi dove la necessità è grande”, che spiegava come in molte nazioni c’era bisogno di altri proclamatori del Regno. Col tempo molte famiglie e singoli che volevano espandere il loro servizio si trasferirono in questo paese. Ma fra i primi arrivati in Perú c’era Eileen Sobie, giunta dal Canada già nel settembre 1957. Comunque continuarono ad arrivare fratelli e sorelle. Per varie ragioni molti hanno dovuto partire, ma possiamo dire che tutti hanno contribuito in qualche modo a rafforzare la fede dei loro fratelli e sorelle peruviani.

RICONOSCIMENTO LEGALE

Durante l’assemblea di New York del 1958, fu detto al sorvegliante di filiale che al suo ritorno in Perú doveva chiedere il riconoscimento della Watch Tower Bible and Tract Society of Pennsylvania. Fra l’altro tale riconoscimento era necessario per poter avere proprietà.

Quindi il 29 aprile 1959 la Società fu legalmente riconosciuta. Da allora in poi ogni proprietà acquistata dalle congregazioni o le donazioni dei fratelli per la costruzione di Sale del Regno sono state intestate alla Società.

LA SERA DEL “GRANDE DISASTRO”

Naturalmente non tutti gli avvenimenti assumono grandi proporzioni. A volte incidenti secondari possono creare grossi problemi. Vogliamo a questo proposito raccontarvi quanto accadde in quella che fu umoristicamente definita la sera del “grande disastro”.

Le missionarie Edna Waterfall e Lucille Rapraeger erano state inviate a Puno, sulle sponde del lago Titicaca situato a circa 3.800 metri di altezza. Queste sorelle avevano delle stufe a cherosene che non funzionavano bene a quell’altitudine. Una domenica sera dopo una bella adunanza nella Sala del Regno, la sorella Rapraeger salì in camera. Ma quando accese la luce, non si vedeva né la luce né alcun’altra cosa. La stufa fumava da un paio d’ore. Naturalmente, prima di scendere da basso, la spense e aprì la finestra.

Edna Waterfall quando scorse la sorella Rapraeger emise un gemito. La sua faccia era tutta nera di fuliggine! Tutti salirono di sopra per vedere la “nevicata” nera. Quella sera e l’indomani si fece una bella pulizia. Non fu facile togliere la fuliggine appiccicosa da pareti, abiti, coperte e libri. Ma tornò il buon umore vedendo quella settimana 60 presenti alla nostra prima assemblea a Puno.

OPPOSIZIONE DEL CLERO

Naturalmente abbiamo avuto anche problemi gravi e la nostra fede è stata messa alla prova. A volte abbiamo incontrato netta opposizione, e anche violenza. Sentite cosa accadde alle missionarie Frances ed Elisabeth Good a Moyobamba, remota cittadina nella foresta. Si poteva raggiungerla solo in aereo, ed essendo così isolata la città era molto, molto religiosa. I preti spagnoli avevano in pugno la popolazione e avevano inculcato l’idea che ‘guai a chi osava parlare contro le immagini della Chiesa’.

Subito dopo il loro arrivo a Moyobamba, le nostre sorelle missionarie cominciarono a dare testimonianza di casa in casa e a invitare alcuni alle adunanze cristiane che ora si tenevano in città. Avevano invitato solo alcune persone di cuore onesto quando per le strade cominciarono a comparire dei manifestini. Cosa dicevano? “A Moyobamba ci sono due pericolosi elementi: due donne che non credono nell’inferno né nelle nostre immagini. Non ascoltatele; non accettate le loro pubblicazioni. Portateci tutto quello che avete e ci penseremo noi”.

Le due missionarie furono immediatamente oggetto di una campagna di odio ispirata dal clero. Durante un’adunanza cristiana una turba di una cinquantina di uomini e ragazzi capeggiata da tre preti si avvicinò minacciosamente alla piccola Sala del Regno di mattoni. Le sorelle avevano sprangato la porta che resistette ai colpi degli oppositori. Ma, fra l’altro, la folla imbrattò di letame le pareti esterne. E le due missionarie furono minacciate se non se ne andavano dalla città.

L’indomani le nostre sorelle andarono dal sindaco per spiegare l’accaduto. Egli rimase interdetto, e compilarono una lettera di protesta per il prefetto. Alle sorelle fu promessa protezione, ma le minacce e le angherie continuarono.

I preti promisero un libro di fumetti a ogni ragazzo che avesse portato una delle nostre pubblicazioni alla scuola parrocchiale. In seguito il prefetto mandò un poliziotto da Lima, per fare la guardia alla porta della Sala del Regno mentre si tenevano le adunanze cristiane. Gli oppositori avevano perso la battaglia, infatti ben 26 furono i presenti alle adunanze durante la visita del sorvegliante di circoscrizione, e due persone mansuete furono battezzate a Moyobamba nonostante l’opposizione fomentata dal clero.

