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Lo spirito santo, forza attiva di Dio

Lo spirito santo, forza attiva di Dio

Lo spirito santo, forza attiva di Dio

SECONDO la dottrina della Trinità, lo spirito santo è la terza persona divina, uguale al Padre e al Figlio. Un libro sull’ortodossia afferma: “Lo Spirito Santo è interamente Dio”. — Our Orthodox Christian Faith, cit., p. 71.

Nelle Scritture Ebraiche la parola più frequentemente usata per “spirito” è rùach, che significa “alito; vento; spirito”. Nelle Scritture Greche la parola è pnèuma, che ha un significato simile. Queste parole fanno forse pensare che lo spirito santo sia parte di una Trinità?

Una forza attiva

L’USO biblico dell’espressione “spirito santo” indica che è una forza controllata che Geova Dio impiega per attuare i suoi propositi. Sotto alcuni aspetti può essere paragonata all’elettricità, una forza che si può impiegare per svolgere un’ampia varietà di operazioni.

In Genesi 1:2 la Bibbia dichiara che “la forza attiva [“spirito” (ebraico rùach)] di Dio si muoveva sulla superficie delle acque”. Qui lo spirito di Dio, la sua forza attiva, era all’opera per trasformare la terra.

Dio impiega il suo spirito per illuminare quelli che lo servono. Davide chiese in preghiera: “Insegnami a fare la tua volontà, poiché tu sei il mio Dio. Il tuo spirito [rùach] è buono; mi conduca nel paese della rettitudine”. (Salmo 143:10) Quando 70 uomini capaci furono nominati per aiutare Mosè, Dio gli disse: “Dovrò togliere dello spirito [rùach] che è su di te e porlo su di loro”. — Numeri 11:17.

Le profezie bibliche furono messe per iscritto da uomini di Dio “sospinti dallo spirito [greco pnèuma] santo”. (2 Pietro 1:20, 21) In questo modo la Bibbia fu “ispirata da Dio”, espressione che traduce il greco Theòpneustos, che significa “alitata da Dio”. (2 Timoteo 3:16) E lo spirito santo guidò certuni facendo avere loro visioni o sogni profetici. — 2 Samuele 23:2; Gioele 2:28, 29; Luca 1:67; Atti 1:16; 2:32, 33.

Lo spirito santo spinse Gesù ad andare nel deserto dopo il suo battesimo. (Marco 1:12) Lo spirito era come un fuoco dentro i servitori di Dio, che li rinvigoriva e consentiva loro di parlare intrepidamente e con franchezza. — Michea 3:8; Atti 7:55-60; 18:25; Romani 12:11; 1 Tessalonicesi 5:19.

Mediante il suo spirito, Dio esegue i suoi giudizi su uomini e nazioni. (Isaia 30:27, 28; 59:18, 19) E lo spirito di Dio può arrivare ovunque, intervenendo a favore delle persone o contro di loro. — Salmo 139:7-12.

‘Potenza oltre il normale’

LO SPIRITO di Dio può anche fornire ai servitori di Dio “potenza oltre ciò che è normale”. (2 Corinti 4:7) Questo consente loro di sopportare prove di fede o di fare cose altrimenti impossibili.

Per esempio, parlando di quando Sansone affrontò un leone, Giudici 14:6 (Ga) dice: “Lo spirito di Jahve piombò su di lui ed egli lo dilaniò”. Fu una persona divina a piombare addosso a Sansone o a pervaderlo così da far agire il suo corpo in tal modo? No, in realtà fu ‘la potenza del SIGNORE a fortificare Sansone’. — Today’s English Version.

La Bibbia dice che quando Gesù fu battezzato, lo spirito santo scese su di lui sotto forma di colomba, non in forma umana. (Marco 1:10) Questa forza attiva di Dio permise a Gesù di guarire malati e destare morti. Come dice Luca 5:17, “Dio aveva dato a Gesù il potere di guarire i malati”. — Parola del Signore (PS).

Lo spirito di Dio diede anche ai discepoli di Gesù il potere di compiere miracoli. In Atti 2:1-4 si narra che alla Pentecoste, mentre i discepoli erano radunati, “improvvisamente si fece dal cielo un rumore proprio come quello di una forte brezza che soffia, . . . e furono tutti pieni di spirito santo e cominciarono a parlare diverse lingue, come lo spirito concedeva loro di esprimersi”.

Perciò lo spirito santo diede a Gesù e ad altri servitori di Dio il potere di compiere cose che normalmente gli uomini non possono fare.

Non una persona

MA NON ci sono versetti biblici che parlano dello spirito santo in termini personali? Sì, ma si noti ciò che scrive in merito il teologo cattolico Edmund Fortman: “Sebbene questo spirito sia spesso descritto in termini personali, sembra abbastanza chiaro che gli scrittori sacri [delle Scritture Ebraiche] non concepirono mai questo spirito come una persona distinta né lo presentarono come tale”. — The Triune God, cit., p. 9.

Non è insolito che nelle Scritture certe cose vengano personificate. Della sapienza è detto che ha figli. (Luca 7:35) Del peccato e della morte è detto che regnano. (Romani 5:14, 21) In Genesi 4:7 la versione a cura di Salvatore Garofalo dice: “Il peccato è alla porta come un demone in agguato”, paragonando il peccato a uno spirito malvagio in agguato alla porta di Caino. Ovviamente il peccato non è una persona spirituale, come personificare lo spirito santo non ne fa una persona.

Similmente in 1 Giovanni 5:6-8 (Ga) è detto che non solo lo spirito ma anche “l’acqua e il sangue” sono “testimoni”. Ma è ovvio che né l’acqua né il sangue sono una persona, come non lo è lo spirito santo.

