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Religione: Come ebbe inizio?

Religione: Come ebbe inizio?

Capitolo 2

Religione: Come ebbe inizio?

1, 2. Cosa è stato osservato circa l’antichità e la varietà della religione?

LA STORIA della religione è antica quanto quella dell’uomo. Lo affermano sia archeologi che antropologi. Anche fra le civiltà più “primitive”, cioè non progredite, si è trovata traccia di qualche forma di culto. Infatti, dice un’enciclopedia, “stando alle scoperte degli studiosi non c’è mai stato, in nessun luogo e in nessun tempo, un popolo che non fosse in certo qual modo religioso”. — The New Encyclopædia Britannica.

2 Oltre a risalire a tempi molto remoti, la religione si presenta sotto una grande varietà di forme. I cacciatori di teste delle foreste del Borneo, gli eschimesi delle gelide regioni artiche, i nomadi del deserto del Sahara, gli abitanti delle grandi metropoli del mondo: ogni popolo e ogni nazione della terra ha il suo dio o i suoi dèi e il proprio modo di adorare. La varietà in campo religioso è davvero sbalorditiva.

3. Quali domande sulle religioni del mondo bisogna considerare?

3 Logicamente sorgono delle domande. Da dove provennero tutte queste religioni? Visto che fra loro esistono notevoli differenze come pure analogie, ebbero un inizio indipendente o è possibile che si siano sviluppate da un’unica fonte? In effetti potremmo chiederci: Perché ebbe inizio la religione, e come? La risposta a queste domande è essenziale per chiunque desideri trovare la verità circa la religione e le credenze religiose.

La questione dell’origine

4. Cosa sappiamo dei fondatori di varie religioni?

4 Parlando della questione dell’origine, ai seguaci di varie religioni vengono in mente nomi quali Maometto, il Budda, Confucio e Gesù. Quasi in ogni religione possiamo trovare una figura centrale cui è attribuito il merito di aver fondato la ‘vera fede’. Alcuni di questi personaggi erano riformatori iconoclasti. Altri erano filosofi moralisti, altri ancora altruisti eroi popolari. Molti di loro hanno lasciato scritti o detti che divennero il fondamento di una nuova religione. Col tempo ciò che essi dissero e fecero fu elaborato, abbellito e circondato di misticismo. Taluni sono stati persino deificati.

5, 6. Come nacquero molte religioni?

5 Anche se questi uomini sono considerati i fondatori delle grandi religioni a noi ben note, bisogna rilevare che in effetti essi non crearono la religione. Nella maggior parte dei casi i loro insegnamenti derivarono da idee religiose già esistenti, nonostante quasi tutti questi fondatori li attribuissero a ispirazione divina. Oppure essi trasformarono e modificarono sistemi religiosi già esistenti che in un modo o nell’altro avevano finito per diventare inaccettabili.

6 Ad esempio, secondo notizie storiche relativamente accurate il Budda, prima di divenire tale, era un principe che provò sgomento quando si accorse delle sofferenze e delle condizioni deplorevoli che lo circondavano in una società dominata dall’induismo. Il buddismo fu il risultato della sua ricerca di una soluzione dei dolorosi problemi della vita. In modo analogo, Maometto era profondamente turbato dall’idolatria e dall’immoralità di cui erano impregnate le pratiche religiose dei suoi contemporanei. Egli asserì poi di aver ricevuto speciali rivelazioni da Dio, che costituirono il Corano e divennero la base di un nuovo movimento religioso, l’Islām. Il protestantesimo ebbe origine dal cattolicesimo come risultato della Riforma iniziata al principio del XVI secolo, quando Martin Lutero elevò una protesta contro la vendita delle indulgenze compiuta a quel tempo dalla Chiesa Cattolica.

7. A quale domanda circa la religione si deve ancora rispondere?

7 Quindi, per quanto riguarda le religioni oggi esistenti, non mancano certo le informazioni circa la loro origine e il loro sviluppo, i loro fondatori, i loro scritti sacri, e così via. Ma che dire delle religioni che esistevano prima di esse? E di quelle ancora più antiche? Se andiamo abbastanza indietro nella storia, prima o poi ci troveremo di fronte a questa domanda: Come ebbe inizio la religione? È evidente che per trovare la risposta dobbiamo guardare oltre i confini delle singole religioni.

