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Argentina

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Argentina

L’Argentina, che si estende per circa 4.000 chilometri lungo il lato sud-orientale dell’America Meridionale, è un paese straordinariamente vario. Entro i suoi confini si trovano le impervie montagne delle Ande, con cime che superano i 6.000 metri. A nord ci sono foreste tropicali, nelle quali si aggirano giaguari e tapiri. Nelle gelide acque costiere della Terra del Fuoco a sud, dove le grandi onde dell’oceano si sollevano ad altezze di oltre trenta metri, vivono pinguini e cetacei giocherelloni. Nella pampa i gauchos (mandriani) perlustrano a cavallo i vasti allevamenti di bestiame.

Dovunque andiate in questo paese, troverete i testimoni di Geova. Sono in tutte le città grandi e piccole. In più di 120.000, i Testimoni predicano sulle montagne, nelle foreste, nelle pianure e lungo tutta la costa. Si possono incontrare tra i grattacieli della capitale e nelle zone rurali più distanti. Le differenze geografiche del paese non sono state un ostacolo per la predicazione della buona notizia, tanto meno le barriere culturali e linguistiche o le difficoltà economiche. La buona notizia viene predicata, proprio come disse Gesù. — Mar. 13:10.

Questo non è avvenuto per caso. Uomini e donne dedicati pieni di zelo e di fede sono stati fermamente decisi a dichiarare il messaggio della Bibbia in qualsiasi circostanza si trovassero. Hanno preso sul serio il consiglio che l’apostolo Paolo diede a Timoteo: “Predica la parola, datti ad essa con urgenza in tempo favorevole, in tempo difficoltoso”. (2 Tim. 4:2) Tuttavia non si attribuiscono il merito di ciò che è stato compiuto. Riconoscono che è stato fatto solo grazie allo spirito di Geova. — Zacc. 4:6.

Poste le basi

Le basi dell’opera in Argentina furono poste molti anni fa. Sapere in che modo la verità ha raggiunto le parti più sperdute di questo paese fortifica senz’altro la fede. Nel 1923 George Young, un canadese, giunse in Sudamerica. Dopo aver dato un’estesa testimonianza in Brasile, rivolse la sua attenzione all’Argentina. Nel giro di qualche mese, in 25 delle principali città dell’Argentina erano stati distribuiti 1.480 libri e 300.000 copie di altre pubblicazioni bibliche. Prima di proseguire il suo giro missionario in altri paesi del Sudamerica, Young fece questo commento: “È molto evidente che lo sforzo per diffondere il messaggio del Regno è stato benignamente approvato da Dio”.

Nel 1924 il presidente della Watch Tower Society, Joseph F. Rutherford, mandò in Argentina uno spagnolo di nome Juan Muñiz. Due anni dopo, il fratello Muñiz aprì una filiale della Società a Buenos Aires per curare l’opera di predicazione del Regno in Argentina, Cile, Paraguay, e Uruguay.

Il fratello Muñiz notò che in Argentina c’erano tanti residenti di lingua tedesca, quindi chiese aiuto perché anch’essi potessero udire la buona notizia. In risposta il fratello Rutherford mandò Carlos Ott, un ministro tedesco a tempo pieno, per aiutare quel gruppo linguistico.

Nel paese c’erano anche molti greci. Nel 1930 Nicolás Argyrós, di origine greca, conobbe il messaggio della Bibbia e cominciò a predicare alle centinaia di abitanti di lingua greca di Buenos Aires e dintorni. In seguito, man mano che il suo spagnolo migliorava, sparse il seme della Parola di Dio in 14 delle 22 province dell’Argentina, concentrando i suoi sforzi nella parte settentrionale del paese.

Più o meno nello stesso periodo un polacco, Juan Rebacz, diventò testimone di Geova e insieme a un altro Testimone polacco intraprese il ministero a tempo pieno. Accompagnati da altri due ministri a tempo pieno percorsero il territorio nella parte meridionale dell’Argentina.

Il rapporto del 1930 indica che erano state distribuite centinaia di migliaia di copie di pubblicazioni non solo in greco, spagnolo e tedesco, ma anche in arabo, armeno, croato, francese, inglese, italiano, lettone, lituano, polacco, portoghese, russo, ucraino, ungherese e yiddish.

Così in appena sette anni l’opera di predicare il Regno e fare discepoli aveva messo radice tra gli abitanti di lingua spagnola e altri gruppi linguistici. Era davvero il tempo favorevole alla continua crescita.

L’ampiezza del territorio non costituisce un ostacolo

Il territorio da percorrere era enorme, grande approssimativamente quanto un terzo degli Stati Uniti d’America. Eppure per i Testimoni la sua vastità non era di impedimento alla diffusione del messaggio del Regno. Alcuni si spostavano a piedi, altri in bicicletta, in treno o con un carro trainato dal cavallo.

Agli inizi degli anni ’30 Armando Menazzi, della provincia centrale di Córdoba, si convinse di aver trovato la verità. Prima vendette la sua autofficina per servire come ministro a tempo pieno. Poi acquistò una vecchia corriera e la trasformò in un camper; in tal modo dieci o più proclamatori potevano viaggiare insieme e diffondere la buona notizia. I loro viaggi li portarono in almeno dieci province dell’Argentina settentrionale.

Già negli anni ’30 l’Argentina aveva la migliore rete ferroviaria dell’America Latina, con oltre 40.000 chilometri di linee ferrate. Questo si dimostrò un mezzo prezioso ai fini dell’espansione dell’opera di predicazione. Alcuni pionieri vennero incaricati di predicare nelle colonie agricole lungo qualche tronco ferroviario. Per esempio, il territorio assegnato a José Reindl era tutta la linea ferroviaria occidentale, dalla provincia di Buenos Aires sulla costa atlantica alla provincia di Mendoza al confine con il Cile, una striscia di terreni lunga oltre 1.000 chilometri!

I testimoni di Geova che erano ferrovieri ne approfittarono per portare il messaggio biblico in luoghi distanti del paese. Epifanio Aguiar, che aveva conosciuto la verità nella provincia nord-orientale di Santa Fe, fu trasferito dalla compagnia più a nord, nella provincia del Chaco. Lì cominciò immediatamente a predicare. Quando per motivi di lavoro dovette recarsi a sud nella provincia di Chubut, a 2.000 chilometri di distanza, e poi di nuovo a nord nella provincia di Santiago del Estero, diffuse in quelle province il messaggio del Regno.

La sorella Rina de Midolini, una pioniera zelante, diede testimonianza a Médanos, a circa 50 chilometri dalla città di Bahía Blanca. Portava con sé la bicicletta sul treno e una volta arrivata a destinazione ne faceva buon uso. La gente la chiamava la signora della Bibbia che va in bicicletta. Era così conosciuta che una volta il conducente della locomotiva, non vedendola arrivare per il suo viaggio di ritorno, ritardò per lei la partenza del treno!

Arrivano i missionari addestrati a Galaad

I primi Testimoni facevano lunghi viaggi e distribuivano molte pubblicazioni, additando alla gente la speranza del Regno di Dio. Col tempo comunque divenne evidente che c’era bisogno di un’istruzione biblica sistematica e di una migliore organizzazione. Nel 1945 il presidente della Società, Nathan H. Knorr, visitò l’Argentina e stabilì che le congregazioni iniziassero il Corso di Ministero Teocratico (la Scuola di Ministero Teocratico) in spagnolo. Inoltre incoraggiò i fratelli argentini a intraprendere l’opera di pioniere e a prefiggersi la meta di frequentare la Scuola missionaria di Galaad (Watchtower Bible School of Gilead).

Ben presto due argentini frequentarono la Scuola di Galaad e nel 1946 tornarono in Argentina. Furono seguiti nel 1948 da missionari provenienti da altri paesi. Tra questi c’erano Charles e Lorene Eisenhower, Viola Eisenhower, Helen Nichols ed Helen Wilson della prima classe di Galaad, nonché Roberta Miller della quarta classe. In seguito arrivarono Sophie Soviak, Edith Morgan, Ethel Tischhauser, Mary Helmbrecht e molti altri. Nel corso degli anni sono stati mandati in Argentina 78 missionari. Il loro spirito di evangelizzazione ha spronato i Testimoni locali a imitarli. Nel 1940 in tutto il paese c’erano 20 pionieri, mentre nel 1960 questo numero era salito a 382. Oggi in Argentina ci sono oltre 15.000 pionieri.

Tempi difficoltosi

Per molti anni la predicazione in Argentina si era svolta in condizioni favorevoli. Ma come aveva predetto Gesù, non tutti avrebbero gradito l’attività dei suoi seguaci. (Giov. 15:20) Pertanto, quando nel 1949 il fratello Knorr visitò l’Argentina, senza preavviso la polizia annullò il permesso di radunarsi in un bell’auditorio di Buenos Aires. L’assemblea fu tenuta allora in una Sala del Regno, ma non senza interferenze. Alle 16,40 della domenica la polizia interruppe il discorso del fratello Knorr e arrestò lui e tutti i presenti, senza addurre alcuna giustificazione. Le autorità tennero i fratelli in piedi in un grande cortile fino alle prime ore della mattina dopo, poi li rilasciarono.

Era il primo, chiaro sentore dell’ostilità che covava nei confronti degli adoratori di Geova in Argentina. Quello stesso anno, sotto la spinta della Chiesa Cattolica Romana, fu approvata una legge in base alla quale tutti i gruppi religiosi dovevano registrarsi presso il Dipartimento dei Culti del Ministero degli Affari Esteri. L’anno dopo il governo di Juan Domingo Perón vietò ufficialmente l’opera dei testimoni di Geova in Argentina. Il decreto proibiva sia le loro adunanze pubbliche che la loro attività di predicazione. Comunque, la filiale della Società non fu chiusa.

In generale le autorità permisero ai Testimoni di continuare a svolgere la loro opera senza grosse difficoltà. Spesso però i pubblici funzionari facevano rispettare il divieto annullando un’assemblea o chiudendo una Sala del Regno. A volte i Testimoni vennero arrestati o molestati mentre tenevano adunanze in case private o svolgevano il loro ministero pubblico.

Di conseguenza cercarono di ‘mostrarsi cauti come serpenti e innocenti come colombe’. (Matt. 10:16) Quando davano testimonianza usavano solo la Bibbia. Le congregazioni vennero organizzate in piccoli gruppi di 8-12 proclamatori. Durante i primi anni del bando i luoghi di adunanza venivano cambiati regolarmente. Per radunarsi i fratelli trovavano posti che non dessero nell’occhio, come una stalla, una capanna col tetto di paglia, una cucina di campagna, o anche l’ombra di un albero. La cosa importante era radunarsi insieme. — Ebr. 10:24, 25.

Per incoraggiare i fratelli nel 1953 il fratello Knorr tornò a visitare l’Argentina, questa volta insieme a Milton Henschel. A motivo del bando non poterono tenere una grande assemblea, poiché avrebbe attirato l’attenzione del pubblico. Disposero invece di tenere quella che fu definita un’assemblea su scala nazionale. Il fratello Knorr arrivò in aereo a Mendoza dal Cile mentre il fratello Henschel entrò nel paese dal Paraguay. Viaggiando separatamente parlarono ad “assemblee” ridotte in 56 diverse località. Alcuni di questi raduni ebbero luogo all’aperto come dei picnic nei poderi di fratelli locali. A Buenos Aires i due fratelli visitarono i Testimoni radunati e tennero un’adunanza di due ore per ciascun gruppo. Un giorno furono in programma nove di queste adunanze. Nell’insieme i presenti a questo particolare tipo di assemblea furono 2.505.

Il bando diventa meno rigoroso

Quando nel 1955 fu rovesciato il governo militare di Juan Perón, si formarono gruppi più grandi. Dove le congregazioni avevano una Sala del Regno, i fratelli furono incoraggiati a radunarvisi, senza però mettere nessuna targa o insegna all’esterno. Con la benedizione di Geova il numero e le dimensioni delle congregazioni crebbero costantemente nonostante le occasionali molestie da parte delle autorità.

Nel 1956 la filiale decise di tenere piccole assemblee in diverse parti del paese. La prima ebbe luogo nella città di La Plata, a circa 60 chilometri da Buenos Aires. I 300 presenti ebbero difficoltà a cantare il primo cantico, “Giubilate, nazioni, col suo popolo!”, perché avevano un nodo alla gola per l’emozione. Era la prima volta in sei anni che potevano radunarsi con tanti compagni di fede e cantare insieme.

Tuttavia il bando era ancora in vigore. Quando nel dicembre 1957 si provò a tenere un’assemblea nazionale nella sala Les Ambassadeurs di Buenos Aires, la polizia chiuse la sala mentre i partecipanti arrivavano. Quattro fratelli furono trattenuti dalla polizia e accusati di essersi radunati senza il permesso della polizia.

Visto che la Costituzione argentina garantisce la libertà di religione e di riunione, i fratelli adirono il tribunale. Il 14 marzo 1958 fu emanata una sentenza favorevole ai Testimoni! Fu la prima vittoria legale dei testimoni di Geova in Argentina.

Nel 1958 ebbe luogo un altro cambiamento di governo. Sembrò il momento opportuno per ottenere il riconoscimento giuridico dell’opera. A tutti gli uomini di legge, i direttori di giornale, i deputati e i giudici venne inviata una lettera speciale che spiegava le attività dei testimoni di Geova e la loro situazione in Argentina. Fu data un’ottima testimonianza, ma non si ottenne nessun riconoscimento giuridico.

I Testimoni non si arresero. L’anno dopo fu presentata al governo una petizione, sottoscritta da 322.636 persone, in cui si chiedeva libertà religiosa. Come rappresentante della filiale, Charles Eisenhower fece visita ad alcune autorità governative. Da oltremare furono spedite più di 7.000 lettere che sollecitavano il riconoscimento giuridico. Eppure non fu concesso. Comunque l’atteggiamento del governo nei confronti dei testimoni di Geova migliorò notevolmente, quindi i fratelli approfittarono delle circostanze sempre più favorevoli per rafforzare spiritualmente le congregazioni.

Nel 1961 fu organizzata la Scuola di Ministero del Regno per addestrare i sorveglianti viaggianti e i sorveglianti di congregazione. Dapprima il corso, che durava un mese, fu tenuto in una Sala del Regno nel centro di Buenos Aires. Poi la scuola fu trasferita nella filiale. Essendoci più sorveglianti qualificati ad aver cura del gregge di Dio, durante gli anni ’60 il numero dei proclamatori e dei pionieri crebbe di anno in anno e nel 1970 si raggiunse un massimo di 18.763 proclamatori e 1.299 pionieri.

Espansione della filiale

Con l’aumento del numero dei proclamatori del Regno in Argentina si rese necessario ampliare la filiale. Dal 1940 la filiale della Società svolgeva le proprie attività a Buenos Aires, in Via Honduras 5646. Quell’edificio fu demolito e sullo stesso terreno ne fu costruito uno nuovo e più grande, che nell’ottobre 1962 era pronto per essere occupato.

Alla fine degli anni ’60 la filiale era diventata di nuovo troppo piccola per star dietro all’incremento. Fu acquistato un terreno dietro l’edificio della filiale e i Testimoni locali costruirono un altro edificio per alloggi e uffici. In più fu acquistato un edificio in Via Fitz Roy, adiacente al vecchio edificio della filiale e al nuovo terreno. La demolizione del vecchio edificio ebbe inizio nell’ottobre 1970 e il grosso dei lavori fu compiuto da Testimoni locali esperti di edilizia. I fratelli della filiale collaborarono dando una mano dopo le regolari ore di lavoro. I testimoni di Geova delle congregazioni vicine si univano a loro nei fine settimana.