In armonia con ciò è l’uso impersonale che generalmente la Bibbia fa dell’espressione “spirito santo”, ad esempio in parallelismi con l’acqua e il fuoco. (Matteo 3:11; Marco 1:8) Gli uomini sono esortati a essere pieni di spirito santo anziché di vino. (Efesini 5:18) Si dice che è possibile essere pieni di spirito santo così come si può essere pieni di qualità come sapienza, fede e gioia. (Atti 6:3; 11:24; 13:52) E in 2 Corinti 6:6 lo spirito santo è menzionato in un elenco di qualità. Queste espressioni non sarebbero così comuni se lo spirito santo fosse effettivamente una persona.

Allo stesso modo, anche se certi versetti biblici dicono che lo spirito parla, altri versetti mostrano che ciò in realtà avvenne tramite uomini o angeli. (Matteo 10:19, 20; Atti 4:24, 25; 28:25; Ebrei 2:2) L’operato dello spirito in tali circostanze si può paragonare a quello delle onde radio che trasmettono messaggi da una persona all’altra a grande distanza.

In Matteo 28:19 si accenna al “nome . . . dello spirito santo”. Ma la parola “nome” non indica necessariamente un nome proprio di persona, né in greco né in italiano. Quando diciamo “nel nome della legge” non ci riferiamo a una persona, bensì a ciò che la legge rappresenta, alla sua autorità. Uno studioso spiega: “Quest’uso di nome (onoma) è comune nei Settanta e nei papiri nel senso di potere o autorità”. (A. T. Robertson, Word Pictures in the New Testament, New York e Londra 1930, vol. I, p. 245) Essere quindi battezzati ‘nel nome dello spirito santo’ significa riconoscere l’autorità dello spirito, che esso proviene da Dio e opera per volere di Dio.

Il “soccorritore”

GESÙ parlò dello spirito santo come di un “soccorritore”, e menzionò che avrebbe agito da insegnante e da guida e che avrebbe parlato. (Giovanni 14:16, 26; 16:13) La parola greca che usò per soccorritore (paràkletos) è di genere maschile. Perciò, nel descrivere ciò che il soccorritore avrebbe fatto, Gesù usò pronomi personali maschili. (Giovanni 16:7, 8) Quando invece è usata la parola greca per spirito (pnèuma), che è di genere neutro, è giustamente utilizzato il pronome neutro.

Nelle lingue in cui la distinzione sarebbe possibile, la maggioranza dei traduttori trinitari non la evidenzia, come ammette a proposito di Giovanni 14:17 una versione cattolica in lingua inglese: “Il termine greco per ‘Spirito’ è neutro, e mentre in inglese noi usiamo i pronomi personali [maschili] (‘egli’, ‘suo’, ‘lui’), la maggioranza dei MSS [manoscritti] greci ha ‘esso’”. — The New American Bible, p. 128.

Pertanto, quando in Giovanni 16:7, 8 la Bibbia usa pronomi personali maschili in relazione a paràkletos, lo fa per ragioni grammaticali, non dottrinali.

Non fa parte di una Trinità

VARIE fonti riconoscono che la Bibbia non sostiene l’idea che lo spirito santo sia la terza persona di una Trinità. Eccone alcune:

“Non troviamo in nessun punto del Vecchio Testamento alcuna esplicita indicazione di una Terza Persona”. — The Catholic Encyclopedia, cit., vol. XV, p. 49.

“Gli ebrei non considerarono mai lo spirito una persona; e non c’è nessuna prova concreta che un qualsiasi scrittore dell’Antico Testamento abbia mai pensato una cosa del genere. . . . Nei [Vangeli] Sinottici e negli Atti lo Spirito Santo è solitamente presentato come una forza o potenza divina”. — E. J. Fortman, teologo cattolico, op. cit., pp. 6, 15.

“È chiaro che il VT [Vecchio Testamento] non presenta lo spirito di Dio come una persona . . . Lo spirito di Dio è semplicemente la potenza di Dio. Se viene talvolta rappresentato come distinto da Dio è perché l’alito di Yahweh agisce esteriormente”. (New Catholic Encyclopedia, cit., vol. XIII, p. 574) E ancora: “La maggioranza dei brani neotestamentari ci parlano dello spirito di Dio come di qualcosa, non come di qualcuno; lo si nota in particolare nel parallelismo fra lo spirito e la potenza di Dio”. (Il corsivo è nostro). — Ibid., p. 575.

“Nell’insieme, tanto il Nuovo Testamento, quanto il Vecchio, parlano dello spirito come energia o potenza divina”. — A Catholic Dictionary, di Addis e Arnold, Londra 1960, p. 810.

Perciò né gli ebrei né i primi cristiani consideravano lo spirito santo parte di una Trinità. Questo insegnamento venne secoli dopo. Il succitato dizionario cattolico di Addis e Arnold (p. 812) osserva: “La reale divinità della terza Persona fu affermata al Concilio di Alessandria nel 362, . . . e infine dal Concilio di Costantinopoli del 381”, circa tre secoli e mezzo dopo che lo spirito santo aveva empito i discepoli alla Pentecoste!

Lo spirito santo non è dunque una persona e non fa parte di una Trinità. Lo spirito santo è la forza attiva di Dio che egli impiega per compiere la sua volontà. Non è uguale a Dio ma è sempre a sua disposizione e soggetto alla sua volontà.

[Testo in evidenza a pagina 22]

“Nell’insieme, tanto il Nuovo Testamento, quanto il Vecchio, parlano dello spirito come energia o potenza divina”. — A Catholic Dictionary

[Immagini a pagina 21]

In un’occasione lo spirito santo comparve in forma di colomba. Un’altra volta comparve in forma di lingue di fuoco: mai in forma di persona