Molte teorie

8. Per secoli qual è stato l’atteggiamento verso la religione?

8 Lo studio della genesi e dello sviluppo della religione è un campo relativamente nuovo. Per secoli gli uomini avevano, chi più chi meno, accettato le tradizioni religiose ricevute alla nascita e in cui erano stati allevati. Quasi tutti si accontentavano delle spiegazioni tramandate dai loro antenati, pensando che la loro religione fosse la verità. Di rado c’era motivo di mettere in dubbio qualcosa o la necessità di indagare come, quando o perché erano cominciate le cose. Anzi, essendoci limitati mezzi di trasporto e di comunicazione, trascorsero secoli senza che la maggioranza fosse sia pure consapevole dell’esistenza di altri sistemi religiosi.

9. A partire dal XIX secolo quali tentativi sono stati fatti per scoprire come e perché ebbe inizio la religione?

9 Durante il XIX secolo, comunque, la situazione cominciò a cambiare. La teoria dell’evoluzione stava permeando i circoli intellettuali. Questo, insieme all’avvento dell’indagine scientifica, indusse molti a contestare istituzioni vecchie di secoli, compresa la religione. Rendendosi conto di quanto fosse inadeguato cercar di trovare il bandolo nella religione esistente, alcuni studiosi si rivolsero alle vestigia di antiche civiltà o a quelle remote regioni del mondo in cui gli uomini vivevano ancora in società primitive. Cercarono di applicare a queste società le metodologie di discipline quali psicologia, sociologia, antropologia e altre, sperando di scoprire qualche indizio su come ebbe inizio la religione e perché.

10. Che risultato diedero le indagini volte a scoprire l’origine della religione?

10 Il risultato? D’un tratto comparvero sulla scena molte teorie — forse tante quanti erano i ricercatori — con cui ciascun ricercatore contraddiceva l’altro, e ognuno cercava di superare l’altro in audacia e originalità. Alcuni di questi ricercatori pervennero a conclusioni importanti; l’opera di altri è stata semplicemente dimenticata. È sia istruttivo che chiarificatore per noi avere un’idea dei risultati di queste ricerche. Ci aiuterà a comprendere meglio gli atteggiamenti religiosi di coloro con cui veniamo a contatto.

11. Spiegate la teoria dell’animismo.

11 Una teoria, comunemente chiamata animismo, fu formulata dall’antropologo inglese Edward Tylor (1832-1917). Egli affermò che esperienze quali sogni, visioni, allucinazioni e l’assenza di vita nei cadaveri avessero indotto i primitivi a trarre la conclusione che il corpo fosse abitato da un’“anima”. Secondo questa teoria, essi, giacché sognavano spesso i loro cari defunti, supponevano che quell’anima continuasse a vivere dopo la morte, che lasciasse il corpo e prendesse dimora in alberi, rocce, fiumi e altre cose. Alla fine si arrivò ad adorare come divinità i morti e gli oggetti che si diceva fossero abitati dalle anime. Fu così, secondo Tylor, che nacque la religione.

12. Spiegate la teoria dell’animatismo.

12 Un altro antropologo inglese, R. R. Marett (1866-1943), elaborò un perfezionamento dell’animismo, che chiamò animatismo. Dopo aver studiato le credenze dei melanesiani delle isole del Pacifico e quelle delle popolazioni indigene dell’Africa e dell’America, Marett giunse alla conclusione che, anziché avere la nozione di un’anima personale, i primitivi credevano ci fosse una forza impersonale o energia soprannaturale che animava ogni cosa; questa credenza suscitava nell’uomo sentimenti di sacro terrore e timore, che divennero la base della sua religione primitiva. Secondo Marett, la religione era principalmente la reazione emotiva dell’uomo davanti all’ignoto. Amava affermare che la religione “più che pensata veniva danzata”.

13. Quale teoria sulla religione formulò James Frazer?

13 Nel 1890 un etnologo scozzese, James Frazer (1854-1941), pubblicò Il ramo doro, un’opera accreditata in cui sostenne che la religione era derivata dalla magia. Secondo Frazer, dapprima l’uomo cercò di esercitare il dominio sulla propria vita e sul proprio ambiente imitando ciò che vedeva accadere nella natura. Ad esempio, pensò di poter attirare la pioggia spruzzando acqua per terra con l’accompagnamento di tamburi il cui suono riproduceva il fragore dei tuoni o di poter procurare danno al proprio nemico conficcando spilli in un’effigie. Da questo si passò all’impiego di atti rituali, incantesimi e oggetti magici in molti campi della vita. Quando questi non produssero più l’effetto desiderato, l’uomo cominciò a placare le forze soprannaturali e a invocarne l’aiuto, anziché cercare di dominarle. I riti e le formule magiche divennero sacrifici e preghiere, e così ebbe inizio la religione. Per dirla con le parole di Frazer, la religione è “una propiziazione o conciliazione delle forze superiori all’uomo”.