Consideriamo un altro esempio di fallita opposizione clericale. Nel novembre 1959, Reginald e Irene Wallwork iniziarono la predicazione del Regno ad Ayacucho. Più tardi furono raggiunti da Merle Laurens e Phyllis Wepener. Man mano che la gente cominciava a conoscere questi cristiani come testimoni di Geova, non ci volle molto perché i preti provocassero opposizione. Lo fecero in modo astuto. Si rivolsero alle autorità politiche facendo pressione perché i missionari fossero espulsi dalla città. Perciò un giorno il fratello Wallwork fu invitato a presentarsi alla sezione investigativa. Fu subissato di domande, ma gli venne mostrata anche una petizione firmata da nove preti e dal prefetto. Questo documento era stato mandato da Lima e quindi era stata ordinata un’investigazione. Poteva essere una cosa seria.

Il fratello Wallwork confutò prontamente tutte le menzogne dei preti. Spiegò anche che recentemente aveva parlato col prefetto che gli era parso ragionevole, piuttosto interessato alla Bibbia. Cos’era dunque accaduto? Ebbene, qualcuno in prefettura era in combutta coi preti; aveva infilato la petizione in mezzo ad altri documenti e il prefetto l’aveva firmata senza conoscerne la vera natura. Tutto questo fu riferito alla filiale della Società e, dato che la nostra opera era ben conosciuta a Lima, tutto l’intrigo “fece fiasco” senza altre difficoltà.

Naturalmente i preti non ne furono contenti. Ogni volta che passavano davanti alla casa missionaria portando in processione idoli religiosi, non mancavano mai di fermarsi, guardare verso il balcone della casa e borbottare qualche formula magica contro quelli che vi abitavano.

TEMPO DI ESPANSIONE

La proclamazione della “buona notizia” stava facendo un buon progresso in Perú quando ci fu la visita del fratello N. H. Knorr nel dicembre 1959. In occasione di quella visita si doveva tenere un’assemblea. Ma solo l’anno prima eravamo stati estromessi dal luogo che avevamo scelto per l’assemblea. Quindi per impedire che ciò si ripetesse fu sporta denuncia contro il direttore amministrativo. Di fronte a questo egli declinò ogni responsabilità per quello che era accaduto l’anno prima e si proclamò amico dei testimoni di Geova. Così si poté tenere una bella assemblea nello stadio “U”, dove al discorso principale ci furono oltre 2.000 presenti, cioè quasi il doppio dei proclamatori del Regno di tutto il paese. Fra parentesi, la denuncia fu ritirata benché risulti sempre dall’archivio del Palazzo di Giustizia di Lima.

All’epoca della visita del fratello Knorr, Bent Pedersen era stato nominato sorvegliante di filiale. Ma l’espansione era l’argomento principale all’ordine del giorno. Si pensava di costruire un nuovo edificio per la filiale e la casa missionaria a Lima.

La costruzione ebbe inizio nel giugno successivo a Miraflores. La Società aveva acquistato due lotti per una superficie di 738 metri quadrati. Venne costruita una bella casa a due piani. Al pianterreno c’erano l’ufficio e il deposito, un ampio ingresso e una Sala del Regno con 200 posti a sedere. Al primo piano c’erano le camere per 12 missionari o componenti della famiglia Betel. Il nuovo edificio era una vera “casa” in ogni senso della parola. La costruzione fu ultimata nell’ottobre del 1961, e il 21 ci fu l’inaugurazione.

A causa di responsabilità personali il fratello Pedersen dovette lasciare il servizio missionario e fare ritorno negli Stati Uniti con la moglie. Perciò nell’aprile 1961 il fratello Don Burt fu nominato sorvegliante di filiale nel Perú.

LA SCIAGURA DI ICA

Il segno che distingue i discepoli di Gesù Cristo è l’amore. (Giov. 13:34, 35) Come fu ben dimostrato nel marzo 1963 quando una sciagura colpì la cittadina di Ica, 270 chilometri a sud-est di Lima! A causa di alcuni errori da parte di coloro che controllavano le chiuse del fiume, l’abitato e molti vigneti furono inondati. Le acque spazzarono via la locale Sala del Regno, e anche molte abitazioni, incluse quelle di alcuni Testimoni.

Ma l’amore cristiano si mise all’opera. In tutto il Perú il popolo di Geova agì di comune accordo. Fu prontamente istituito un fondo di soccorso e due tonnellate di viveri e indumenti furono inviate ai compagni di fede di Ica. I servitori di Dio hanno veramente cura l’uno dell’altro.

RISOLTI I PROBLEMI PER LA COSTRUZIONE DI SALE DEL REGNO

Oltre all’amore reciproco, il popolo di Geova manifesta altre buone qualità che spesso contribuiscono al successo delle loro imprese. Questo è ben illustrato da quanto accadde a Trujillo verso la metà degli anni sessanta. Per il rapido aumento della congregazione la Sala del Regno non poteva più accogliere tutti e ci voleva una nuova sala. Geova diede modo ai fratelli di procurarsi un appezzamento di terreno e di ottenere un prestito per la costruzione della Sala del Regno.