Infine i tre edifici vennero collegati tra loro, formando un unico complesso. Frederick W. Franz, l’allora vicepresidente della Società, pronunciò il discorso della dedicazione in ottobre del 1974. I fratelli dell’Argentina pensavano che il complesso della filiale appena terminato sarebbe sicuramente bastato a soddisfare i bisogni del campo fino ad Armaghedon. Non immaginavano certo che questo era solo l’inizio.

Lo stesso anno in cui fu dedicata la filiale, il Corpo Direttivo dei testimoni di Geova decise che La Torre di Guardia e Svegliatevi! dovevano essere stampate nel paese. Dato che a quel tempo in Argentina i testimoni di Geova non erano ufficialmente riconosciuti come religione, nel dicembre 1974 fu costituita la Asociación Cultural Rioplatense (Associazione Culturale del Río de la Plata) per avere uno strumento giuridico mediante cui importare macchinari per la stampa. Così arrivarono una macchina da stampa dalla Francia, una taglierina dalla Germania e una spillatrice dagli Stati Uniti, tutte in dono.

Gli operai della tipografia, comunque, compresero ben presto che una cosa è avere le macchine e un’altra è farle funzionare. Le difficoltà da superare furono tante, ma che gioia quando La Torre di Guardia del 15 aprile 1975 uscì dalla rotativa offset, la prima al mondo usata dalla Società! Fu una pietra miliare nella storia del lavoro di stampa compiuto dai testimoni di Geova.

Assemblee internazionali “Vittoria divina”

All’inizio del 1974 i testimoni di Geova dell’Argentina ebbero la gioia di partecipare alle assemblee internazionali dal tema “Vittoria divina” che si tennero a Río Ceballos e a Buenos Aires. I presenti furono circa 15.000.

I preparativi per provvedere alloggi adeguati a tanti visitatori iniziarono mesi prima. Molti non Testimoni ospitarono i partecipanti venuti da fuori, i quali diedero un’eccellente prova di amore non solo “a parole” ma anche ‘con le opere’. (1 Giov. 3:18) Le autorità avevano approvato l’uso di un enorme campo in cui ospitare una città di tende e roulotte, le quali furono disposte in file ordinate ai lati di strade a cui furono dati nomi biblici. Tutto questo ebbe un ottimo effetto sulla comunità.

Nubi minacciose appaiono all’orizzonte

I fratelli avevano goduto di una sempre maggiore libertà di adorazione, ma si profilavano all’orizzonte tempi difficoltosi. Juan Perón era tornato in patria nel giugno 1973, dopo oltre 17 anni di esilio, e aveva assunto la presidenza. Il paese fu gettato in confusione quando si accesero gli scontri tra la fazione peronista e quella non peronista. La violenza politica si intensificò, e il 24 marzo 1976 i militari si impadronirono del governo.

Il governo militare sciolse il parlamento e diede inizio a una campagna per eliminare i sostenitori della sinistra. “Nel far questo”, spiega la World Book Encyclopedia, “violarono i diritti civili di molta gente. Migliaia di persone vennero gettate in prigione senza processo, torturate e uccise. Molte di queste vittime non sono mai state trovate. Le chiamano los desaparecidos (gli scomparsi)”. Le attività dei cittadini erano sempre più sorvegliate dalla polizia. Nonostante i testimoni di Geova si mantenessero neutrali in mezzo al caos politico, nel luglio 1976 la rivista Gente pubblicò un articolo con fotografie di presunti bambini testimoni di Geova che voltavano le spalle alla bandiera. Era un chiaro travisamento della verità! I quattro bambini Testimoni che vivevano in quella zona non erano neppure stati a scuola il giorno in cui si presumeva fosse stata scattata la foto. Per di più, i Testimoni non mancano di rispetto ai simboli nazionali. Eppure, a causa di questa propaganda, molti cominciarono a non vedere di buon occhio i Testimoni.

Evidentemente l’instabilità sociale rendeva il governo suscettibile anche al minimo accenno di dissenso. In quel periodo Carlos Ferencia, un sorvegliante viaggiante, stava visitando una congregazione in una zona molto pericolosa. Aveva appena ricevuto una lettera dalla filiale che lo informava di un’imminente proscrizione dell’opera dei testimoni di Geova in Argentina. Mentre camminava e rifletteva sulla lettera, un’auto lo oltrepassò, fece dietro front e si diresse verso di lui. Scesero tre uomini che gli puntarono contro le pistole, mentre uno di loro gli chiese in malo modo di esibire la carta di identità. Carlos spiegò che era un testimone di Geova, ma ugualmente lo portarono al comando di polizia. Supplicò Geova che la lettera non cadesse in mano loro.

I poliziotti portarono Carlos in una stanza poco illuminata, e puntandogli in faccia una lampada uno di loro urlò: “Cos’hai in quella borsa?” Il contenuto della borsa fu rovesciato sul tavolo: una Bibbia, alcune riviste, e la lettera!

Un poliziotto esclamò: “La Torre di Guardia! La Torre di Guardia! Sovversivo, sovversivo!”

Ma il comandante lo sgridò: “Sta zitto, stupido. Non hai mai visto La Torre di Guardia?”

Nel frattempo Carlos cercava di rimanere calmo e mostrare rispetto. Dopo avere esaminato le pubblicazioni, i poliziotti gli ordinarono di mettere via tutto. Un agente però intervenne: “Cosa c’è in quella busta?”

Carlos gli porse la busta con la lettera della Società, attese qualche secondo, poi chiese: “Mi scusi, posso dire qualcosa?”

“Certo”, rispose l’agente alzando gli occhi dalla lettera.

Carlos proseguì: “Comprendo che lei si preoccupa della sicurezza della comunità”. Questo catturò l’attenzione dell’agente. Allora Carlos gli mostrò nella Bibbia che le attuali condizioni violente adempiono le profezie bibliche.

Quando ebbe finito, l’agente gli disse: “Sono d’accordo con te, amico”. Quindi gli restituì la lettera senza averla letta.

Proscritta un’opera già vietata

Come aveva saputo la filiale che era imminente una proscrizione? Verso la fine di agosto del 1976 la polizia federale si era presentata all’improvviso alla filiale della Società. A detta dell’ispettore capo, correva voce che nella filiale ci fosse un deposito di armi da fuoco. Humberto Cairo, che allora era membro del Comitato di Filiale, lo accompagnò nel deposito della letteratura. Naturalmente, non c’era nessun’arma. Le uniche armi erano quelle puntate contro Humberto dai poliziotti! Questi accompagnarono Humberto al piano di sopra nell’ufficio del fratello Eisenhower, il coordinatore del Comitato di Filiale. Lì l’ispettore stese un rapporto sull’indagine e lo fece firmare ai fratelli. Poi disse loro che il governo stava preparando un decreto sui testimoni di Geova. Immediatamente il Comitato di Filiale scrisse una lettera invitando i sorveglianti viaggianti a prepararsi per un eventuale bando governativo.

Ma l’opera dei testimoni di Geova era vietata già dal 1950. Sarebbe stato possibile proscrivere un’opera già vietata? La risposta non tardò ad arrivare. Tomás Kardos, membro del Comitato di Filiale, ricorda cosa accadde il 7 settembre 1976, il giorno che il nuovo bando entrò in vigore. “Alle cinque del mattino fummo svegliati da un rumore nella strada. Una luce rossa lampeggiante penetrava attraverso le persiane. Mia moglie si alzò immediatamente, guardò fuori dalla finestra, si voltò verso di me e disse semplicemente: ‘Sono arrivati’”.

Quattro poliziotti armati fino ai denti saltarono giù dalla camionetta. Vennero subito collocate delle guardie negli uffici e nella tipografia. Il fratello Kardos continua: “Ci chiedemmo se avremmo potuto considerare come al solito la scrittura del giorno e fare colazione. L’agente non obiettò. Così quella mattina trattammo un versetto della Bibbia con un poliziotto armato in piedi alla porta e un altro seduto rispettosamente a tavola. Tutti ci chiedevamo: ‘Che accadrà dopo?’”

Il decreto datato 31 agosto 1976 proibiva in tutto il paese l’opera dei testimoni di Geova, in pratica dichiarando illegale un’attività che era già al bando dal 1950. La polizia appose i sigilli all’ufficio e alla tipografia. Poco tempo dopo vennero chiuse tutte le Sale del Regno del paese.

Nonostante questa situazione i fratelli erano decisi a imitare l’esempio degli apostoli di Gesù ubbidendo a Dio come governante anziché agli uomini. (Atti 5:29) I Testimoni argentini continuarono a predicare il messaggio della Bibbia “in tempo difficoltoso”. — 2 Tim. 4:2.

Superate le difficoltà

Dato che ufficialmente la filiale era chiusa, il Comitato di Filiale decise di trasferire altrove gli uffici e la tipografia. Humberto Cairo dovette cambiare di frequente — ogni mese o giù di lì — l’ubicazione del suo ufficio e svolgere il proprio lavoro in appartamenti, negozi, case o uffici dei compagni di fede. Una volta Charles Eisenhower, lavorò in un negozio di vini di proprietà di un fratello. Il Comitato di Filiale si riuniva in autorimesse nel centro di Buenos Aires.

Gli alloggi della famiglia Betel non erano stati chiusi, quindi i fratelli che lavoravano nella filiale mangiavano e dormivano nella casa Betel e trattavano la scrittura del giorno insieme come famiglia. Poi si recavano ai rispettivi luoghi di lavoro. Quelli il cui ufficio era nelle vicinanze tornavano alla Betel e pranzavano con i componenti della famiglia che badavano alla casa.

La polizia diffidava dell’attività di coloro che vivevano alla Betel. Diverse volte l’intera famiglia Betel di circa dieci membri fu portata al comando di polizia per essere interrogata. La polizia voleva sapere tutto sull’opera dei testimoni di Geova in Argentina. Chi erano quelli che si occupavano delle congregazioni locali, e dove abitavano? Il fratello Eisenhower ricorda molto bene questi interrogatori: “Dovevamo dire la verità senza danneggiare l’opera o i fratelli. Era piuttosto difficile perché le autorità erano molto insistenti con le loro domande”.

“Sospendete il rinfresco”

Poco prima che fosse imposto il bando del 1976, la Società aveva organizzato la distribuzione mondiale di un’edizione speciale di Notizie del Regno. Cosa si sarebbe fatto se il governo avesse imposto altre restrizioni all’attività dei testimoni di Geova? Pablo Giusti, che allora era sorvegliante viaggiante, ricorda: “Non conoscendo la risposta, dovemmo consultare la filiale. Se la filiale avesse ritenuto saggio rimandare la campagna, gli anziani avrebbero ricevuto un telegramma con il messaggio: ‘Sospendete il rinfresco’. Non avevamo idea del malinteso a cui avrebbe dato luogo quest’ordine!”

Subito dopo l’entrata in vigore del decreto governativo, il fratello e la sorella Giusti visitarono per la prima volta la congregazione di Malargüe. Si trovava a sud di Mendoza, dov’era la centrale della polizia di confine. I Giusti avevano solo l’indirizzo di un anziano che abitava e lavorava nel palazzo dell’Azienda Nazionale delle Autostrade nella periferia della città. L’anziano non c’era, ma un impiegato disse che poteva trovarsi nel bosco vicino, dove spesso andava a fare del moto. Mentre si avviavano giù per il sentiero, il fratello Giusti notò che il posto era isolato e deserto e gli venne in mente che era l’ideale per radunarsi senza destare sospetti. Essendo domenica, si chiese se avrebbe trovato la congregazione radunata. Il fratello però era solo, a passeggiare. I Giusti stavano per avere una sorpresa!

Dopo essersi presentato, Pablo chiese della congregazione. Il fratello disse: “Oh, qui a Malargüe abbiamo sospeso tutto”.

Pablo chiese di rimando: “Come sarebbe a dire ‘tutto’?”

La risposta fu semplice e diretta: “Abbiamo ricevuto un telegramma che diceva: ‘Sospendete il rinfresco’, così abbiamo sospeso le adunanze, la predicazione . . . tutto”. Meno male che era stata l’unica congregazione a farlo.

Visite lampo

Quando la filiale fu chiusa, i membri del Comitato di Filiale si incontrarono con i sorveglianti di circoscrizione per dare loro istruzioni su come proseguire la loro opera. Avrebbero dovuto trovare un lavoro part time e stabilire un domicilio permanente per ridurre al minimo i sospetti nei confronti delle loro attività. Quasi tutti loro si misero a vendere svariati prodotti la mattina per poi servire le congregazioni nel pomeriggio.

Questi sorveglianti viaggianti fecero un giro lampo della propria circoscrizione per impartire le direttive della filiale. In appena una settimana furono visitati gli anziani di ciascuna circoscrizione composta da una ventina di congregazioni. Diedero istruzioni su come condurre le adunanze e come dare testimonianza tenendo conto delle mutate circostanze. Agli anziani fu detto che la durata della visita del sorvegliante di circoscrizione non sarebbe stata necessariamente di una settimana intera, ma sarebbe dipesa dal numero dei gruppi di studio di libro della congregazione. Le adunanze si sarebbero svolte in case private e ciascun gruppo avrebbe ricevuto una visita di un giorno.

Durante il bando i sorveglianti di circoscrizione ebbero un ruolo determinante nel mantenere i proclamatori locali in contatto con il Comitato di Filiale. Mario Menna, che durante quel periodo serviva nella circoscrizione, ricorda: “Fu un vero privilegio servire le congregazioni e confortare i fratelli in quegli anni. Cercavamo di incoraggiarli facendo ascoltare registrazioni di programmi delle assemblee, portando pubblicazioni nuove che ricevevamo da paesi vicini o raccontando esperienze edificanti”.

Cosa avrebbero fatto i missionari?

La tensione interna continuava ad aumentare. Poiché gli stranieri non erano visti di buon occhio, ai missionari fu data la possibilità di ottenere un trasferimento. Alcuni accettarono l’invito e prestarono fedelmente servizio nei nuovi territori in cui furono mandati.

Altri rimasero in Argentina. Mary Helmbrecht, della 13a classe di Galaad, svolgeva il servizio a Rosario, nella provincia di Santa Fe. La mattina in cui entrò in vigore il bando, suonò il campanello di una casa. Era una calda mattina d’estate e la porta era aperta. Una radio andava a tutto volume. D’un tratto Mary sentì il notiziario annunciare che l’opera dei testimoni di Geova era stata proibita in tutta l’Argentina! “Quando la donna venne alla porta”, dice Mary, “mi ricomposi e le diedi testimonianza normalmente. Continuammo a predicare tutta la mattina come ci eravamo prefisse. Ci accorgemmo che dove stavamo non c’erano particolari problemi, così decidemmo di rimanere. Meno male, perché i componenti delle congregazioni che erano troppo spaventati per predicare, vedendo che non ci accadeva nulla, ben presto si unirono a noi”. — 1 Tess. 5:11.