14. Come spiegò Sigmund Freud l’origine della religione?

14 Anche il famoso psicanalista austriaco Sigmund Freud (1856-1939), nel suo libro Totem e tabù, cercò di spiegare l’origine della religione. In linea con la sua professione, Freud spiegò che la religione più antica era sorta da quella che egli definì nevrosi in relazione alla figura del padre. Egli teorizzò che, come nel caso dei bovini e degli equini bradi, nella società primitiva il padre dominava il clan. I figli maschi, che odiavano e nel contempo ammiravano il padre, si ribellavano e lo uccidevano. Per acquisire il potere del padre, asseriva Freud, ‘quei selvaggi cannibali mangiavano la loro vittima’. In seguito, spinti dal rimorso, inventarono riti e cerimonie per espiare l’azione compiuta. Nella teoria di Freud, la figura del padre divenne Dio, i riti e le cerimonie divennero la religione primitiva, e l’atto di mangiare il padre ucciso diede origine alla tradizione della comunione seguita in molte religioni.

15. Che ne è stato della maggior parte delle teorie proposte sulla genesi della religione?

15 Si potrebbero citare numerose altre teorie con cui si è cercato di spiegare la genesi della religione. La maggior parte d’esse, comunque, sono state dimenticate, e nessuna si è veramente distinta perché fosse più credibile o plausibile delle altre. Perché? Per il semplice fatto che non c’è mai stata nessuna prova o testimonianza storica che queste teorie fossero vere. Erano puro frutto dell’immaginazione o delle congetture di qualche ricercatore, presto sostituite di volta in volta da una nuova teoria.

Un presupposto errato

16. Perché anni di ricerche non sono serviti a dare la spiegazione di come nacque la religione?

16 Dopo aver dibattuto per anni la questione, molti sono ora giunti alla conclusione che qualche importante passo avanti per risolvere il problema della genesi della religione sarà molto improbabile. Questo perché, innanzi tutto, ossa e resti di popoli antichi non ci dicono come la pensassero quegli uomini, cosa temessero o perché compissero atti di culto. Le varie deduzioni ricavate da questi manufatti sono tutt’al più raffinate congetture. In secondo luogo, le pratiche religiose dei cosiddetti primitivi contemporanei, quali gli aborigeni australiani, non sono necessariamente una norma fidata con cui giudicare ciò che facevano o pensavano gli uomini di epoche remote. Nessuno sa con certezza se e come la loro cultura cambiò nel corso dei secoli.

17. (a) Cosa sanno i moderni storici delle religioni? (b) Di cosa sembra ci si preoccupi maggiormente quando si indaga sulla religione?

17 Date tutte queste incertezze, un testo di storia delle religioni arguisce che “il moderno storico delle religioni sa che è impossibile arrivare alle origini della religione”. Parlando degli sforzi compiuti dagli storici, comunque, il libro fa questa osservazione: “In passato troppi teorici si sono preoccupati non semplicemente di definire o spiegare la religione, ma di fornire una giustificazione per disfarsene, con l’idea che, se veniva dimostrato che le forme più antiche si basavano su illusioni, si potevano in tal modo minare le religioni superiori e più recenti”. — World Religions—From Ancient History to the Present.

18. (a) Perché i numerosi ricercatori non sono riusciti a spiegare l’origine della religione? (b) Quali sono state a quanto pare le vere intenzioni dei ricercatori “scientifici” della religione?

18 In quest’ultimo commento sta la chiave del perché diversi ricercatori “scientifici” dell’origine della religione non hanno presentato nessuna spiegazione sostenibile. La logica ci dice che si può arrivare a una conclusione corretta solo partendo da una premessa corretta. Se si parte da una premessa errata è improbabile che si giunga a una conclusione sensata. L’incapacità più volte dimostrata dai ricercatori “scientifici” di offrire una spiegazione ragionevole fa sorgere seri dubbi sulla premessa su cui hanno fondato le loro opinioni. Seguendo la loro idea preconcetta, con i loro tentativi di ‘disfarsi della religione’ han cercato di disfarsi di Dio.

19. Qual è un principio fondamentale che determina il successo delle indagini scientifiche? Spiegate.

19 Questo è paragonabile agli svariati modi in cui gli astronomi prima del XVI secolo cercavano di spiegare il moto dei pianeti. C’erano molte teorie, ma nessuna era veramente soddisfacente. Perché? Perché si basavano sul presupposto che la terra fosse il centro dell’universo intorno a cui giravano le stelle e i pianeti. Non si fece vero progresso finché gli scienziati — e la Chiesa Cattolica — non furono disposti ad accettare il fatto che la terra non era il centro dell’universo, ma girava intorno al sole, centro del sistema solare. L’incapacità delle numerose teorie di spiegare i fatti indusse coloro che erano di mente aperta non a cercar di proporre nuove teorie, ma a riesaminare la premessa su cui basavano le loro ricerche. E questo diede risultati positivi.