I Testimoni locali si misero subito a portare mattoni, trasportare una quantità di ferro e lavorare sodo sul luogo della costruzione. Perfino le sorelle impararono a impastare cemento “a mano”, perché non avevano un’impastatrice.

Ci furono molti ostacoli. Per esempio, il fratello che doveva presentare il progetto aveva bisogno della firma di un ingegnere. Ma per firmarlo un ingegnere voleva 110 dollari, un altro 150 dollari, somme che i fratelli non potevano pagare. Ma il problema fu risolto in modo insolito.

Un giorno il fratello che doveva presentare il progetto faceva la fila alla banca quando arrivò un uomo che gli passò davanti. Il fratello era seccato, ma esercitando il frutto cristiano della padronanza di sé non disse nulla. Quel giorno stesso qualcuno suggerì al fratello di rivolgersi a un certo ingegnere per avere la firma necessaria al progetto. Ebbene, quell’ingegnere era proprio lo stesso che era passato davanti al fratello alla banca. L’uomo era molto amichevole, disse che era contento di agevolare un’opera buona, e firmò prontamente i progetti, chiedendo solo 11 dollari come onorario. Vale davvero la pena di manifestare qualità cristiane. Oggi la Sala del Regno di Trujillo è una testimonianza silenziosa delle buone qualità e del duro lavoro dei cristiani della zona.

UN’ALTRA NOTEVOLE ASSEMBLEA

La nostra prima grande assemblea internazionale fu tenuta a Lima dal 4 all’8 gennaio 1967. I fratelli peruviani erano commossi che fra i delegati ci fossero molti compagni di fede di altri paesi, e anche alcuni direttori della Società. Vennero quasi 500 Testimoni da vari paesi e la loro presenza certo incoraggiò i fratelli e le sorelle del Perú.

Il fratello F. W. Franz pronunciò il discorso principale sabato sera dinanzi a 5.940 congressisti. Ma il pubblico più numeroso che avesse mai assistito finora a un’assemblea in questo paese si radunò per ascoltare l’indomani il discorso del fratello Knorr. Infatti ci furono 6.925 presenti. Un bel numero, visto che nel 1967 il massimo dei proclamatori del Regno in Perú era solo di 2.810.

Nel 1969, 51 missionari, sorveglianti di circoscrizione e altri in Perú ricevettero l’aiuto finanziario della Società per poter andare a un’assemblea all’estero. Questo fu certamente apprezzato e i congressisti tornarono con un tesoro spirituale da condividere con i compagni di fede di questo paese. Ma anche noi nel gennaio 1970 abbiamo avuto a Lima la nostra assemblea di distretto “Pace in terra”. Che gioia vedere un massimo di 7.414 presenti a quel congresso! Alla fine degli anni sessanta la maggiore attività aveva davvero portato frutto, infatti nel 1969 ci furono 13.751 presenti alla Commemorazione.

Iniziavano gli anni settanta, e la proclamazione della “buona notizia” procedeva bene in quest’antica terra degli inca. Ma cosa ci attendeva nei mesi e negli anni futuri?

LA TERRA TREMA!

Uno dei peggiori disastri della storia colpì il Perú alle 15,30 della domenica 31 maggio 1970. Un gigantesco terremoto fece crollare villaggi e città sulle Ande e nelle regioni costiere. Molti testimoni di Geova furono colpiti, e Sale del Regno furono danneggiate o distrutte a Chimbote, Casma, Huaraz, Trujillo e in altri luoghi.

La notizia del terremoto si diffuse in tutto il mondo. Con altrettanta prontezza il popolo di Geova si mise all’opera. Fu davvero rincorante vedere la loro partecipazione. Cristiani in Perú e in altri paesi vennero prontamente in aiuto dei fratelli colpiti. Dalla sede centrale della Watch Tower Society a Brooklyn giunsero 25.000 dollari per i soccorsi e la ricostruzione, e anche 15 tonnellate di indumenti. Gli stessi fratelli peruviani offrirono 3.091 dollari e 2.084 dollari furono inviati da ogni parte del mondo. Sette tonnellate di indumenti furono raccolte dalle congregazioni di Lima. In seguito, per un periodo di tempo, furono provveduti i fondi per ricostruire tre Sale del Regno a Chimbote, una a Huaraz, e le sale di Máncora e Sullana danneggiate da successivi terremoti.

Anche se la principale scossa fu quella di domenica pomeriggio, le strade non furono aperte che nella serata di martedì, e alla radio si facevano molte congetture sulla possibilità che ne fosse consentito il transito alle macchine private. Imperterriti i fratelli caricarono quattro macchine o furgoncini e un camion da 10 tonnellate, e mercoledì all’una di notte partirono per la zona del disastro.