Tesori nascosti

Durante quei tempi difficoltosi i Testimoni locali dimostrarono coraggio e spirito d’iniziativa. Robert Nieto racconta: “Un giudice di pace tollerante ci avvertì che stavano per chiudere le Sale del Regno e che le pubblicazioni sarebbero state confiscate. Immediatamente andammo con due macchine alla nostra Sala del Regno a prendere la gran quantità di pubblicazioni che tenevamo in deposito. Stavamo andando via quando vedemmo arrivare dietro di noi la polizia e l’esercito per eseguire l’ordine di chiudere la Sala del Regno e confiscare le pubblicazioni. Comunque poterono adempiere solo la prima parte della loro missione, poiché gli unici libri rimasti nella sala erano quelli della biblioteca”.

In un altro posto gli anziani di congregazione entrarono cautamente di notte nella Sala del Regno e senza far rumore portarono via le pubblicazioni. In seguito le confezionarono in pacchetti e le distribuirono ai fratelli.

A Tucumán, Nérida de Luna nascose le pubblicazioni in casa sua. Essa narra: “Nascondemmo dei libri in grossi vasi per i fiori e anfore, su cui mettemmo qualche pianta artificiale, e poi le scatole della letteratura nella lavanderia. Una mattina due soldati perquisirono tutta la casa, inclusa la zona della lavanderia, mentre noi stavamo a guardare pregando con fervore. Non trovarono nulla”.

Provveduto il cibo spirituale

Naturalmente tutte le pubblicazioni che i fratelli riuscivano a ricuperare e a nascondere, per quante fossero, si esaurivano in fretta. Ma Geova continuò a provvedere loro cibo spirituale. La tipografia di Via Fitz Roy era chiusa, tuttavia le operazioni di stampa proseguirono in altri luoghi a Buenos Aires. Le riviste venivano stampate anche nelle province di Santa Fe e Córdoba. Dopo la stampa le pagine erano inviate altrove per essere raccolte e cucite. Dapprima le congregazioni ricevevano una sola rivista per gruppo di studio, ma poi le copie aumentarono a una per proclamatore. Una di queste tipografie funzionava nell’attico di una casa ad appena due isolati dagli uffici presidenziali.

Rubén Carlucci, che durante il bando si occupò della stampa e della spedizione delle pubblicazioni, ricorda la volta in cui la padrona della casa nella quale si faceva il lavoro di stampa venne ad avvertirli che la polizia militare stava perquisendo le case una per una. Immediatamente i fratelli smisero di stampare e caricarono in fretta ogni cosa su un camioncino, tranne la macchina da stampa. Rubén rammenta: “La perquisizione era così estesa che eravamo circondati e non potevamo abbandonare la zona. Adocchiammo un ristorante nei pressi, entrammo e attendemmo che la perquisizione finisse. Dovemmo aspettare quattro ore, ma ne valse senz’altro la pena, perché i fratelli ricevettero le loro preziose pubblicazioni”.

“Pepita la pistolera”

Per un certo tempo La Torre di Guardia e Svegliatevi! vennero cucite segretamente in un edificio in costruzione della capitale. Quell’edificio in origine sarebbe dovuto essere una Sala del Regno. Luisa Fernández, da tempo membro della famiglia Betel, si occupava di quel lavoro. Una mattina Luisa e i suoi compagni avevano appena cominciato a lavorare quando qualcuno bussò alla porta. Era un ispettore di polizia! Li informò che i vicini avevano denunciato il disturbo arrecato dal rumore delle macchine. “Era del tutto comprensibile, perché la spillatrice era così rumorosa che l’avevamo soprannominata ‘Pepita la pistolera’”, racconta Luisa.

Proprio in quel momento arrivò un membro del Comitato di Filiale e spiegò cosa facevamo. L’ispettore disse: “Se quando torno questo pomeriggio qui non c’è nessuno, io non ho visto nulla”. Subito i fratelli cominciarono a caricare tutto su alcuni camion, e nel giro di due ore non c’era più nessuna traccia del lavoro di cucitura delle riviste.

Dove portarono le macchine? Benché la tipografia della filiale fosse stata chiusa, era possibile entrare nell’edificio dalla porta posteriore. Luisa e altri portarono tutto nella vecchia tipografia della Betel e continuarono a cucire le riviste lì, senza essere notati!

Meglio di un biscottificio

Per produrre e distribuire le riviste in tutta l’Argentina, fu necessario installare l’attrezzatura per la cucitura delle riviste anche in altre parti del paese. Leonilda Martineli, pioniera speciale dal 1957, compiva insieme ad altri questo genere di lavoro a Rosario. Quando arrivava il materiale stampato da raccogliere e cucire, i fratelli e le sorelle incaricati montavano un lungo tavolo su cui ponevano le pagine in sequenza. Poi, partendo da un’estremità, ciascun lavoratore le raccoglieva prelevandone una per volta finché giungeva all’altra estremità. Dopo che le riviste finite erano state impilate, bisognava comprimerle per farne uscire l’aria, in modo da poterne mettere di più in una scatola. Siccome non avevano una pressa idraulica, una sorella corpulenta si offrì di calcarle lei. Quando una bella pila di riviste era pronta, lei ci si sedeva sopra finché erano ben pressate. Poi qualcun altro le sistemava ordinatamente nelle scatole. Questo metodo funzionava così bene che i lavoratori incoraggiarono la sorella a non mettersi a dieta!

Nella città di Santa Fe, la famiglia Gaitán mise a disposizione la propria casa per il lavoro di cucitura delle riviste. Nonostante le precauzioni i vicini notavano le scatole che entravano e uscivano dalla casa. Pensavano che la famiglia fabbricasse biscotti. Poi, nel 1979, la filiale trasferì le attività in un altro posto. I vicini, perplessi, chiesero se il biscottificio aveva chiuso i battenti. La sorella Gaitán ricorda: “I nostri ‘biscotti’ erano squisiti e molto più nutrienti di quanto i vicini immaginassero!”

Consegna della letteratura

Consegnare le riviste e altre pubblicazioni ai fratelli era pure un’impresa. Nella zona di Buenos Aires e dintorni si organizzò un itinerario per rifornire di riviste depositi della letteratura situati in punti strategici. Una volta Rubén Carlucci stava trasportando le riviste e doveva fare un’ultima consegna quando un poliziotto gli fece segno di spostarsi verso il lato della strada dietro la camionetta. Rubén ubbidì nervosamente, pregando intanto Geova che lo aiutasse. Quando si fu accostato al marciapiede e si fu fermato, l’agente si avvicinò al camion e disse: “Sarebbe così gentile da darmi una spinta? Il mio furgone non parte”. Rubén, tirando un sospiro di sollievo, fu ben felice di fargli il favore. Poi tutto contento se ne andò a finire le sue consegne!

Dante Doboletta, che serviva come sorvegliante di circoscrizione nella zona di Rosario (Santa Fe), andava a prendere le riviste nello stabilimento in cui venivano cucite e le distribuiva alle congregazioni della sua circoscrizione. Questo significava fare un giro di 200 chilometri almeno due volte al mese. Per evitare di essere visto, faceva quei giri la sera tardi, partendo dopo aver finito la sua attività con una congregazione e tornando anche all’alba. Una volta vide una lunga fila di auto ferme a un posto di blocco, dove più di 30 soldati armati fino ai denti controllavano minuziosamente i documenti e il bagaglio di ognuno. Un soldato chiese a Dante: “Cos’ha nella macchina?”

“Le mie cose”, rispose Dante.

Il soldato disse: “Su, apra il bagagliaio”.

Dante soggiunse: “Siamo testimoni di Geova. Cosa pensa che possiamo portare?”

Un altro soldato, avendo sentito per caso la conversazione, disse: “Lasciali andare. I testimoni di Geova non trasportano mai armi o merce di contrabbando”. Dante riuscì a consegnare per due anni le pubblicazioni senza essere perquisito.

Non abbandonarono le adunanze

Dalla settimana stessa in cui fu imposto il bando, i testimoni di Geova in Argentina ‘non abbandonarono la loro comune adunanza’. (Ebr. 10:25) Si radunavano in piccoli gruppi, cambiando frequentemente il luogo e l’orario. Questo voleva dire più lavoro per gli anziani, che spesso dovevano condurre la stessa adunanza varie volte in case diverse.

Nella cittadina di Totoras l’unico luogo disponibile per le adunanze si trovava al centro. I Testimoni locali presero quindi precauzioni extra. Il padrone di casa, il fratello Reverberi, fece quello che sembrava un normale tavolo con un cassetto per le cianfrusaglie. Se ne poteva però sollevare il piano e dentro c’era spazio per nascondere libri e riviste. Se qualcuno bussava alla porta, tutte le pubblicazioni venivano velocemente infilate nel tavolo!

I proclamatori si vestivano alla buona per le adunanze. A volte le sorelle avevano i bigodini in testa, indossavano i pantaloni e portavano la borsa della spesa. Le adunanze erano affettuosamente chiamate mateadas. Il mate (tè del Paraguay) è una bevanda che di solito si prende con i biscotti o la torta. Riunirsi per bere il mate è un’usanza molto comune in Argentina, quindi un ambiente simile era l’ideale per mascherare le riunioni spirituali.

Ci furono comunque momenti carichi di tensione. Teresa Spadini era una sorella fedele e ospitale che aveva un’ottima reputazione nel vicinato. Durante una visita del sorvegliante di circoscrizione, in casa sua si radunarono in 35 per l’adunanza. D’un tratto un’auto della polizia si fermò davanti alla casa e un poliziotto bussò alla porta. Immediatamente il fratello che stava pronunciando il discorso si sedette insieme agli altri. La sorella andò ad aprire, e l’agente alla porta le chiese: “Teresa, posso usare il suo telefono?”

Quando l’agente vide il gruppo radunato, Teresa spiegò: “Stiamo avendo una riunione di famiglia”. Mentre lui chiamava la stazione di polizia, quelli del gruppo trattennero il fiato, pensando che avrebbe chiesto un furgone cellulare per portarli tutti via. Invece, con loro gran sollievo, la telefonata aveva a che fare con un’altra faccenda. Finito di telefonare, si rivolse a Teresa e la ringraziò. Poi guardò il gruppo e disse: “Scusate se vi ho interrotto. Buona riunione”.

Irruzioni della polizia

In un’occasione in cui un gruppo si era radunato per un battesimo, un vicino denunciò l’adunanza alla polizia. Poiché avevano già predisposto un asado, o barbecue, per nascondere il vero scopo dell’adunanza, i fratelli andarono avanti secondo il programma. L’arrosto è una delle pietanze preferite dagli argentini, per cui nessuno faceva caso a una riunione così piacevolmente camuffata. Quando gli “ospiti” inattesi arrivarono su un camion militare, i fratelli e le sorelle li invitarono cordialmente a mangiare con loro. I soldati declinarono l’invito e se ne andarono senza sapere cosa ci sarebbe stato per “dessert”!

A volte il linguaggio dei testimoni di Geova si rivelò una protezione. In una circostanza i vicini chiamarono le autorità per informarle che in un’abitazione si stava tenendo un’adunanza, ma gli agenti arrivarono dopo che erano andati via tutti, eccetto gli anziani. La polizia bussò alla porta e la sorella che abitava lì rispose: “Se ne sono andati tutti, tranne i servitori”.

Gli agenti risposero: “Beh, non vogliamo i servitori, vogliamo i capi!” E se ne andarono a mani vuote.

Predicazione sotto il bando

Nonostante le restrizioni, l’attività di predicazione continuava. Naturalmente in quelle circostanze difficili i fratelli usavano cautela. Di solito non più di due Testimoni predicavano contemporaneamente nello stesso territorio. Sara Schellenberg ricorda in che modo visitava le persone a Buenos Aires: “Facemmo piantine del territorio così minuscole che entravano nel palmo di una mano. Sul retro c’era un foglio di carta piegato a fisarmonica con un elenco di tutti i numeri delle case. Girando intorno a un isolato bussavamo a una sola casa per lato e la cancellavamo dall’elenco, affinché il successivo proclamatore che avrebbe predicato nel territorio andasse a una casa diversa. Poi passavamo a un altro isolato e bussavamo a un’altra casa”.

Poco tempo dopo che fu adottata questa strategia, Cecilia Mastronardi stava predicando da sola. Aveva appena bussato a una porta, quando d’un tratto apparve un poliziotto in motocicletta. “Mi chiese cosa stavo facendo lì”, dice Cecilia. “L’unica cosa che mi venne in mente fu di dargli testimonianza e presentargli il libro L’uomo è venuto per mezzo dell’evoluzione o per mezzo della creazione? Accettò il libro, mi diede la contribuzione e mi salutò cordialmente. Allora capii che non si era fermato per arrestarmi, ma che abitava proprio dove stavo bussando!”

Si usarono svariati metodi per camuffare l’attività di predicazione. Una sorella iniziò appositamente a lavorare per una ditta di cosmetici per poter andare di casa in casa e parlare alle clienti. María Bruno, che ora ha 86 anni ed è pioniera regolare da 29 anni, portava con sé una borsa da cui facevano capolino delle piante attirando così le donne di casa a cui piaceva parlare di giardinaggio. In tal modo riusciva a intavolare delle conversazioni che le permettevano di piantare semi di verità.

Anche Juan Víctor Buccheri, un negoziante che si era battezzato poco dopo l’entrata in vigore del bando, desiderava parlare ad altri della buona notizia che aveva conosciuto. Alle pareti del suo negozio aveva appeso immagini religiose e poster di personaggi famosi dello spettacolo e dello sport. Così li rimpiazzò con figure di paesaggi sotto cui erano scritti versetti biblici. Che sorpresa per i suoi clienti! Il fratello Buccheri dava testimonianza a quelli che lo interrogavano circa le figure o i passi scritturali; così facendo iniziò più di dieci studi biblici. Alcuni accettarono la verità e oggi sono ancora fratelli fedeli.

Quelli con la Bibbia verde

Le difficoltà create dal bando insegnarono ai proclamatori dell’Argentina ad essere ministri migliori. Dato che alla visita iniziale usavano solo la Bibbia, divennero esperti nel trovare versetti biblici per superare obiezioni e confortare le persone.

Per non destare sospetti a volte usavano una Bibbia diversa dalla Traduzione del Nuovo Mondo. Una volta un fratello che usava la Torres Amat, una Bibbia cattolica in spagnolo antico, ebbe una sorpresa. La padrona di casa, dopo averlo ascoltato leggere alcuni brani e non avendone capito il senso, disse che gli avrebbe fatto vedere una Bibbia molto più comprensibile. Con grande stupore del fratello, si presentò con la Traduzione del Nuovo Mondo!

A quel tempo la Traduzione del Nuovo Mondo aveva la copertina verde. La comunità era stata quindi avvertita di non ascoltare quelli che portavano una Bibbia verde. Ma poiché pochi erano d’accordo con le restrizioni imposte dal governo, questo servì solo a destare la curiosità della gente. Una padrona di casa chiese a una sorella di che colore fosse la sua Bibbia. Candidamente la sorella rispose che era verde. Allora la signora disse: “Bene, voglio ascoltare cos’hanno da dire quelli con la Bibbia verde”. La sorella fu invitata a entrare e ne seguì una discussione animata.

Chi ha i libri?

Per un po’ i Testimoni argentini continuarono a predicare usando le pubblicazioni che tenevano nascoste. Ma col tempo quelle scorte si esaurirono ed era impossibile importare altra letteratura. Tuttavia chiusi nel deposito della filiale c’erano 225.000 libri che erano stati sequestrati.