La prima località raggiunta fu Casma, dove allora c’era una congregazione di 20 proclamatori. Gran parte degli edifici di Casma erano di mattoni cotti al sole che erano ridotti a un cumulo di macerie e polvere soffocante. Anche l’ospedale della città, benché costruito in cemento armato, era crollato. Purtroppo un fratello relegato su una sedia a rotelle non riuscì a fuggire e perì nel disastro. Gli aiuti da distribuire ai fratelli furono consegnati a un pioniere speciale.

Poi fu la volta di Chimbote, la cui popolazione si aggirava sui 200.000 abitanti. Circa 300 Testimoni facevano parte delle tre congregazioni della città. Tutte le case erano state distrutte e le Sale del Regno danneggiate. Tuttavia i fratelli avevano liberato il pavimento di una Sala dai detriti, avevano eretto delle pareti di stuoia e martedì sera tennero il settimanale studio di libro della congregazione. I primi soccorsi in forma di viveri, acqua potabile, coperte, indumenti, eccetera, giunsero l’indomani mattina.

Ma come stavano i Testimoni di Huaraz e Caraz lassù sulle Ande? Secondo le notizie radio, queste città erano state praticamente distrutte, dal terremoto o da una gigantesca ondata di fango che si riversò sull’abitato quando una parte del monte Huascarán precipitò in un vicino lago. Aerei ed elicotteri avevano lasciato cadere viveri nelle zone colpite, ma passarono otto giorni prima che la radio annunciasse che la strada era transitabile. Immediatamente si caricarono due veicoli, e alcuni fratelli partirono per Huaraz, dove c’era una congregazione di 20 proclamatori e due pionieri speciali.

Ci furono dei ritardi a causa della strada pericolosa. Ma finalmente, mercoledì mattina presto i fratelli raggiunsero Huaraz a 3.000 metri d’altezza. Piccoli accampamenti erano sorti tutt’attorno alla città e fu un’impresa trovare fratelli e sorelle. Ma finalmente, verso le 17, li trovarono in capanne di rami d’eucalipto. Che gioia vederli! E come furono felici di ricevere i soccorsi, che includevano viveri, medicinali e stufe a cherosene per riscaldarsi durante le notti estremamente fredde!

Solo due persone che frequentavano la congregazione di Huaraz erano rimaste ferite; nessun Testimone era morto nel disastro. Una sorella ferita era stata trasportata in elicottero a Lima per ricevere cure mediche. E un giovane fratello, che era rimasto sepolto sotto le macerie ma se l’era cavata solo con una frattura alla mascella, accompagnò i fratelli a Lima nel viaggio di ritorno.

A CARAZ

Passò un po’ di tempo prima che si potesse raggiungere la cittadina di Caraz, dove c’era un gruppo isolato di sette fratelli. Una slavina di fango aveva completamente coperto due villaggi fra Huaraz e Caraz, interrompendo ogni via d’accesso.

Verso il 1° luglio 1970, fu richiesto un permesso per recarci in montagna fino a Caraz, passando da Huaraz. Tuttavia, secondo il nostro programma, dovevamo salire in montagna quando il traffico in effetti ne scendeva. Comunque il fratello che doveva farsi dare il permesso scoprì che aveva studiato la Bibbia con l’incaricato di rilasciare i permessi. Per cui il funzionario diede al fratello un permesso per un convoglio di cinque macchine e scrisse sul documento le parole “Dare la precedenza: convoglio dei testimoni di Geova”. I fratelli furono fermati tre volte, ma in ogni caso il permesso consentì loro di proseguire.

Dopo una sosta a Huaraz, quattro delle cinque macchine proseguirono per Caraz. Senza difficoltà superarono la prima slavina, quella che aveva colpito il villaggio di Ranrahirca. Gli ingegneri avevano costruito una strada provvisoria sopra la frana. Mentre i fratelli pensavano al da farsi, un capitano della Guardia Civile si avvicinò alla macchina e chiese se potevano portarlo fino a Yungay, il successivo villaggio che era stato ricoperto di fango. Tutti furono d’accordo.

Immensi massi e rocce erano disseminati ovunque. A un certo punto, le macchine dovettero scendere in un torrente impetuoso formatosi di recente. Tre riuscirono a passare, ma una macchina dovette tornare indietro.

A Yungay, l’altro villaggio sepolto, l’odore non era troppo piacevole, infatti si vedevano molti cadaveri al limite della slavina di fango. Lasciato Yungay, i fratelli e il capitano proseguirono per Caraz. Finché poterono percorsero la pista preparata dagli stradini. Poi proseguirono per i prati. Tutto andò bene finché non trovarono del terreno molle ed entrambe le ruote posteriori sprofondarono fino all’asse. Tutti scesero. Il capitano chiamò una ventina di operai della squadra che lavorava sulla strada e, benché il terreno fosse malfermo, riuscirono a liberare la macchina. Di lì a Caraz il viaggio non fu troppo difficile.