La polizia federale decise di confiscare i libri sequestrati e di venderli a una ditta che riciclava la carta. L’autotrasportatore con cui si era accordata avrebbe dovuto recarsi alla Betel, prendere i libri e portarli all’impianto di riciclaggio. Si diede il caso che l’autista avesse studiato la Bibbia con un suo vicino testimone di Geova. Quando vide cosa stava trasportando, chiese al suo ex vicino se ai testimoni di Geova sarebbe piaciuto comprare quei libri. Furono presi i necessari accordi e, con l’autorizzazione della polizia, i libri furono trasportati in un luogo indicato dalla filiale! Così, nonostante l’opera fosse proscritta, furono disponibili 225.000 libri da riciclare in maniera ben diversa da quella prevista dalle autorità!

Geova inoltre sostenne i suoi servitori servendosi di fratelli coraggiosi che si offrirono di portare da altri paesi i libri pubblicati dalla Società. Norberto González, un pioniere regolare, racconta: “Una volta un membro del Comitato di Filiale dell’Uruguay ci affidò 100 copie del libro di testo per la Scuola di Ministero del Regno da consegnare ai fratelli responsabili in Argentina. Riuscimmo a introdurre nel paese queste preziose informazioni, e come saltavamo tutti dalla gioia dopo avere attraversato senza problemi la dogana!” Forse l’unico fratello a non poter saltare fu quello che aveva nascosto il materiale nella sua gamba di legno!

I Testimoni argentini impararono ad apprezzare più che mai le pubblicazioni della Società. Quando era stato imposto il bando ogni gruppo di studio riceveva solo una copia della Torre di Guardia. Quell’unica rivista veniva fatta girare tra i proclamatori, che copiavano le domande e le risposte per poter partecipare allo studio. (Filip. 4:12) La copertina della Torre di Guardia era in bianco per camuffare il contenuto, ma il cibo spirituale all’interno era ottimo. Queste particolari disposizioni servirono a rafforzare e a unire i fratelli.

Come nascondere un’assemblea

I fratelli argentini furono nutriti spiritualmente mediante adunanze tenute in piccoli gruppi nelle quali si usava qualsiasi pubblicazione disponibile. Ma in che modo riuscirono a beneficiare delle tre assemblee annuali come il resto dei testimoni di Geova in altre parti del mondo? Le prime assemblee dopo l’entrata in vigore del bando furono chiamate assemblee pilota. Vi assistevano solo gli anziani e le loro famiglie. Poi gli anziani ripetevano il programma nelle rispettive congregazioni. Héctor Chap, che da molti anni è un instancabile sorvegliante viaggiante, dice: “A volte riuscivamo a tenere l’assemblea all’aperto. Essendo in campagna, eravamo circondati dagli animali della fattoria, ma non ci facevamo neppure caso perché eravamo intenti ad ascoltare ciò che veniva detto. Diversi fratelli registravano il programma per chi non era potuto essere presente. Dopo era molto probabile che si facessero un mucchio di risate, poiché i discorsi erano accompagnati da muggiti, ragli e chicchirichì”.

I fratelli chiamavano affettuosamente le assemblee “picnic” perché spesso si tenevano in campagna. Uno dei luoghi preferiti nella provincia di Buenos Aires era una zona rurale chiamata Strago Murd, nei pressi del confine con la provincia di Santa Fe. Era un posto ideale perché circondato da alberi, che servivano bene da riparo. Ma un giorno i partecipanti al “picnic” furono scioccati scoprendo che i begli alberi erano stati tagliati! Pur non avendo nulla che li nascondesse, andarono avanti con il loro “picnic”, usando un ceppo come podio per l’oratore e gli altri come panche per i presenti.

Un altro luogo usato dai fratelli per le assemblee era una fabbrica di proprietà di un testimone di Geova. Egli aveva un grosso furgone e lo usava per andare a prendere quelli che volevano assistere all’assemblea. L’autista faceva il giro col furgone, vi stipava dentro dai 10 ai 15 fratelli alla volta, tornava alla fabbrica e li faceva scendere dentro il garage. In tal modo un centinaio di persone potevano radunarsi senza essere notate dai vicini o dalla polizia. Altri Testimoni argentini in quegli anni si recarono in Brasile e in Uruguay per beneficiare del cibo spirituale alle assemblee.

Adunanze in prigione

Già prima del bando imposto nel 1976 molti nostri giovani fratelli avevano affrontato prove di lealtà a motivo della loro neutralità cristiana. Poiché seguivano il principio biblico contenuto in Isaia 2:4 di ‘non imparare la guerra’, molti furono condannati a pene che andavano dai tre ai sei anni di carcere.

Tuttavia anche in prigione escogitarono modi per studiare la Bibbia e tenere le adunanze, e in più parlavano ad altri con zelo del messaggio del Regno. Anziani delle congregazioni vicine visitavano volentieri questi giovani fedeli per dare loro incoraggiamento ed essenziale cibo spirituale.

Per aver rifiutato di indossare la divisa militare, Omar Tschieder, che serve alla Betel dal 1982, fu recluso dal 1978 al 1981 nella prigione militare di Magdalena, nella provincia di Buenos Aires. In questa prigione c’erano diversi settori con 20 celle, ciascuna di due metri per tre, che si affacciavano sullo stesso corridoio. Per tenere le loro adunanze i Testimoni detenuti usavano le tre celle in fondo al corridoio. Potevano riunirsi soltanto in 10 o 12 per volta, così spesso c’erano dalle 8 alle 14 adunanze la settimana.

I fratelli si organizzarono in modo che uno di loro stesse di guardia allo spioncino e avvertisse il gruppo se qualcuno si avvicinava. Escogitarono diversi segnali per avvisare il gruppo. A volte chi era di guardia semplicemente picchiava al muro. Altre volte veniva legata una cordicella tra il guardiano e qualcuno nell’uditorio. In caso di pericolo il guardiano tirava la cordicella e quello all’altro capo avvertiva il gruppo. Un altro segnale consisteva nel pronunciare una frase contenente una parola d’ordine. Ad esempio, il guardiano gridava: “Qualcuno ha una busta?” Sentendo la parola “busta” i fratelli correvano a rifugiarsi. Ciascuno aveva un posto stabilito in cui nascondersi — sotto il letto, dietro la porta — dovunque il secondino non potesse vederli se avesse guardato attraverso la spia. Questa frenetica attività si svolgeva silenziosamente e in pochi secondi. Bisognava essere bene organizzati!

Una volta, durante un’adunanza, i fratelli si nascosero in fretta dopo essere stati avvertiti che nel settore stava entrando un estraneo. Un detenuto che non era testimone di Geova aprì la porta e mise qualcosa sul tavolo. Mentre usciva si guardò attorno e chiese: “Perché vi nascondete tutti?” Proprio in quel momento una guardia stava suonando il fischietto per chiamare dei volontari a fare i lavori di pulizia. I fratelli risposero: “Non vogliamo che lui ci veda”. L’uomo li compatì e se ne andò immediatamente. I fratelli terminarono l’adunanza senza altre interruzioni.

Biblioteca segreta nella prigione

Grazie alla loro buona condotta, ai Testimoni furono affidate altre mansioni all’interno della prigione. I fratelli facevano funzionare le macchine da stampa del carcere e avevano la responsabilità del cinema, dell’infermeria e del salone del barbiere. Essi sfruttarono appieno quei ben meritati privilegi per promuovere gli interessi del Regno. Ad esempio, dalla pianta della prigione di Magdalena risultava che il cinema era rettangolare, nonostante gli angoli fossero arrotondati. Quindi dietro i muri c’era uno spazio alto quasi due metri e mezzo, largo un metro e ottanta e profondo un metro e venti. Era ottimo come libreria, che venne rifornita di Bibbie e pubblicazioni della Watch Tower Society!

Héctor Varela, che trascorse tre anni in quella prigione, spiega che i fratelli potevano entrare lì dentro togliendo un pannello da una parete della sala di proiezione e poi arrampicandosi su un’impalcatura. I libri venivano nascosti anche nelle credenze delle sale da pranzo.

Ogni tanto ai fratelli era accordato il permesso di lasciare la prigione per fare una breve visita ai familiari. Di solito questi fratelli approfittavano dell’occasione per portare gli ultimi numeri delle riviste La Torre di Guardia e Svegliatevi! Rodolfo Domínguez, che ora è un sorvegliante viaggiante, racconta cosa accadde una volta: “Avevamo messo La Torre di Guardia e Svegliatevi! sotto i vestiti. Quando giungemmo alla prigione c’era una lunga fila perché le guardie stavano facendo un’attenta perquisizione. A poco a poco ci avvicinavamo al punto in cui avveniva l’ispezione. Poi, proprio quando arrivò il nostro turno, cambiò la guardia e l’ispezione fu sospesa!”

“In prigione tenevamo tutte le adunanze di congregazione”, prosegue il fratello Domínguez. “Infatti lì pronunciai il mio primo discorso pubblico”. I Testimoni detenuti rappresentavano perfino drammi biblici in costume, e questo perché riuscivano a far entrare nella prigione oggetti personali durante le visite dei familiari. Le guardie non immaginavano a cosa sarebbero serviti sandali, mantelli e cose simili.

Fare discepoli dietro le sbarre

L’opera di predicare e fare discepoli prosperava anche dietro le sbarre. Uno che trasse beneficio dallo zelo e dall’eccellente condotta dei fratelli in prigione fu Norberto Hein. Prestava servizio nelle forze armate argentine, quando fu messo in prigione con l’accusa di abuso di droga. In vari penitenziari incontrò giovani Testimoni detenuti per obiezione di coscienza. Colpito dal loro atteggiamento, mentre era nella prigione di Puerto Belgrano chiese uno studio biblico. Nel giro di un mese finì di studiare il libro La Verità che conduce alla Vita Eterna. Poi fu trasferito nella prigione di Magdalena e nel 1979, mentre era ancora lì, si battezzò.

“Il discorso del battesimo fu pronunciato una domenica verso le nove di sera”, ricorda Norberto. “Eravamo una decina di presenti, ma altri fratelli erano fuori della cella a fare la guardia. Dopo il discorso andai con due fratelli nella sala da pranzo dove c’era un grande acquaio in cui si lavavano le stoviglie”. La “vasca del battesimo” era piena d’acqua fredda, e Norberto lo ricorda benissimo dato che era inverno!

Benché perseguitato perché si era unito ai testimoni di Geova, rimase saldo e continuò a servire Geova. (Ebr. 11:27) Norberto e sua moglie María Esther servono fedelmente alla Betel da oltre 15 anni.

‘Non chiedere a Dio di punirmi’

Molte guardie carcerarie erano tolleranti con i Testimoni, ma alcune no. Un capoguardia di una prigione militare, un uomo violento, privava i fratelli del cibo e delle coperte tutte le volte che era di turno. Hugo Coronel narra: “Una mattina prima dell’alba questa guardia spalancò la porta della mia cella con un calcio, mi trascinò fuori e indicando cinque soldati armati disse che la mia ora era arrivata. Cercò di farmi firmare un foglio con cui avrei rinnegato la mia fede. Quando rifiutai, mi disse di scrivere una lettera a mia madre perché presto sarei morto. Infuriato, mi mise poi contro un muro e comandò al plotone di puntare i fucili e fare fuoco. Sentii solo scattare i grilletti. I fucili non erano carichi. Era stato solo uno stratagemma per cercare di farmi cedere. La guardia venne da me pensando che mi avrebbe trovato a piangere per la paura. Vedendomi calmo, perse il controllo e si mise a urlare. Fui riportato in cella, un po’ scosso ma felice che Geova avesse esaudito le mie preghiere di rimanere saldo”.

Qualche giorno prima che Hugo venisse trasferito in un’altra prigione, il capoguardia annunciò a tutta la caserma che l’indomani lo avrebbe costretto a indossare la divisa militare. Neppure Geova glielo avrebbe impedito, disse. Che accadde? “L’indomani”, narra Hugo, “venimmo a sapere che la guardia aveva perso la vita rimanendo decapitata in un terribile incidente automobilistico. Fu un duro colpo per tutti quelli che erano nella prigione. La maggioranza pensò che Dio avesse punito quel soldato per le sue vanterie e le sue minacce. Infatti la guardia che quella sera mi riportò in cella mi supplicò di non chiedere a Dio di punire anche lui!” Attualmente Hugo serve come anziano a Villa Urquiza (Misiones).

Una cosa è certa: questi giovani che rifiutarono il servizio militare si mantennero integri in circostanze molto difficili. Alcuni furono minacciati di morte dalle autorità carcerarie. Altri furono picchiati, privati del cibo o messi in isolamento. Nonostante i maltrattamenti, con la loro fede e la loro integrità questi fratelli diedero una poderosa testimonianza sia ai militari che agli altri detenuti.

Utilità del regolare studio familiare

Anche i bambini furono chiamati a ‘fare una difesa davanti a chiunque chiedesse loro ragione della loro speranza’. (1 Piet. 3:15) Quando i figli di Juan Carlos Barros, allora rispettivamente di sette e otto anni, frequentavano le scuole pubbliche, la direttrice chiese al più grande di salutare la bandiera di fronte a tutta la classe. Poiché il bambino rifiutò, si mise a urlare, lo picchiò e lo spinse contro la bandiera. Ma lui continuò a rifiutarsi. Allora portò i due bambini nel suo ufficio e cercò per un’ora di costringerli a cantare inni patriottici. Quando tutti i suoi sforzi fallirono, decise di espellerli.

Questo caso fu portato davanti a un tribunale amministrativo. Durante l’udienza il giudice prese da parte i bambini per interrogarli. Le loro risposte sconvolsero tanto il giudice che cominciò a tremare, diede un pugno sul tavolo e uscì dall’aula. Tornò un quarto d’ora dopo, ma ancora visibilmente scosso. Tuttavia la decisione fu a favore dei Testimoni! Dopo avere emanato una sentenza favorevole, il giudice disse al fratello Barros: “Che bella famiglia avete! Se tutte le famiglie avessero questi elevati princìpi, il paese sarebbe in condizioni migliori”. Il fratello Barros dice: “Questa esperienza mi confermò quanto sia proficuo avere un regolare studio familiare affinché i nostri figli siano preparati per rimanere saldi”. Finalmente nel 1979 la Corte Suprema dell’Argentina decise che i bambini avevano diritto all’istruzione.

Di nuovo tempi favorevoli

Dal 1950 la filiale presentava a ogni nuovo governo la domanda perché i testimoni di Geova venissero legalmente riconosciuti come religione. Per ottenere il riconoscimento giuridico si doveva seguire una determinata procedura. Bisognava prima costituire un ente giuridico con un certo numero di membri e con scopi sociali e religiosi, come quello di insegnare la Bibbia. Poi questo ente giuridico doveva essere registrato e il governo doveva dichiarare legittimi tali scopi. Se il governo dava la sua approvazione, veniva assegnato un numero di iscrizione. Con questo numero si poteva fare domanda per avere il riconoscimento giuridico come organizzazione religiosa. Fino al 1981 i testimoni di Geova furono respinti con il pretesto che i loro scopi sociali e religiosi fossero antigiuridici, dato che la loro opera era proibita.

Nel novembre 1976, solo due mesi dopo che l’opera dei testimoni di Geova era stata proscritta per la seconda volta, la filiale presentò una petizione al tribunale nazionale argentino perché fosse revocato il bando. Inoltre la filiale ricorse in appello nei casi riguardanti l’espulsione di bambini Testimoni dalla scuola per essersi rifiutati di partecipare a cerimonie patriottiche, l’incarcerazione di fratelli per la loro obiezione di coscienza e la confisca delle pubblicazioni della Società.

Il 10 ottobre 1978 questi appelli furono presentati anche alla Commissione interamericana per i diritti dell’uomo. La commissione stabilì che il governo aveva violato i diritti umani dei testimoni di Geova e raccomandava che venisse tolto il bando.

Il 12 dicembre 1980 il regime militare de facto accettò la raccomandazione della Commissione interamericana per i diritti dell’uomo e revocò il bando. Ciò permise al popolo di Geova in Argentina di radunarsi liberamente. Che gioia diede questo ai fratelli! Tuttavia, nonostante le attività dei testimoni di Geova non fossero più proibite, la loro organizzazione religiosa doveva ancora essere riconosciuta legalmente.

Finalmente, il 9 marzo 1984, il governo riconobbe come religione l’Associazione dei Testimoni di Geova. I lunghi anni di lotta per ottenere il riconoscimento giuridico erano terminati. Ora le Sale del Regno potevano essere contraddistinte da un’insegna. Che gioia ci fu tra i fratelli in Argentina! Tutti fecero eco alle parole del salmista: “Geova ha fatto una cosa grande in ciò che ha fatto con noi”. — Sal. 126:3.

Ma il riconoscimento giuridico implicava molto più che avere un’insegna all’esterno delle Sale del Regno. Ciríaco Spina, un anziano cristiano di Buenos Aires, ha detto: “Quando il bando fu abolito e potemmo tenere di nuovo grandi assemblee, era nostro desiderio usare il miglior locale che ci fosse per onorare il nostro Dio, Geova. Avevamo più volte cercato di usare lo Stadio Comunale di Mar del Plata, ma non essendo legalmente riconosciuti non ci era mai stato concesso. Poi nel 1984, grazie a Geova, i Testimoni ottennero il riconoscimento giuridico. Adesso per le nostre assemblee possiamo usare sia lo Stadio Comunale che, da qualche anno a questa parte, il nuovo Centro Sportivo”.

Erano anni che i fratelli non godevano dell’incoraggiante atmosfera di un grande raduno, così la filiale decise di trarre il massimo beneficio dall’imminente visita del sorvegliante di zona, Fred Wilson. In meno di due settimane si presero disposizioni per invitare i fratelli dell’area urbana di Buenos Aires allo stadio Vélez Sarsfield per la prima grande adunanza dopo l’abolizione del bando. Nonostante il breve preavviso, il 15 febbraio 1984 una folla di quasi 30.000 persone partecipò alla gioiosa “festa” spirituale. — Sal. 42:4.

Effetto prodotto dal bando

Sotto il regime militare migliaia di persone erano scomparse ed erano state messe a morte. Eppure, nonostante la posizione del governo nettamente contraria ai testimoni di Geova, nessun Testimone era fra gli scomparsi.

Non solo i Testimoni avevano avuto salva la vita, ma avevano ricevuto una migliore pubblicità a motivo del bando. Prima d’esso, quelli che chiedevano loro a che religione appartenessero rimanevano disorientati sentendo rispondere: “Testimoni di Geova”. Dopo non era più così. Susana de Puchetti, che da 37 anni serve come ministro a tempo pieno, ha detto: “Cessato il bando non eravamo più chiamati Figli di Geova o I Geova; né venivamo più confusi con i gruppi evangelici. Durante il bando il nostro nome esatto era stato menzionato spesso alla radio e sul giornale: il felice esito fu che finalmente la gente riconosceva il nome Testimoni di Geova”.

La legge concede l’esenzione dal servizio militare

Più o meno nello stesso periodo la dott. María T. de Morini, sottosegretario ai culti, che si era adoperata per il riconoscimento dell’Associazione dei Testimoni di Geova come religione, dispose un importante incontro tra alcuni rappresentanti dei testimoni di Geova, il segretario ai culti e il ministro della Difesa. Lo scopo dell’incontro era di prendere in esame l’esenzione dei testimoni di Geova dal servizio militare. Il Comitato di Filiale sperava di far dispensare i pionieri regolari dall’obbligo del servizio militare, ma le autorità avevano intenzione di andare oltre.

Le autorità erano disposte a concedere l’esenzione a chiunque fosse considerato uno studente, e tutti coloro che erano iscritti alla Scuola di Ministero Teocratico erano considerati studenti di teologia. Quando un fratello battezzato compiva 18 anni e riceveva la chiamata alle armi, gli anziani della sua congregazione dovevano compilare e firmare un modulo attestante la sua buona condotta. Il modulo veniva inviato alla filiale e poi inoltrato all’ufficio di registrazione dei culti, il quale a sua volta rilasciava un certificato che il fratello doveva presentare alle autorità militari per essere esonerato dal servizio. Questo sistema efficiente fu usato finché negli anni ’90 cessò il servizio militare obbligatorio.

Sorprendente crescita dappertutto

Per tutto il periodo tra il 1950 e il 1980 l’opera dei testimoni di Geova era stata vietata dal governo. Durante quel tempo difficoltoso i fratelli avevano continuato zelantemente a predicare la parola. Di conseguenza Geova li aveva benedetti con l’incremento. Nel 1950 in Argentina c’erano 1.416 proclamatori. Nel 1980 ce n’erano 36.050!

Con il riconoscimento giuridico si è avuto un ulteriore incremento in armonia con Isaia 60:22, che dichiara: “Il piccolo stesso diverrà mille, e l’esiguo una nazione potente. Io stesso, Geova, l’affretterò al suo proprio tempo”. Un semplice sguardo ai rapporti provenienti da ogni parte del paese conferma la veracità di queste parole. Ad esempio, dall’abolizione del bando i 70 proclamatori della congregazione di Francisco Solano nell’area urbana di Buenos Aires sono aumentati fino agli attuali 700 in sette congregazioni.

Alberto Pardo, che serve come anziano a Cinco Saltos (Río Negro), ricorda quando lì c’erano solo 15 proclamatori. Oggi ci sono tre congregazioni con un totale di 272 proclamatori e una proporzione di un Testimone ogni 100 abitanti. Marta Toloza, della congregazione di Carmen de Patagones a Buenos Aires, dice: “È meraviglioso pensare al piccolo gruppo che nel 1964 si radunava in una stanzetta e paragonarlo con i 250 fratelli e sorelle che ci sono adesso in tre Sale del Regno”.

A causa della rapida crescita a Palmira e nelle città vicine, ogni fine settimana occorreva tenere il discorso pubblico e lo studio Torre di Guardia in due turni affinché i fratelli e le sorelle stessero più comodi nella Sala del Regno. Per la Commemorazione si prendeva in affitto una sala più grande, dato che i presenti erano regolarmente oltre 250. Dal 1986 si sono formate congregazioni in quattro delle città che in origine erano assegnate alla congregazione di Palmira.

L’originale congregazione di 33 proclamatori a José León Suárez nell’area urbana di Buenos Aires si è ingrandita fino a diventare cinque congregazioni. Juan Schellenberg, un anziano locale, dice: “Ogni volta che abbiamo formato una nuova congregazione il nostro territorio si è rimpicciolito. Adesso abbiamo una piccola parte di territorio lunga appena 16 isolati e larga 8. Copriamo tutta l’area assegnata una o due volte la settimana. Molti ai quali predichiamo sono apatici, eppure abbiamo ancora belle esperienze e riusciamo a iniziare studi biblici. La Sala del Regno è in una posizione centrale, quindi quasi tutti i 100 proclamatori possono venire alle adunanze a piedi”.

Un ottimo spirito di pioniere

Con l’abolizione del bando si aprì un vasto campo di attività. In molti territori c’era estremo bisogno di proclamatori del Regno.

Nel dicembre 1983 dieci coppie di pionieri speciali temporanei furono mandate per tre mesi ad avviare l’opera di predicazione in zone che raramente venivano percorse dai testimoni di Geova. Le coppie scelte svolgevano già il servizio di pioniere regolare o ausiliario ed erano state raccomandate dai sorveglianti di circoscrizione. L’obiettivo era dare testimonianza su vasta scala distribuendo pubblicazioni e cercando di iniziare studi biblici. Gli interessati sarebbero stati curati o da proclamatori di congregazioni vicine o per corrispondenza. Questa campagna produsse eccellenti risultati. Ora esistono congregazioni in nove delle dieci città a cui furono mandati quei pionieri.

Una di quei pionieri speciali temporanei era Argentina de González, che insieme al marito fu assegnata a Esquina. Arrivarono in quella città con i loro quattro bambini. Tre volte la settimana una camera da letto nella loro abitazione veniva trasformata in luogo di adunanza. Quando andavano di casa in casa, quasi sempre la gente li invitava a entrare. Dapprima il padrone o la padrona di casa voleva sapere da dove venivano, quanti figli avevano e dove abitavano. “Una volta che avevamo soddisfatto la loro curiosità”, dice Argentina, “erano abbastanza disposti ad ascoltare il nostro messaggio. Riuscii a iniziare sette studi biblici, uno dei quali con una donna e i suoi quattro figli. Cominciarono immediatamente a frequentare le adunanze e non ne persero mai una. Nel giro di pochi mesi la madre si battezzò insieme alla figlia, che in seguito divenne pioniera. Mi rallegro sapendo che tutti servono ancora fedelmente Geova”.

Autosufficienti in qualsiasi circostanza

Grazie al loro spirito di pioniere alcuni si adattarono volentieri a cose come tempo rigido, isolamento e condizioni di vita primitive. Quando José e Estela Forte furono mandati come pionieri speciali a Río Turbio nella provincia di Santa Cruz, nella zona non c’erano altri Testimoni né studenti biblici. Le difficoltà erano aggravate dal fatto che Río Turbio è situata nell’estremo Sud dell’Argentina, dove la temperatura scende spesso molto al di sotto dei 15 gradi sotto zero.

I Forte alloggiavano in una stanzetta di una casa che apparteneva a parenti di Testimoni e per raggiungere la congregazione più vicina, a Río Gallegos, dovevano fare un viaggio di 300 chilometri. Una volta, mentre tornavano dall’adunanza, lungo una strada deserta il motore dell’auto si surriscaldò perché il radiatore aveva perso acqua. La temperatura era pericolosamente bassa e cominciarono a sentire ciò che qui la gente chiama sueño blanco, un torpore che porta alla morte. Pregarono Geova di non addormentarsi. Come furono grati quando riuscirono a raggiungere una vicina fattoria dove poterono riscaldarsi e riempire il radiatore!

Per cominciare, i Forte concentrarono la loro predicazione nella zona più popolata e ben presto avevano 30 studi biblici che facevano progresso. In breve tempo nella città si formò un gruppo. Poi si cercò di raggiungere la popolazione sulle montagne e nelle zone rurali. Una volta all’anno José faceva un giro di predicazione di sei o sette giorni a cavallo. Durante uno di questi giri José e il suo compagno si avvicinarono a una fattoria dove furono accolti da una donna che aveva un cane da guardia aggressivo. Quando dissero che erano testimoni di Geova, la donna li guardò e scoppiò a ridere. “No, anche qui!”, disse. Alla domanda perché aveva reagito così, spiegò che aveva abitato a Buenos Aires a due passi dalla Betel, e aggiunse: “Non immaginavo affatto che i testimoni di Geova sarebbero riusciti ad arrivare in un luogo così sperduto, e per giunta vestiti da gauchos”. La donna li invitò a mangiare qualcosa e fecero un’animata conversazione biblica. I tenaci sforzi dei Forte diedero frutto; adesso a Río Turbio c’è una fiorente congregazione di 31 proclamatori.

Una Sala del Regno galleggiante

Decisi ad approfittare del tempo favorevole per predicare, alcuni si impegnarono a dare testimonianza agli abitanti delle isole del delta del Paraná, vicino a Buenos Aires. Dare testimonianza nel delta non è un’impresa da poco a motivo della distanza tra un’isola e l’altra, dei mezzi di trasporto disponibili e delle condizioni climatiche imprevedibili. Fare il viaggio in imbarcazioni private è costoso e può essere pericoloso. Eppure la tenacia diede buoni risultati. Nel 1982 si formò un gruppo isolato appartenente alla congregazione di Tigre.

Per ridurre i costi Alejandro Gastaldini, un fratello della congregazione di Tigre, costruì El Carpincho, un’imbarcazione leggera di plastica, lunga 7 metri e col motore a propano. Più o meno in quel periodo Ramón Antúnez e la sua famiglia, di Buenos Aires, offrirono la loro barca a vela per promuovere gli interessi del Regno nel delta. Oltre a dare entusiasticamente l’esempio, questi fratelli zelanti invitavano i proclamatori di altre congregazioni a sostenere il loro ministero nei fine settimana. Gli studi cominciarono a fiorire e a portare frutto mentre intere famiglie accettavano la verità.

Dato che pochi abitanti di quelle isole avevano un’imbarcazione e i trasporti pubblici scarseggiavano, era difficile per la maggior parte degli interessati assistere alle adunanze. Perciò i fratelli si aiutavano a vicenda per radunarsi e per rafforzarsi l’un l’altro spiritualmente. Ad esempio, per dare a tutti la possibilità di assistere alla Commemorazione, un’imbarcazione faceva il giro passando a prendere i Testimoni battezzati e gli interessati, che in tal modo potevano celebrare la Commemorazione a bordo.

In seguito Carlos Bustos, sua moglie Ana e la figlia Mariana furono mandati come pionieri nel delta. La filiale diede un aiuto pratico acquistando il Precursor, un motoscafo dotato di cucina, bagno e spazio letto per tutti e tre. Il letto di Mariana a poppa era chiamato el sarcófago perché era così stretto che sembrava una bara!

Attualmente nell’area del delta vivono 20 proclamatori, che servono Geova come parte della congregazione di Tigre. Ormai quasi tutti i fratelli hanno la propria imbarcazione e quindi sono meglio equipaggiati per assolvere le loro responsabilità teocratiche. Il sogno di costruire una Sala del Regno di proprietà sembrava però irrealizzabile. Perché?

Trattandosi di una zona soggetta ad alluvioni, i terreni edificabili sono molto costosi. Per un piccolo gruppo che non ha molti mezzi questo ostacolo sembrava insormontabile. Comunque, anche se il terreno scarseggiava l’acqua era abbondante. Perché dunque non costruire una Sala del Regno galleggiante? La filiale prese l’iniziativa di costruire una simile Sala del Regno, e nel giugno 1999 fu completata. Adesso gli anziani della congregazione di Tigre vi si recano a turno per condurre le settimanali adunanze del gruppo.

Raggiunta la popolazione coreana

Oltre a cercare di raggiungere gli abitanti di svariate località geografiche, i testimoni di Geova in Argentina si sforzano di predicare a persone di diverse nazionalità. Nel 1971, prima che fosse imposto il secondo bando, un fratello coreano di nome Hwang Yong Keun e la sua famiglia immigrarono in Argentina e cominciarono a frequentare una congregazione di lingua spagnola. Il fatto che l’opera di fare discepoli tra i coreani è fruttuosa e che altri Testimoni immigrarono dalla Corea rese possibile la formazione di un gruppo coreano a Morón, nella provincia di Buenos Aires. Poco dopo tenevano tutte e cinque le adunanze di congregazione ogni settimana, e questo portò, nel 1975, alla formazione della prima congregazione coreana in Argentina. Un anno dopo dedicarono a Geova la loro prima Sala del Regno.