Caraz si trovava sul passaggio della slavina che seguiva il corso del fiume, ma la slavina aveva deviato poco prima di raggiungere l’abitato. Anche se quasi tutte le case di mattoni erano state danneggiate dal terremoto, la popolazione in generale aveva potuto salvare la propria roba. I nostri fratelli stavano bene ma avevano estremo bisogno di viveri e medicinali. Lasciammo loro tende, viveri, coperte e lanterne.

I fratelli di Caraz ci accompagnarono fino a Yungay. Mentre cominciavano a caricarsi sulle spalle altri generi di soccorso da portare a Caraz, il capitano che ci aveva accompagnati fermò un camion e disse al conducente: “Porta questa roba e questa gente fin dove puoi arrivare”. Così i nostri fratelli coi loro pesanti fardelli furono portati almeno per tre quarti del tragitto attraverso la slavina di fango di Yungay. Di là il viaggio fu relativamente facile. Fra parentesi, tutto ciò avvenne mentre non era permesso transitare nella zona. Perciò i testimoni di Geova furono i primi a raggiungere Caraz in macchina.

Nelle settimane successive i nostri compagni di fede delle zone devastate furono ulteriormente rafforzati dalle visite dei loro fratelli spirituali di altre parti del Perú. Infatti in quel periodo fu tenuta a Chimbote un’assemblea di circoscrizione, con grande sorpresa degli abitanti della città. Quell’assemblea dimostrò che i testimoni di Geova s’interessano l’uno dell’altro.

Notevole in tutta la crisi fu la protezione di Geova, così evidente nel guidare il suo popolo. I fratelli e le sorelle delle zone colpite furono senz’altro molto riconoscenti per l’assistenza e la generosità di coloro che adoravano Geova come loro. Certo dobbiamo attribuire specialmente a Geova il merito per come andarono le cose durante il disastro e siamo profondamente grati per la sua infallibile guida e per il suo aiuto.

NEL TERRITORIO VERGINE

In tutto il Perú il 9 aprile 1971 ben 18.397 persone assisterono al Pasto Serale del Signore. Quell’anno fu raggiunto un massimo di 5.384 proclamatori del Regno, cioè un proclamatore su 2.600 abitanti. C’era dunque ancora molto da fare nel servizio di Dio. Infatti, anche se c’era molto bisogno di dare testimonianza nelle zone urbane, da tempo ci chiedevamo come fare per raggiungere il nostro vasto territorio rurale. Qua e là sulle impervie Ande c’erano molte valli popolate: un grande territorio vergine.

È vero, qualche volta pionieri speciali e alcuni fratelli che prestavano servizio dove c’era maggior bisogno vi si erano spinti. Per esempio il pioniere speciale Alfredo Diaz con 16 altri aveva fatto un’escursione di 20 giorni nel Perú settentrionale. Avevano distribuito centinaia di pubblicazioni e avevano trovato molte persone sincere. Ma c’era ancora molto da fare in tutto il paese!

La mano di Geova non è corta. Perciò nel maggio 1971 accadde qualche cosa che permise di dare testimonianza nel territorio vergine. Mentre faceva visita al figlio in Perú, una coppia si chiedeva come si poteva portare il messaggio del Regno a tutti i centri isolati di questo paese. Tornati a casa negli Stati Uniti, decisero di mandare al figlio un camper autonomo, completamente equipaggiato, per recarsi sulle Ande. Allo scopo furono inviate anche due motociclette.

Così si apriva un nuovo campo di attività. Il missionario Joe Leydig e tre pionieri speciali (uno dei quali parlava il dialetto indigeno quechua) usavano il camper. Fu soprannominato Casa Luz. I quattro fratelli si servivano anche di una Land Rover acquistata localmente.

Il 21 maggio 1972 i quattro proclamatori del Regno in servizio continuo partirono. La loro destinazione? La valle Urubamba, un tempo sacra agli inca, in alto sui monti fra le città di Cuzco e Machu-Picchu, l’ultima roccaforte degli inca.

GLI SFORZI SINCERI PORTANO BUONI RISULTATI

Nei tre mesi e mezzo durante i quali predicarono in tutta la valle i quattro fratelli distribuirono 5.042 libri e 9.146 riviste. Per dare testimonianza nelle zone rurali i nostri fratelli si alzavano alle 5 del mattino e parlavano ai contadini che si recavano nei campi. Era facile raggiungere i villaggi lungo la strada. Ma che dire di quelli appollaiati sul pendio di una montagna e circondati da terreno a terrazze e antiche rovine? Per raggiungere quei villaggi bisognava salire a piedi per ripidi sentieri, portando le borse piene di libri.

L’interessante era che ogni villaggio sembrava avere una personalità propria. In uno, solo ragazzi dai 10 ai 14 anni presero libri; i genitori non ne volevano sapere. In un altro villaggio, tutti, uomini e donne, erano letteralmente “finiti”, forse sotto l’influenza di qualche bevanda locale che dovevano aver bevuto a profusione durante la fiesta della sera precedente.