Durante il bando la congregazione coreana era suddivisa in gruppi. Poiché i fratelli coreani desideravano tanto radunarsi insieme come congregazione, fu disposto che si incontrassero una volta al mese in un parco per il discorso pubblico e lo studio Torre di Guardia. I poliziotti, che non capivano una parola di coreano, non sospettavano affatto che quelle riunioni fossero di natura religiosa.

Dopo l’abolizione del bando il campo coreano ha visto una crescita costante. Poiché i coreani sono sparsi in tutto il paese, per predicare loro e trovare i meritevoli spesso bisogna fare viaggi di centinaia di chilometri. Due o tre volte l’anno i Testimoni coreani si recavano in province distanti alla ricerca dei commercianti coreani. Geova ha benedetto il loro impegno. In media oggi ci sono 288 proclamatori coreani in quattro congregazioni che predicano la parola con zelo.

Fino a non molto tempo fa le congregazioni coreane venivano visitate da un sorvegliante di circoscrizione di lingua spagnola, che aveva bisogno di un interprete per le adunanze, il servizio di campo e le visite pastorali. Ma nel 1997 Steven e June Lee (Yi Sung Ho e Kim Yun Kyeong), diplomati della 102a classe di Galaad, furono mandati a servire le congregazioni coreane in Argentina, Brasile e Paraguay. Dato che i Lee sono di origine coreana e parlano il coreano correntemente, i fratelli traggono grandissimo beneficio dalle loro visite. Tutti sono molto grati di questa disposizione amorevole del nostro Dio imparziale, Geova. — Atti 10:34, 35.

I Lee devono adattarsi in continuazione al clima, all’acqua e al cibo dei tre paesi. In un periodo di sei mesi stanno tre mesi in Argentina, due in Brasile e uno in Paraguay. Pur servendo le congregazioni coreane, devono parlare le lingue locali. Oltre a parlare portoghese in Brasile, i Lee devono abituarsi a uno spagnolo parlato con due accenti diversi. Eppure amano molto questa circoscrizione veramente internazionale. Dopo due anni il numero dei pionieri nella circoscrizione è salito da 10 a 60.

I sordi lodano Geova

Negli anni ’70, allorché alcuni sordi cominciarono a frequentare le adunanze di congregazione, si manifestò un altro gruppo che aveva particolari necessità. Perché i sordi traessero beneficio dalle adunanze occorrevano interpreti della lingua dei segni. Nel 1979 un gruppo si riuniva in casa di Coco e Coca Yanzon, una coppia di sordi di Villa Devoto a Buenos Aires. Quello era solo l’inizio.

Il numero di sordi che accettavano la verità continuò a crescere durante il bando, come pure negli anni ’80 e ’90. Negli anni ’80 i fratelli e le sorelle sordi insieme ai loro interpreti furono assegnati a certe congregazioni di Buenos Aires e sobborghi. L’intero programma veniva tradotto nella lingua dei segni, consentendo ai sordi di trarre beneficio dalle adunanze.

Comunque, i sordi desideravano ardentemente partecipare di più alle attività della congregazione. Così nel 1992 la filiale decise di riunire loro e gli interpreti in un’unica congregazione in lingua dei segni. In tal modo i proclamatori sordi cominciarono ad avere una parte attiva insegnando, facendo commenti e predicando nella propria lingua.

“La congregazione in lingua dei segni è stata la risposta alle mie preghiere”, dice Silvia Mori, una sorella sorda che sta allevando un figlio da sola. “Sono molto felice di stare più a contatto con i fratelli e le sorelle sordi. Prima eravamo sparsi in diverse congregazioni di udenti e ci vedevamo appena una volta la settimana”.

Elba Basani, un’altra sorella sorda, dice: “Quando non c’era nessuna congregazione nella lingua dei segni tendevo a scoraggiarmi, ma adesso sono molto felice perché posso compiere il servizio di pioniere ausiliario, tenermi occupata nel servizio di Geova e avere più contatti con i miei fratelli spirituali. Sono molto grata a Geova”.

Poiché la lingua dei segni è un mezzo di comunicazione visivo, le videocassette della Società sono particolarmente efficaci. La videocassetta I Testimoni di Geova: organizzati per predicare la buona notizia è già disponibile nella lingua argentina dei segni. È inoltre in preparazione la versione su videocassetta dell’opuscolo Cosa richiede Dio da noi? e di altre pubblicazioni. Attualmente in tutta l’Argentina ci sono quattro congregazioni in lingua dei segni, con un totale di 200 proclamatori, tra cui 38 fratelli sordi che prestano servizio come anziani e servitori di ministero.

Aiuto per la popolazione di lingua inglese

Verso la fine del 1993 certe imprese straniere aprirono filiali in Argentina. Alcuni dipendenti mandati in Argentina erano Testimoni battezzati che non parlavano tanto lo spagnolo ma capivano l’inglese. Per aver cura dei loro bisogni spirituali e raggiungere il crescente numero di persone nel campo di lingua inglese, è stata formata a Buenos Aires la prima congregazione di lingua inglese del paese. Alcuni argentini che conoscono l’inglese si sono messi a disposizione per sostenere la nuova congregazione.

Da quando nel giugno 1994 si è aperta questa congregazione si sono battezzate dieci persone, e molte altre che risiedono temporaneamente in Argentina traggono pieno beneficio dalle adunanze perché sono tenute in una lingua che essi comprendono.

Una giovane mapuche apre le porte

Aiutare “ogni sorta di uomini” a ‘venire all’accurata conoscenza della verità’ significa anche raggiungere le popolazioni indigene nelle riserve. (1 Tim. 2:4) Nella provincia sud-occidentale di Neuquén c’è una riserva amerindia mapuche nella quale il capo del clan non permetteva ai Testimoni di entrare a causa del comportamento tenuto in precedenza da altri gruppi religiosi. Una giovane mapuche, Patricia Sabina Guayquimil, accettò alcune pubblicazioni dalla madre, che a sua volta le aveva ricevute mentre lavorava fuori della riserva. Patricia scrisse alla filiale chiedendo altre informazioni. Mónica López, la sorella incaricata di rispondere, le mandò il libro Potete vivere per sempre su una terra paradisiaca e le spiegò la disposizione dello studio biblico. Patricia accettò, quindi studiarono per corrispondenza per un anno senza mai incontrarsi.

Un giorno Mónica sentì bussare alla porta. Con sua immensa gioia, si trovò davanti Patricia, che era venuta in città con un’ambulanza per accompagnare sua sorella che doveva partorire. Nel breve tempo che poterono trascorrere insieme Mónica le mostrò la Sala del Regno, le spiegò come si tengono le adunanze e la invitò alla successiva visita del sorvegliante di circoscrizione.

Tornata a casa, Patricia continuò a fare un ottimo progresso. Una mattina in cui la scrittura del giorno dava risalto all’importanza di predicare, sellò la giumenta e diede testimonianza ai vicini dalle sette del mattino alle prime ore della sera. La sua attività di testimonianza permise poi ai testimoni di Geova di fuori di venire a predicare nella riserva. Patricia si battezzò nel 1996 e continua a diffondere ‘la buona notizia della salvezza’ tra la sua gente. (Sal. 96:2) Altre riserve amerindie vengono ora visitate regolarmente dai Testimoni.

Occorrono Sale del Regno

Man mano che, nel tempo favorevole dopo la revoca del bando, i testimoni di Geova in Argentina estendevano con zelo la loro opera di predicazione, era necessario avere Sale del Regno adatte. Alcune sale erano costruite con materiali scadenti. Per esempio, ce n’era una nella provincia settentrionale di Santiago del Estero che aveva le pareti di plastica. Luis Benitez, che da molti anni collabora alla costruzione di Sale del Regno, racconta: “Facendo un viaggio a Formosa, il fratello Eisenhower ed io scoprimmo che i fratelli si riunivano dentro un edificio con pareti alte un metro e venti, senza tetto, né porte né finestre. Come sedili i fratelli usavano delle tavole poggiate su mattoni. Quando chiedemmo loro cosa facevano quando pioveva, dissero: ‘Alcuni portano l’ombrello, gli altri si bagnano’”.

Quando fu tolto il bando nel 1980, gli anziani della congregazione di Trelew, nella provincia di Chubut, si resero subito conto di non avere un luogo abbastanza spazioso da contenere il gran numero di persone che venivano a ricevere istruzione spirituale. Una sorella che lavorava per una famiglia proprietaria di una sala di riunioni chiese il permesso di usarla per le adunanze. Il permesso fu accordato e la congregazione si radunò lì gratuitamente per sette o otto mesi. In seguito per un po’ usarono il laboratorio di un fratello tappezziere. La congregazione però non poteva usare quel luogo tutte le volte, per cui dovevano disporre di riunirsi in gruppi più piccoli nelle case dei fratelli. Era ovvio che avevano bisogno di un luogo più stabile in cui radunarsi. I componenti della congregazione erano decisi a costruire la loro prima Sala del Regno. Dopo cinque anni di ricerche per trovare un luogo adatto, finalmente i testimoni di Geova di Trelew ebbero una Sala del Regno da dedicare a Geova. Ma presto l’aumento del numero dei proclamatori rese ancora necessario costruirne un’altra.

In tutto il paese le congregazioni avevano bisogno di Sale del Regno. Si doveva fare qualcosa per provvedere edifici che fossero adatti alla vera adorazione.

La filiale viene in aiuto

Per soddisfare questo bisogno la filiale diede il via a un programma di costruzione di Sale del Regno. Oltre a un sistema di prestiti per finanziare la costruzione, includeva la progettazione di sale comode, pratiche e modeste, eseguita da professionisti. Venivano inoltre dati suggerimenti su come organizzare il lavoro di costruzione. Alcuni fratelli qualificati avevano il compito di dare assistenza tecnica. Grazie a questo programma furono costruite Sale del Regno in due mesi e in seguito in soli 30 giorni.

Le congregazioni di Trelew che avevano bisogno di un’altra Sala del Regno beneficiarono di questo programma di costruzione semplificato. Solo 60 giorni dopo l’inizio dei lavori si radunarono nella loro nuova sala. Fu una grande testimonianza per la cittadinanza che, su un terreno abbandonato usato in pratica come discarica, vide improvvisamente sorgere una bella Sala del Regno. Gli imprenditori della zona furono così colpiti che volevano assumere i fratelli alle loro dipendenze.

Sale delle Assemblee per raduni più grandi

Nel frattempo i fratelli argentini si resero conto che c’era bisogno di Sale delle Assemblee in cui tenere raduni più grandi. A Oberá, nella provincia settentrionale di Misiones, una famiglia donò un appezzamento di terreno e i fratelli locali costruirono un capannone. Nel 1981 vi fu tenuta un’assemblea con 300 presenti. Ora sullo stesso terreno sorge una struttura più permanente con 2.200 posti.

Dopo che nel 1984 fu registrata l’Associazione dei Testimoni di Geova, nell’area urbana di Buenos Aires furono dedicate a Geova due Sale delle Assemblee: una a Moreno nel 1986 e l’altra a Lomas de Zamora nel 1988. Quest’ultima era in origine una fabbrica col magazzino che aveva cessato le attività. Il 9 luglio 1985 si presentarono circa 1.500 volontari per dare inizio a un programma di intenso lavoro che sarebbe durato senza interruzione per 18 giorni. Pulirono l’edificio e trasformarono una parte della fabbrica in un bel locale in cui possono trovare comodamente posto 1.500 persone. Alcuni lavorarono un’intera notte perché la sala fosse pronta per la prima assemblea, che ebbe luogo il 27 luglio 1985. Attualmente, con quella di Córdoba dedicata nel 1993, le Sale delle Assemblee sono quattro.

Dove tenere le assemblee di distretto?

Data la crescita costante, diventava sempre più difficile prendere in affitto locali adatti per le assemblee di distretto. Le somme da pagare erano elevate e spesso la direzione non rispettava le clausole del contratto. Trasportare e installare l’impianto acustico e altra attrezzatura necessaria era scomodo e poco pratico. Per di più nei grandi stadi l’uditorio era esposto alle intemperie, cosa che rendeva più difficile trarre pienamente beneficio dal programma.

Per risolvere questi problemi fu acquistato un terreno a Cañuelas, una zona rurale a sud-ovest della capitale. Vi sarebbe stata costruita una grande Sala delle Assemblee da usare sia per le assemblee di distretto che per le altre assemblee. Sarebbe servita a integrare le quattro Sale delle Assemblee già in funzione nel paese.

Questa spaziosa Sala delle Assemblee con 9.400 posti fu pronta per la prima assemblea di distretto in ottobre del 1995, meno di sei mesi dopo l’inizio dei lavori. (Gioe. 2:26, 27) Fu dedicata a Geova nel marzo 1997. Carey Barber del Corpo Direttivo pronunciò un entusiastico discorso di dedicazione e l’indomani partecipò anche a un’adunanza speciale tenuta nel grande Stadio River Plate. Lo stadio fu gremito da 71.800 fratelli venuti da ogni parte del paese, tra cui un gruppo della Patagonia che aveva fatto un viaggio di 3.000 chilometri.

Nuovi edifici della filiale

Nel dicembre 1984 si raggiunse un nuovo massimo di 51.962 proclamatori. Con l’incremento sorse la necessità di avere una maggiore quantità di pubblicazioni e, di conseguenza, una tipografia più grande. Per soddisfare questa necessità e avere più spazio per lo stabilimento e gli uffici, fu acquistato e ristrutturato un complesso di edifici a Buenos Aires, in Via Caldas 1551. La filiale acquistò anche una fabbrica di ceramiche inutilizzata al numero 3850 dell’Avenida Elcano, la demolì e costruì un bel complesso residenziale nuovo.

In tutto nel cantiere furono impiegati 640 lavoratori a tempo pieno, di cui 259 facevano parte del programma internazionale di costruzione. Altre centinaia di lavoratori vennero a dare una mano nei fine settimana. La presenza di oltre 200 volontari d’oltremare creava a volte situazioni strane. Un fratello fece richiesta di 12 palomos (piccioni) bianchi. Quando lesse il modulo, il sorvegliante del Reparto Acquisti si chiese a cosa potessero servire gli uccelli. Poi scoprì che il fratello aveva bisogno di 12 pomos (barattoli) di vernice bianca!

All’epoca in Argentina era in atto l’iperinflazione. Talora il costo dei materiali da costruzione saliva tre volte in un giorno, dando filo da torcere a chi era addetto agli acquisti. Durante quel periodo i fratelli che lavoravano nel cantiere non persero mai di vista l’opera più importante: quella di predicare la parola. Un fornitore mandava spesso dei rappresentanti sul luogo della costruzione, e questi, insieme a un’ordinazione di materiali, ricevevano sempre una completa testimonianza. In tutto ai dipendenti di questa ditta furono dati 20 riviste e cinque libri, e copie delle riviste erano tenute ben in vista nell’ufficio del proprietario.

La costruzione in sé fu una testimonianza. I fratelli usarono la tecnica chiamata in inglese tilt-up, consistente nel prefabbricare sul posto pannelli di cemento armato che vengono poi sollevati e messi in opera per mezzo di una gru. Era una tecnica edilizia insolita e attirò l’attenzione dei costruttori locali. Il sabato mattina studenti della facoltà di architettura venivano a osservare i lavori e potevano fare un giro accompagnati da una guida.

Questo bel complesso fu dedicato a Geova nell’ottobre 1990. Theodore Jaracz del Corpo Direttivo pronunciò un incoraggiante discorso della dedicazione basato su Isaia 2:2-4. Insieme agli ospiti venuti da altre filiali, molti di coloro che avevano inizialmente piantato i semi della verità in Argentina parteciparono alla gioia di questa occasione.

Altri ampliamenti

I nuovi edifici della filiale erano stati appena dedicati quando si cominciò ad ampliare ancora il complesso della tipografia in Via Caldas. Su un terreno confinante fu costruita una palazzina di tre piani con un seminterrato, che sarebbe servita come deposito della letteratura. Il lavoro fu portato a termine in otto mesi da un gruppo di 25 volontari.

Proprio quando sorse la necessità di avere più spazio per gli uffici, fu messo in vendita un edificio a un isolato dalla Betel. Poiché il comune era sempre più restio a rilasciare permessi per costruire, acquistare un immobile era un’alternativa ragionevole. Nonostante l’edificio avesse 30 anni, era costruito con materiali di ottima qualità ed era rivestito di legno duro all’interno e di marmo all’esterno. Una volta acquistato, è stato ristrutturato e ora ospita gli uffici amministrativi nonché i reparti Acquisti, Servizio, Costruzioni e Contabilità. È stato dedicato nel 1997 contemporaneamente alla Sala delle Assemblee di Cañuelas.

Aiuto a una nazione vicina

Durante il bando i testimoni di Geova di paesi vicini, come il Brasile e l’Uruguay, aiutavano i fratelli argentini a rifornirsi di cibo spirituale. Adesso la filiale argentina provvede al vicino Cile ciò di cui ha bisogno. Dal gennaio 1987 in Cile vengono inviate le riviste; dapprima ci si serviva di una ditta commerciale, mentre dal 1992 vengono usati i camion della Società.

Per arrivare in Cile bisogna attraversare la Cordigliera delle Ande a un’altitudine di 3.100 metri. Ci vuole grande abilità da parte dell’autista per guidare un semirimorchio su strade tortuose attraverso montagne coperte di neve; in un tratto ci sono 31 tornanti pericolosi. Ma vale la pena fare questo lungo viaggio, perché così i fratelli cileni ricevono le riviste in tempo.

La quadricromia rende le riviste più attraenti

Quando il mondo cominciava ad avere una certa preferenza per le pubblicazioni illustrate, la Società prese in considerazione la possibilità di stampare La Torre di Guardia e Svegliatevi! a colori. L’obiettivo era di produrre le nostre riviste nella forma più attraente possibile, ma a un costo ragionevole. Dagli Stati Uniti la Società inviò alla filiale argentina una rotativa offset Harris a quattro colori rimessa a nuovo. La macchina dovette essere smontata, imballata e spedita da Wallkill, nello stato di New York. Quando il prezioso carico arrivò a Buenos Aires il 10 ottobre 1989, doveva essere rimontata. Fratelli esperti della sede mondiale si recarono in Argentina per soprintendere al lavoro e addestrare gli operatori.

La stampa a quattro colori fece aumentare parecchio la distribuzione delle riviste. Per fare un esempio, nel 1991, l’anno dopo che fu adottata la quadricromia, la distribuzione delle riviste aumentò di quasi un milione, passando da 6.284.504 a 7.248.955 copie.

Le assemblee internazionali sono fonte di reciproco incoraggiamento

Dopo che per tanti anni l’opera era stata vietata, i Testimoni argentini desideravano ardentemente ospitare un’altra assemblea internazionale. Finalmente nel dicembre 1990 poterono dare il benvenuto a circa 6.000 delegati stranieri, venuti a Buenos Aires da oltre 20 paesi per assistere all’assemblea internazionale “Lingua pura”. Erano presenti John Barr e Lyman Swingle del Corpo Direttivo, che pronunciarono incoraggianti discorsi. Il programma di quattro giorni si svolse negli stadi River Plate e Vélez Sarsfield, con un totale di oltre 67.000 presenti.

Benché i delegati fossero uniti nell’adorazione, le loro diversità culturali risaltavano in maniera pittoresca. Si potevano vedere sorelle spagnole nei loro bei costumi nazionali, giapponesine nel tradizionale kimono e delegati messicani in abito nero e con il tipico sombrero.

Al termine dell’assemblea nessuno voleva andar via. I diversi gruppi nazionali iniziarono spontaneamente a cantare cantici del Regno nelle rispettive lingue e ad agitare i fazzoletti. Questo andò avanti per quasi un’ora prima che tutti lasciassero infine lo stadio. Un fotoreporter affermò: “In Argentina non è mai successo niente del genere . . . quanto sentimento e quanto calore!”

Immaginate l’emozione degli argentini quando a loro volta furono invitati ad assistere a un’assemblea internazionale in un altro paese! Ciò accadde nel 1993. La destinazione? Santiago del Cile. I rappresentanti dell’Argentina furono oltre un migliaio. Vennero noleggiati quattordici pullman per fare il viaggio di 1.400 chilometri da Buenos Aires a Santiago. Durante il loro viaggio di 26 ore attraverso la Cordigliera delle Ande videro panorami stupendi, ma questi non furono nulla in paragone con la gioia che provarono stando insieme a circa 80.000 compagni di fede di 24 paesi all’assemblea di distretto di quattro giorni “Insegnamento divino”.

Successivamente, nel 1998, la filiale argentina fu invitata a inviare delegati a San Paolo in Brasile e a San Diego in California per le assemblee internazionali “Il modo di vivere che piace a Dio”. Sara Bujdud, pioniera speciale da tanti anni, che fu molto contenta di partecipare all’assemblea di San Diego insieme ad altri 400 delegati argentini, ha fatto questo commento: “È stato molto amorevole da parte del Corpo Direttivo disporre che fossimo ospitati in casa dei fratelli. Ci siamo fatti un’idea di come sarà la vita nel nuovo mondo, quando non esisteranno più barriere razziali e linguistiche”.

“La lingua degli ammaestrati”

Grazie alla zelante predicazione dei fratelli e ai programmi spirituali, incluse le assemblee internazionali, molti hanno accettato la verità e si sono uniti alle crescenti file dei proclamatori. Nel 1992 fu raggiunto un massimo di 96.780. Il numero dei Testimoni era raddoppiato da quando erano stati ufficialmente riconosciuti nel 1984.

Chiaramente c’era bisogno di più pastori per aver cura delle pecore di Geova sempre più numerose. (Isa. 32:1, 2; Giov. 21:16) Geova ha provveduto quindi un programma per addestrare anziani e servitori di ministero non sposati a prendersi cura delle congregazioni: la Scuola di Addestramento per il Ministero. Questa scuola fu aperta negli Stati Uniti nel 1987 e in Argentina fu inaugurata nel novembre 1992. Il vecchio complesso della Betel è diventato la sede ideale in cui tenere la scuola.

I 375 studenti, di cui 91 venuti da paesi vicini, hanno mostrato straordinario apprezzamento per questo privilegio. Non è stato facile per loro ottenere due mesi di permesso dal lavoro per frequentare la scuola. Alcuni hanno rinunciato all’impiego o lo hanno perso. Tuttavia Geova provvede per chi mette gli interessi del Regno al primo posto nella propria vita. Molti ebbero la gioia di trovare un’occupazione meglio retribuita e a condizioni migliori delle precedenti. — Matt. 6:33.

Hugo Careño era impiegato in una banca quando fu invitato a frequentare la prima classe. Lo stipendio era buono e gli orari gli permettevano di fare il pioniere. Pregò Geova con fervore e parlò al direttore, ma si sentì dire che era impossibile avere un permesso per frequentare la scuola. Al che Hugo disse: “Devo proprio andare, ma le sarei grato se mi mantenesse il posto finché non avrò terminato il corso”.

Dopo che il consiglio d’amministrazione ebbe considerato la questione, il permesso gli fu concesso. Una volta diplomato, però, Hugo fu nominato pioniere speciale, e questo significava dedicare al ministero 140 ore al mese. Hugo pregò intensamente prima di far sapere al direttore che se ne sarebbe andato. Come reagì il direttore? “Ci dispiace molto perderla”, disse, “ma le facciamo i migliori auguri per la sua nuova attività”. Hugo, che ora è un sorvegliante viaggiante, ha detto: “Ho visto più volte che Geova ci sostiene quando decidiamo di dare la precedenza al suo servizio nella nostra vita”.

Questi diplomati edificano le congregazioni a cui sono stati assegnati e sono una prova della veracità delle parole di Gesù: “Che la sapienza sia giusta è provato dalle sue opere”. (Matt. 11:19) La qualità delle adunanze è migliorata e di conseguenza sono aumentati i presenti. Usando l’addestramento ricevuto, mentre svolgono l’opera di pascere il gregge di Dio i fratelli si sforzano di capire come “rispondere con una parola allo stanco”. (Isa. 50:4) Adesso alcuni diplomati sono sorveglianti di circoscrizione e molti altri svolgono il servizio di sostituto sorvegliante di circoscrizione.

Aiuto per ‘astenersi dal sangue’

Con l’aumento del numero dei proclamatori aumentava anche il numero dei Testimoni che avevano bisogno di cure mediche. Poiché essi si sforzano di vivere in armonia con il comando biblico di ‘astenersi dal sangue’, si è rivelato pratico creare una rete di servizi di supporto per assisterli. — Atti 15:29.

La comunità medica era restia a evitare di somministrare trasfusioni di sangue quando a parere dei medici erano necessarie. Inoltre quasi tutti i giudici autorizzavano prontamente a trasfondere i pazienti Testimoni contro la loro volontà. In un caso un giudice ordinò che venisse trasfuso un paziente che aveva un documento legale valido in cui esprimeva il suo rifiuto di accettare sangue in qualsiasi circostanza.

Nel febbraio 1991 si tenne a Buenos Aires un seminario internazionale che diede inizio al programma dei Comitati di assistenza sanitaria. Tre fratelli del Servizio di Informazione Sanitaria di Brooklyn fecero da istruttori ai 230 fratelli provenienti da Argentina, Bolivia, Cile, Paraguay e Uruguay. Coloro che frequentarono il seminario impararono a riconoscere i bisogni dei pazienti Testimoni e a collaborare con i medici fornendo informazioni sulle terapie senza sangue.

Attualmente 17 Comitati di assistenza sanitaria composti da 98 anziani operano nelle principali città argentine; essi forniscono informazioni essenziali alla comunità medica e danno amorevole sostegno ai testimoni di Geova. Nella loro opera sono coadiuvati da altre centinaia di anziani altruisti, che visitano i pazienti Testimoni negli ospedali per aiutarli e incoraggiarli. In Argentina per il momento ci sono circa 3.600 medici disposti a cooperare per curare i testimoni di Geova senza fare uso di sangue.

Soccorsi motivati dall’amore

L’Argentina non è certo immune dai disastri naturali. I testimoni di Geova come fanno fronte a simili calamità? Il 23 novembre 1977 un terremoto di magnitudo 7,4 della scala Richter provocò seri danni in tutta la parte centro-occidentale del paese. Nonostante a quel tempo l’opera dei testimoni di Geova fosse proibita, i fratelli organizzarono immediatamente i soccorsi. Spinti dall’amore, i Testimoni delle località vicine vi parteciparono nonostante le difficoltà che ciò comportava. — 1 Tess. 4:9.

Il giorno del disastro Testimoni delle vicine province di Mendoza e San Luis si diressero verso la zona colpita usando tutti i mezzi di trasporto possibili e immaginabili. A motivo delle immense crepe causate dal terremoto, le autorità avevano chiuso al traffico quasi tutte le strade che portavano a Caucete, una delle città devastate. Seguendo percorsi alternativi attraverso città vicine, i Testimoni portarono cibo, indumenti e generi di pronto soccorso. Avvicinandosi alla città videro salire dal suolo ciò che pensarono fosse fumo, ma che in realtà era la polvere sollevata dal terremoto. In pochi istanti la gente aveva perso la casa e i possedimenti materiali, e alcuni avevano perso la vita. Si udivano lamenti dappertutto. A Caucete erano state completamente distrutte più di mille case, comprese quelle dei fratelli. I Testimoni eressero immediatamente degli alloggi temporanei. Un centinaio di Testimoni partecipò alle operazioni di soccorso.

María de Heredia, una pioniera regolare della congregazione di Caucete, narra: “La figlia della mia vicina doveva partorire e aveva le doglie. I fratelli eressero una grossa tenda sul loro terreno perché avessero un riparo. Quella sera stessa ci fu un brutto temporale. La mia vicina esclamò con gratitudine: ‘È incredibile che non si sia presentato nessuno della mia chiesa per vedere se siamo vive o morte. Sono stati i testimoni di Geova a venire in nostro aiuto quando avevamo bisogno di un tetto!’”

Nell’aprile 1998 i Testimoni organizzarono di nuovo dei soccorsi. Piogge torrenziali avevano provocato gravi inondazioni nell’Argentina settentrionale, in particolare nelle province di Corrientes, Formosa, Chaco e Santa Fe. Nell’arco di 72 ore erano caduti su Goya (Corrientes) 600 millimetri di pioggia. L’acqua allagò le case dell’80 per cento dei testimoni di Geova della zona e rovinò le loro cose. L’inondazione spazzò via colture e animali nonché ponti e strade, interrompendo l’accesso alla città. Il fratello Heriberto Dip, sorvegliante di circoscrizione nella zona colpita, lavorò con gli anziani locali, suddivise il territorio in settori e visitò i fratelli nelle loro case per vedere come stavano. Alcuni furono fatti sgomberare e portati in canoa alla Sala del Regno. Furono provveduti a tutti cibo, indumenti e medicinali.

Appena seppero delle difficoltà che si erano abbattute sui loro conservi a Goya, i testimoni di Geova della vicina provincia di Entre Ríos vennero prontamente in aiuto. In soli due giorni le 12 congregazioni di Paraná, in quella provincia, raccolsero quasi quattro tonnellate di generi alimentari non deperibili e indumenti e caricarono tutto su un camion dato in prestito dal Dipartimento delle Autostrade.

Portare gli aiuti a destinazione fu tutt’altro che facile. Due ponti erano stati distrutti dall’acqua. Giunti al primo punto da superare, dove prima c’era un ponte, i fratelli si fermarono per aiutare gli operai dell’autostrada a posare centinaia di sacchi di sabbia. Poi scaricarono il loro carico, lo trasportarono attraverso il fiume e lo caricarono su altri camion che stavano ad aspettarli.

Nel secondo tratto del viaggio dovettero percorrere una strada inondata in cui la forza dell’acqua era tale da rendere difficile la guida dei veicoli. All’imbrunire raggiunsero il secondo punto da superare, dove dei militari con una grossa imbarcazione acconsentirono a fare diversi viaggi per portare il carico dall’altra parte.

Lì finalmente la squadra di soccorso incontrò i fratelli di Goya e continuò il viaggio con loro. I fratelli di Goya furono veramente commossi dall’amore e dalla determinazione dei loro compagni di fede, mentre quelli di Paraná furono incoraggiati dalla tenacia delle vittime dell’alluvione.