Nel prossimo villaggio c’erano solo tre persone; tutti gli altri erano nei campi. Il successivo si poteva raggiungere solo arrampicandosi. Ma ne valeva la pena. C’erano molti interessati; solo alcuni avevano il denaro per le pubblicazioni, ma tutti erano disposti a dare qualche cosa in cambio. A mezzogiorno i nostri fratelli tornarono alla Casa Luz carichi di viveri. Uno aveva un sacco di granturco; un altro una borsa piena di patate dolci. Joe Leydig aveva in tasca due uova ricevute in cambio di alcune riviste, ma purtroppo se ne dimenticò finché non si appoggiò contro la Land Rover.

Più tardi, quel giorno, un libro e una Bibbia furono barattati con una pecora viva: carne fresca in tavola! Un altro libro e due riviste furono scambiati per 15 avocado. Per una serie di cinque libri si ricevettero circa 200 banane. E un interessato fu lieto di raccogliere quasi due chili di caffè da offrire per un libro. Nella città più vicina queste merci si potevano vendere e col denaro si poteva acquistare la benzina necessaria.

Con quanta prontezza alcuni abbandonavano le pratiche babiloniche? Quando due fratelli fecero una visita ulteriore a un uomo, ne seguì una discussione dottrinale e fu spiegato che la Bibbia condanna l’idolatria. Allora l’uomo scosse la testa guardando le immagini che adornavano le pareti di mattoni. Ad una ad una le tirò giù tutte, uscì di casa, vi versò sopra del cherosene e le bruciò davanti ai fratelli.

Per lavorare in zone lontane, isolate a causa di numerose catene montuose e valli quasi inaccessibili ci voleva pazienza e determinazione. A volte le moto da fuoristrada facevano comodo. Per esempio due dei pionieri riuscirono a malapena a raggiungere il villaggio di Lares. Vi arrivarono con le borse piene di pubblicazioni e diverse scatole di letteratura legate alle moto. Passarono una giornata meravigliosa dando testimonianza agli abitanti. Quella sera diversi interessati si radunarono per un discorso biblico. Valeva dunque la pena di fare il viaggio.

“L’ARCA” E LO “SCORPIONE”

Finora la Casa Luz era stata usata principalmente nella parte meridionale del Perú. Ma che dire delle regioni centrali e settentrionali? Fu possibile procurarsi il telaio di un camion e costruire una nuova auto-casa, abbastanza forte da resistere alle asperità delle piste e strade rurali. Siccome questo veicolo era lungo e simile a un cassone, fu chiamato “L’arca”. Il nome era appropriato anche perché i cinque pionieri speciali che se ne servivano spesso vi portavano pecore, galline, porcellini d’India, anatre e tacchini vivi ricevuti in cambio delle pubblicazioni.

Oltre all’“Arca”, che fu messa in opera nel 1973, un terzo veicolo era disponibile per quelle che si potrebbero definire spedizioni di testimonianza. Fu soprannominato “Lo scorpione” pensando al linguaggio figurato di Rivelazione 9:3-5.

Così tutte le regioni del Perú — settentrionale, centrale e meridionale — furono raggiunte grazie al duro lavoro di proclamatori del Regno in servizio continuo che si recavano nei territori non assegnati di questo paese. Furono distribuite migliaia di libri, opuscoli, volantini e riviste fra indiani di lingua quechua, aymara e spagnola. Ovunque sono giunte le tre unità mobili — sia nella foresta che in centri minerari a un’altezza di quasi 5.000 metri — si è fatto un buon lavoro. Nel 1978 la Casa Luz era ancora all’opera in territorio vergine e portava il messaggio del Regno in zone remote del Perú.

LA VERITÀ RAGGIUNGE LA FORESTA AMAZZONICA

Ma un momento! C’era una regione del paese che le auto-casa non potevano raggiungere: la vasta foresta nella parte nordorientale del Perú. Anche questo era in gran parte territorio non assegnato.

L’Amazzonia è un bacino di migliaia e migliaia di chilometri quadrati di fitta foresta percorsa da fiumi grandi e piccoli, sulle cui rive ci sono centinaia di piccole “chacras”, o fattorie, e villaggi sparsi. Si dice che circa 37 tribù indiane diverse vivano nell’Amazzonia. Alcune di queste hanno subito ben poca influenza della cosiddetta civiltà, mentre altre sono attratte dalla vita moderna. Come si poteva portare la verità a queste popolazioni isolate nella foresta?

Nel 1973 Cesar Chavez, Manuel Molina e Americo Matsuda si consultarono per costruire un battello da usare per dare testimonianza lungo le rive dei fiumi della foresta. In breve lo scafo fu costruito nel porto di Callao, col missionario Walter Akin che dirigeva i lavori. Quando furono ultimati, l’imbarcazione fu divisa in due parti. Le sezioni furono trasportate fino a Pucallpa, dove furono ricongiunte. Soprannominato El Refugio, il battello di 15 tonnellate fu varato nel fiume Ucayali.