Le congregazioni della zona alluvionata diedero anche testimonianza con le loro coerenti dimostrazioni di amore. Il marito non credente di una sorella era molto preoccupato e rattristato per la difficile situazione economica causata dall’alluvione. La sorella lo rassicurò dicendo che la congregazione sarebbe venuta in aiuto. L’indomani la sua malinconia cedette il posto alla sorpresa e alla gioia allorché gli anziani arrivarono a casa loro con abbondanti provviste! Quando infine i generi di soccorso inviati dal governo e dai civili giunsero alla popolazione, i Testimoni avevano già ricevuto aiuti quattro o cinque volte.

Lo spirito di pioniere non si era raffreddato

Pur mancando delle cose materiali, i fratelli colpiti dall’alluvione erano determinati a predicare la parola. Un certo numero di proclamatori della zona alluvionata accrebbe la propria attività di predicazione. In una congregazione molti fecero domanda di pioniere ausiliario nonostante l’80 per cento del loro territorio fosse allagato!

Alcune congregazioni fecero i piani per predicare nei territori commerciali del centro cittadino, negli ospedali, ai capolinea degli autobus e negli edifici a molti piani. Benché continuasse a piovere, i pionieri poterono svolgere l’opera in quei posti mantenendosi relativamente asciutti. I pionieri ausiliari impararono anche a lavorare in gruppo, sostenendo le disposizioni per il servizio di campo e manifestando uno spirito positivo. Adesso molti di loro, avendo sperimentato l’amorevole cura di Geova in circostanze tanto difficili, servono come pionieri regolari.

La scena del mondo cambia

Riconoscendo che “la scena di questo mondo cambia”, la filiale argentina ha incoraggiato i sorveglianti di circoscrizione a modificare il loro programma di servizio in modo da contattare più persone. (1 Cor. 7:31) In certe località è difficile trovare la gente a casa di giorno perché sempre più persone lavorano a tempo pieno. Perciò è stato consigliato di dare testimonianza per le strade o nei negozi nella prima parte della giornata e riservare l’opera di predicazione di porta in porta per le ore serali. Si dà risalto anche alla testimonianza informale e per telefono. I proclamatori vengono incoraggiati a cogliere ogni occasione per parlare ad altri.

Mentre predicava di casa in casa, una sorella notò un uomo che giocava con i suoi bambini nel parco dall’altra parte della strada. Sebbene un po’ esitanti, lei e la sua compagna lo avvicinarono. Iniziarono una conversazione e rimasero sorprese dalla sua reazione positiva. L’uomo diede perfino il suo indirizzo. La sorella andò a visitarlo insieme al marito e trovò che sia lui che la moglie li attendevano con impazienza. Dopo diverse conversazioni fu iniziato uno studio biblico. I testimoni di Geova erano venuti spesso alla loro porta, ma la moglie non aveva mai mostrato interesse. Ora la famiglia fa un buon progresso, assistendo e partecipando alle adunanze.

Nella provincia meridionale di Santa Cruz, Claudio Julian Bórquez approfitta del suo lavoro di guida turistica per dare testimonianza informale ai visitatori del Parco nazionale di Los Glaciares. In questo parco si trovano 13 grandi ghiacciai, tra cui il Perito Moreno, che ha un’estensione di cinque chilometri e attrae turisti di ogni parte del mondo. Quando i turisti esprimono meraviglia per la bellezza del ghiacciaio, questo fratello richiama l’attenzione sul Creatore e distribuisce pubblicazioni in diverse lingue. Sì, i testimoni di Geova in Argentina sfruttano tutte le occasioni per predicare la parola a “ogni sorta di uomini”. — 1 Tim. 2:4.

Un altro mezzo per raggiungere le persone con il messaggio biblico è la predicazione per le strade. Victor Buccheer, che si dedica volentieri a quest’opera, invitò un proclamatore irregolare a compierla insieme a lui. Il proclamatore doveva essere al lavoro alle 8,30, per cui decisero di iniziare a dare testimonianza per le strade alle 5,30. Svolgere questa attività la mattina presto aiutò il proclamatore e la sua famiglia di nove persone a tornare ad essere regolari nel ministero. In un mese riuscirono a iniziare studi biblici e a distribuire 176 riviste. Questo incoraggiò altri a unirsi a loro nella testimonianza stradale.

Missionari da molto tempo, e tuttora ministri attivi

Nel corso degli anni molti missionari hanno prestato servizio in Argentina: questo ha significato imparare una nuova lingua, adattarsi a usanze diverse, sopportare problemi di salute e sormontare difficoltà mentre erano in vigore i due bandi. Alcuni hanno dovuto lasciare il paese perché sono stati trasferiti altrove, oppure a motivo di problemi di salute o di responsabilità familiari. Gwaenydd Hughes, un fratello della sesta classe di Galaad, che in seguito si sposò e allevò due figli, continuò a servire fedelmente Geova fino alla morte. Altri, come Ofelia Estrada e Lorene Eisenhower, sono morti per così dire sulla breccia. Comunque, un certo numero di missionari devoti delle prime classi di Galaad svolgono tuttora l’opera nel luogo assegnato.

Helen Nichols e Helen Wilson, della prima classe di Galaad, furono mandate in Argentina nel 1948. Nel 1961 vennero trasferite nella provincia nord-occidentale di Tucumán. A quel tempo c’era solo una piccola congregazione nella città di San Miguel de Tucumán. Oggi lì ci sono 13 congregazioni e sette Sale del Regno, più altre 5 congregazioni nei dintorni. Che gioia è stata per queste missionarie aver contribuito all’aumento!

Charles Eisenhower, della prima classe di Galaad, iniziò il suo servizio missionario a Cuba, dove rimase dal 1943 al 1948 e vide il numero dei proclamatori aumentare da 500 a 5.000. Quindi fu mandato in Argentina, dove servì come missionario, poi come sorvegliante di circoscrizione e in seguito come sorvegliante di distretto fino all’aprile 1953, quando ricevette l’incarico di sorvegliante di filiale. Ha avuto il privilegio di vedere aumentare il numero dei proclamatori in Argentina da 900 a oltre 120.000. Il fratello Eisenhower, che serve come coordinatore del Comitato di Filiale, osserva: “Non c’è nulla che possa dare più felicità a giovani uomini e donne che dedicare la propria vita interamente al servizio di Geova”.

La gioia di servire Geova

Anche i Testimoni argentini che hanno intrapreso la carriera del ministero a tempo pieno sono felici di impiegare la propria vita servendo Geova. Marcelo e María Oliva Popiel si sono battezzati rispettivamente nel 1942 e nel 1946. Sono entrambi pionieri speciali da 44 anni. Per i Popiel il bando del 1976 non fu un’esperienza nuova, perché già con l’imposizione del bando nel 1950 non avevano più potuto svolgere liberamente la loro opera. Aiutarono quindi i più nuovi a destreggiarsi in mezzo alle restrizioni imposte dalla rinnovata proscrizione e li incoraggiarono a continuare fedelmente il loro servizio. A Marcelo gli anni trascorsi servendo Geova sono molto cari. “È una gioia”, ha detto, “aver servito Geova lealmente. Gli siamo molto grati per averci dato il privilegio di servirlo e averci permesso di trascorrere gli anni migliori della nostra vita compiendo un’opera davvero meritoria”.

Pietro Brandolini, che si è battezzato nel 1957 e svolge il servizio di pioniere speciale da quasi 40 anni, condivide questi sentimenti. È felice di impiegare la sua vita nel ministero a tempo pieno perché ha ricevuto tante benedizioni, più di quanto si sarebbe mai aspettato. Dice con entusiasmo che Geova ha sempre avuto cura di lui, sia in senso fisico che spirituale.

Pietro è ultrasettantenne e a volte ha problemi di salute. Eppure è ancora un attivo pioniere speciale. Di recente ha incontrato un uomo che insegna in una scuola cattolica, e gli ha offerto lo studio biblico. L’insegnante lo ha accettato volentieri. Dopo il quarto studio ha detto a Pietro di essere convinto che ciò che stava imparando era la verità. Pietro lo ha avvertito che quando nella scuola i preti avrebbero saputo che studiava con i testimoni di Geova, avrebbe potuto perdere l’impiego. Ma l’insegnante ha detto che non si preoccupava, perché avrebbe potuto trovare lavoro altrove. Come è stato felice Pietro di sentirgli dire che per lui la verità della Parola di Dio è così preziosa!

Zelanti nelle opere eccellenti

Molti altri sono consapevoli dell’urgenza dei tempi e si dimostrano ‘zelanti nelle opere eccellenti’. (Tito 2:14) Attualmente in Argentina ci sono più di 120.000 proclamatori, dei quali oltre 7.000 hanno fatto posto nella propria vita al servizio di pioniere regolare. Uno di questi è Hernán Torres, che ha quasi 70 anni, è cieco ed è costretto a stare su una sedia a rotelle. Per raggiungere la quota delle ore richieste dai pionieri deve fare uno sforzo straordinario. Certi giorni si alza presto la mattina e va in una zona della casa di riposo in cui vive. Lì parla ad altri della Bibbia, fa visite ulteriori e consegna riviste agli ospiti della casa che figurano nel suo itinerario delle riviste. Se il tempo è buono si mette fuori e predica a quelli che gli passano vicino. Altri giorni un fratello o una sorella lo accompagnano nel ministero di casa in casa. Poiché non vede, il suo compagno gli fa sapere a chi si sta rivolgendo. Se alla porta risponde un uomo, il suo compagno gli dà un colpetto sulla spalla. Se è una donna, gliene dà due; se è un giovane, tre.

Un altro pioniere regolare, Rolando Leiva, fa il barbiere. Nel suo negozio tiene esposte le pubblicazioni della Società. Non mancano mai gli ultimi numeri della Torre di Guardia e di Svegliatevi! I clienti ormai sanno che da lui troveranno da leggere solo le pubblicazioni della Watch Tower. “Dato che faccio pagare poco per un taglio di capelli”, dice Rolando, “i miei clienti accettano di buon grado le mie condizioni”. Mentre lavora osserva dallo specchio i clienti in attesa. “Quando vedo che qualcuno legge una rivista con interesse, inizio una conversazione con lui mentre gli taglio i capelli”. In questo modo Rolando ha fatto 163 abbonamenti in un anno di servizio! Ha anche iniziato molti studi biblici con i suoi clienti: otto di quelli che conduce attualmente sono il frutto della testimonianza informale data nel suo negozio.

Anche i giovani sono zelanti nel predicare la parola. Elber Heguía, un fratello 13enne, da due anni è pioniere nella congregazione Centro a San Pedro, nella provincia di Jujuy. Quando una sorella gli diede l’indirizzo di un uomo che aveva incontrato dando testimonianza per la strada, Elber andò a fare la visita ed ebbe la sorpresa di trovare un uomo che insegna arti marziali. Parlò con lui e gli spiegò perché era lì, al che l’uomo accettò una copia del libro La conoscenza che conduce alla vita eterna. Il libro gli piacque e ne chiese alcune copie da dare ai suoi allievi. In tal modo Elber distribuì 50 libri, 40 opuscoli e diverse riviste. Iniziò uno studio biblico con il maestro e con 25 dei suoi allievi. Alcuni stanno facendo un buon progresso.

Testimoni fino alla più distante parte della terra

Inizialmente proclamatori zelanti portarono la buona notizia in Argentina da altri paesi, e i fratelli argentini hanno imitato il loro spirito di abnegazione. La famiglia Betel è aumentata a 286 membri. Ci sono poi 300 fratelli e sorelle che svolgono qualche altro tipo di servizio speciale a tempo pieno.

Altri si sono resi disponibili per servire in paesi in cui c’è maggior bisogno. (Isa. 6:8) Ad esempio, negli anni ’80 il Corpo Direttivo dispose che 20 fratelli argentini servissero come missionari in Paraguay senza aver frequentato la Scuola di Galaad. In seguito altri, tra cui un buon numero di sorelle nubili, si sono trasferiti lì, per servire dove c’è più bisogno. Si sono adattati volentieri al clima caldo e umido per dichiarare la buona notizia. Diversi dei 73 fratelli e sorelle argentini che ora servono in Paraguay stanno imparando la lingua indigena, il guaraní, per poter raggiungere un maggior numero di persone.

Nel corso degli anni molti sono andati a servire in Bolivia e in Cile in qualità di pionieri e sorveglianti viaggianti. Quando fu liberalizzata l’opera nell’Europa orientale, un fratello argentino che parla ungherese si rese disponibile e adesso serve in Ungheria come sorvegliante di circoscrizione. Una coppia di sposi si informò circa la possibilità di trasferirsi nel Benin, in Africa, per essere di aiuto nell’opera di predicazione, così i due furono mandati lì come missionari. Il loro amore rispecchia lo spirito di tutti i servitori di Geova che risiedono nel paradiso spirituale, dove non esistono barriere nazionali.

I ferventi proclamatori della buona notizia in Argentina sono stati pronti a ‘predicare la parola, dandosi ad essa con urgenza’, sia “in tempo favorevole” che “in tempo difficoltoso”. (2 Tim. 4:2) Grazie al loro continuo impegno, oggi più di 120.000 persone in Argentina lodano Geova e vengono da lui riccamente benedette. — Prov. 10:22.

[Grafico/Immagine a pagina 186]

(Per la corretta impaginazione, vedi l’edizione stampata)

AUMENTO DEL NUMERO DEI TESTIMONI DURANTE GLI ANNI DEL BANDO

1950 1960 1970 1980

1.416 7.204 18.763 36.050

[Immagine a tutta pagina a pagina 148]

[Immagini a pagina 150]

Uomini che hanno contribuito a porre le basi della predicazione della buona notizia in Argentina: (1) George Young, (2) Juan Muñiz, (3) Carlos Ott, (4) Nicolás Argyrós

[Immagine a pagina 152]

Con questa corriera Armando Menazzi insieme ad altri Testimoni zelanti predicò in almeno dieci province

[Immagine a pagina 156]

Il fratello Knorr (a destra) a una delle assemblee tenute nel 1953 mentre l’opera era al bando

[Immagine a pagina 161]

La prima rotativa offset usata dai testimoni di Geova

[Immagine a pagina 162]

Assemblea internazionale “Vittoria divina” a Río Ceballos nel 1974

Illustrazione a pagina 178]

Assemblea tenuta in un bosco durante i tempi difficili

[Immagine a pagina 193]

Sala del Regno galleggiante nel delta del Paraná

[Immagine a pagina 194]

Steven e June Lee servono una circoscrizione internazionale formata da coreani

[Immagine a pagina 200]

Sala del Regno costruita in tempi brevi a Ushuaia, sulla costa meridionale della Terra del Fuoco

[Immagini a pagina 202]

Sale delle Assemblee in Argentina: (1) Moreno, (2) Córdoba, (3) Lomas de Zamora, (4) Misiones

[Immagine a pagina 204]

Sala delle Assemblee di Cañuelas

[Immagini alle pagine 208 e 209]

Assemblea internazionale del 1990

[Immagine a pagina 215]

Forti inondazioni nell’Argentina settentrionale lasciarono molti senza un tetto

[Immagini a pagina 218]

Alcuni dei primi missionari che servono ancora in Argentina: (1) Filia Spacil (2) Edith Morgan (3) Sophie Soviak (4) Helen Wilson (5) Mary Helmbrecht (6) Charles Eisenhower

[Immagini a pagina 223]

(1) Comitato di Filiale (da sinistra a destra): M. Puchetti, N. Cavalieri, P. Giusti, T. Kardos, R. Vázquez, C. Eisenhower

Edifici della filiale: (2) uffici, (3) tipografia, (4) casa Betel