L’elenco dei pionieri speciali fu vagliato con molta cura per scegliere un equipaggio idoneo. Per prima cosa, i sei fratelli dovevano saper nuotare. Inoltre dovevano saper resistere ai rigori della vita nella foresta. La loro non sarebbe stata affatto una vita facile.

Uno dei primi insediamenti raggiunti fu quello di Nuevo San Juan, dove circa 500 persone vivevano in capanne dal tetto di paglia. Quando i fratelli arrivarono, gli abitanti del villaggio (in gran parte protestanti) erano sicuri che sarebbero riusciti a convertire i nuovi venuti alla loro religione. Ma, in breve, accadde proprio l’opposto. I pionieri iniziarono molti studi biblici a domicilio, e presto una media di 23 persone erano presenti ai discorsi e alle adunanze tenuti in quel piccolo villaggio.

Con gli indigeni delle tribù shipibo e conibo i pionieri fecero uno ‘strano scambio’: scambiavano lingue. Gli indigeni insegnavano il loro dialetto ai pionieri che, a loro volta, insegnavano loro lo spagnolo insieme alla verità biblica.

Nella città di Contamana, fra Pucallpa e Iquitos, molti s’interessarono della Bibbia. Giorno e notte alcuni venivano a cercare i pionieri per fare domande bibliche e chiedere delle pubblicazioni. Il libro Come ottenere il meglio dalla tua giovinezza andava a ruba. Fra i 10.000 abitanti di Contamana fu possibile stabilire studi biblici, alcuni dei quali divennero poi adunanze di congregazione.

PERICOLI SUI FIUMI

Oltre alle difficoltà della vita nella foresta, l’equipaggio del Refugio dovette affrontare altri pericoli. Come l’apostolo Paolo questi pionieri affrontarono pericoli sui fiumi, poiché l’Ucayali era un fiume impetuoso e infido. — 2 Cor. 11:26.

Alle 3 di notte del mercoledì 10 agosto 1977 un uragano si abbatté d’un tratto sulla zona, provocando una piena improvvisa. Il volume dell’acqua crebbe rapidamente e il fiume s’ingrossò con onde increspate. Col salire delle acque, le funi d’ormeggio del Refugio si staccarono dai paletti, e il componente dell’equipaggio che era di guardia dovette scendere a terra per cercare di fermarle. Ma le raffiche di vento strapparono tutte le funi e l’imbarcazione cominciò ad andare alla deriva. Gli altri componenti dell’equipaggio, che finora avevano dormito, si svegliarono e cercarono di mettere in moto il battello per cercar di resistere alla corrente impetuosa. Ma i loro sforzi furono vani e dovettero starsene lì impotenti mentre le acque sbattevano la chiglia contro la ripida riva del fiume.

Proprio in quel momento, un grosso pezzo di banchina, scalzata alla base dalle acque impetuose, precipitò nel fiume. L’imbarcazione s’inclinò a dritta e i fratelli rimasero intrappolati. Ma fortunatamente una delle porte scorrevoli era aperta, e anche se questo fece affondare più rapidamente l’imbarcazione provvide una via d’uscita ai pionieri che riuscirono ad abbandonare il battello. Se la cavarono tutti. Nel buio della notte si misero in salvo raggiungendo a nuoto la riva. Tutte le pubblicazioni, gli indumenti, gli utensili di cucina, le borse dei libri e gli effetti personali erano stati spazzati via dal fiume. Ma erano vivi! Una fervida preghiera di ringraziamento salì a Geova che li aveva protetti.

Alle prime luci dell’alba i fratelli scorsero la loro imbarcazione; evidentemente una grossa bolla d’aria a prua la teneva a galla. L’imbarcazione ondeggiava dolcemente sulle acque ormai calme, ma non c’era tempo da perdere. Alle 7, con cavi e due trattori prestati gentilmente dalla popolazione, fu tirata a riva. Più tardi in giornata, un’enorme gru galleggiante di una compagnia petrolifera riuscì a raddrizzare l’imbarcazione di 15 tonnellate e a farla galleggiare di nuovo. Ancora grazie a Geova, questa volta per la possibilità di ricuperare così prontamente la loro casa galleggiante!

Non appena la notizia dell’incidente giunse ai fratelli di tutto il Perú, cominciarono ad arrivare contribuzioni e soccorsi. Fu così possibile equipaggiare di nuovo i pionieri per continuare il servizio lungo i fiumi del bacino dell’Amazzonia.

L’ESPANSIONE CONTINUA

Frattanto, a motivo della maggiore attività del popolo di Geova in tutto il Perú, ci rendevamo conto che era necessario ampliare la filiale. Nel 1972 i presenti alla Commemorazione erano saliti a 19.772. Non fu una sorpresa dunque che durante una breve visita dei fratelli N. H. Knorr e M. H. Larson si decidesse di acquistare un lotto libero adiacente alla filiale.

I lavori per l’ampliamento della filiale iniziarono nel marzo 1973. I fratelli diedero una mano e, nonostante la crescente scarsità di materiale edile, la nuova costruzione prese presto forma. Al pianterreno c’era una spaziosa Sala del Regno in cui 300 persone potevano stare comodamente sedute. Al primo piano c’erano le camere per i missionari che prestavano servizio nelle vicine congregazioni. L’ampliamento della filiale fu inaugurato il 19 gennaio 1974 dal fratello N. H. Knorr, che in quell’occasione parlò a un gioioso uditorio di 456 testimoni di Geova.

Quello stesso mese fu tenuta a Lima l’assemblea internazionale “Vittoria divina”. Quel congresso fu certo significativo agli occhi di coloro che nel corso degli anni avevano visto crescere la nostra opera in questo paese. Fra i 19.738 presenti (il massimo numero mai raggiunto fino a quel tempo) c’erano delegati provenienti da Canada, Stati Uniti ed Europa. Interessanti programmi in inglese e gite erano stati predisposti per i visitatori. Vivaci danze folcloristiche conclusero le interessanti presentazioni storiche. Senza dubbio quell’assemblea fu una gioia per i delegati stranieri e anche per i cristiani del Perú.

Col continuo aumento, quasi tutti i locali erano troppo piccoli per le nostre assemblee. Inoltre non si potevano usare impianti sportivi perché era proibito tenervi riunioni religiose. Perciò le circoscrizioni di Lima nominarono un comitato e in breve fu acquistato un luogo ideale per tenervi le assemblee in una zona sottosviluppata chiamata Campoy, solo a una ventina di minuti di macchina dal centro della capitale. In quell’ambiente tranquillo e pacifico entusiasti lavoratori volontari faticarono finché fu ultimato un eccellente campo per le assemblee con i servizi essenziali. Era pronto in tempo per le due assemblee di distretto del 1976 a cui parteciparono complessivamente 18.914 persone. Circa un anno più tardi, il campo per l’assemblea e le varie costruzioni furono inaugurati durante la visita del fratello A. D. Schroeder, del Corpo Direttivo dei testimoni di Geova. In quell’occasione erano presenti 14.353 persone che facevano parte delle 96 congregazioni di Lima e delle città vicine.

Nel 1977 abbiamo avuto la prova dell’amore e interessamento del Corpo Direttivo perché quell’anno abbiamo avuto non una soltanto, ma due visite di fratelli del Corpo Direttivo. Il fratello Grant Suiter, con la moglie, Edith, trascorse alla filiale sei giorni che passarono in fretta. Il fratello Suiter parlò anche a una folla di 15.056 persone radunate a Campoy.

CONTINUIAMO A ‘RISPLENDERE COME ILLUMINATORI’

Il 1978 è stato un anno molto intenso per il popolo di Geova in Perú. Alle quattro assemblee di distretto “Operai gioiosi” ci sono stati ben 28.063 presenti, e 636 sono stati battezzati durante quei congressi per simboleggiare la loro dedicazione a Geova Dio. Attualmente 12.925 proclamatori del Regno diffondono luce spirituale e verità in quest’antica terra degli inca.

Come siamo grati a Geova per i molti provvedimenti spirituali presi nel corso degli anni! Non solo abbiamo tratto beneficio dall’opera missionaria di fratelli e sorelle inviati qui dopo aver frequentato la scuola di Galaad, ma anche alcuni Testimoni peruviani hanno ricevuto tale istruzione. E dal suo inizio nel 1962, anche la Scuola di Ministero del Regno è stata molto utile. Inoltre, come siamo grati di avere ora la Scuola dei Pionieri! Tutta questa benefica istruzione, insieme a molti altri ricchi provvedimenti spirituali del nostro amorevole Padre celeste, ci permette di continuare a prestare servizio come portatori di luce.

I cristiani del Perú guardano dunque al futuro con fiducia in Geova. Siamo decisi a perseverare nel servizio del Regno sia sulle torreggianti Ande, che lungo i sentieri della fitta foresta, o altrove nel nostro vasto territorio. Siamo davvero felici di servire fedelmente insieme ai nostri compagni di fede in tutta la terra ‘risplendendo come illuminatori nel mondo’! — Filip. 2:15.

[Cartina a pagina 200]

(Per la corretta impaginazione, vedi l’edizione stampata)

PERÚ

Iquitos

Moyobamba

Contamana

Trujillo

Chimbote

Yungay

Huaraz

Chosica

Callao

Lima

Huancayo

Ayacucho

Lares

Cuzco

Ica

Puno

Arequipa

Oceano Pacifico

ECUADOR

COLOMBIA

BRASILE

BOLIVIA

CILE