20. (a) Sulla base di quale premessa errata è stata compiuta l’indagine “scientifica” sull’origine della religione? (b) A quale bisogno fondamentale si riferì Voltaire?

20 Si può applicare lo stesso principio alla ricerca dell’origine della religione. Dato l’avanzare dell’ateismo e l’ampio consenso ottenuto dalla teoria dell’evoluzione, molti prendono per scontato che Dio non esista. Basandosi su questo presupposto, ritengono che la spiegazione dell’esistenza della religione debba trovarsi nell’uomo stesso: nei suoi processi mentali, nei suoi bisogni, nei suoi timori, nelle sue “nevrosi”. “Se Dio non esistesse”, affermò Voltaire, “bisognerebbe inventarlo”; perciò essi sostengono che l’uomo ha inventato Dio. — Vedi  pagina 28.

21. Quale conclusione logica possiamo trarre dal fatto che le numerose teorie sull’origine della religione si sono dimostrate infondate?

21 Visto che le numerose teorie non hanno risolto il problema in maniera davvero soddisfacente, non è tempo ora di riesaminare la premessa su cui si erano basati questi ricercatori? Anziché rimanere inutilmente fossilizzati nella stessa idea, non sarebbe logico cercare la risposta altrove? Se siamo disposti ad essere di mente aperta, converremo che far questo è sia ragionevole che scientifico. E abbiamo un esempio che ci aiuta appunto a vedere la logica di questa linea d’azione.

Una ricerca antica

22. Come influivano sulla forma di adorazione praticata dagli ateniesi le loro svariate teorie intorno ai loro dèi?

22 Nel I secolo dell’era volgare Atene era un importante centro della cultura greca. Fra gli ateniesi però c’erano diverse scuole filosofiche, come quella degli epicurei e quella degli stoici, aventi ciascuna la sua propria concezione degli dèi. Sulla base di queste diverse idee venivano venerate molte divinità, e si erano sviluppate diverse forme di culto. Di conseguenza la città era piena di idoli e templi fatti dall’uomo. — Atti 17:16.

23. Quale punto di vista interamente diverso intorno a Dio presentò Paolo agli ateniesi?

23 Verso l’anno 50 E.V. l’apostolo cristiano Paolo visitò Atene e presentò agli ateniesi un punto di vista interamente diverso. Egli disse loro: “L’Iddio che ha fatto il mondo e tutte le cose che sono in esso, essendo, come Questi è, Signore del cielo e della terra, non dimora in templi fatti con mani, né è servito da mani umane come se avesse bisogno di qualcosa, perché egli stesso dà a tutti la vita e il respiro e ogni cosa”. — Atti 17:24, 25.

24. In realtà cosa stava dicendo Paolo agli ateniesi circa la vera adorazione?

24 In altre parole, Paolo stava dicendo agli ateniesi che il vero Dio, che “ha fatto il mondo e tutte le cose che sono in esso”, non è un’invenzione della fantasia umana, né è servito con i mezzi o nei modi che l’uomo potrebbe escogitare. La religione vera non è semplicemente uno sforzo unilaterale compiuto dall’uomo per cercare di colmare un certo bisogno psicologico o per soffocare un certo timore. Piuttosto, giacché il vero Dio è il Creatore, colui che ha dotato l’uomo della capacità di pensare e della facoltà di ragionare, è soltanto logico che avrebbe provveduto all’uomo un mezzo per stringere una relazione soddisfacente con Lui. Questo, secondo Paolo, era esattamente ciò che Dio aveva compiuto. Egli “ha fatto da un solo uomo ogni nazione degli uomini, perché dimorino sull’intera superficie della terra, . . . perché cerchino Dio, se possono andare come a tastoni e realmente trovarlo, benché, in effetti, non sia lontano da ciascuno di noi”. — Atti 17:26, 27.

25. Spiegate il punto chiave dell’argomento esposto da Paolo circa l’origine dell’umanità.

25 Notate il punto chiave esposto da Paolo: Dio “ha fatto da un solo uomo ogni nazione degli uomini”. Anche se oggi esistono molte nazioni di uomini, sparse su tutta la terra, gli scienziati sanno che, in effetti, tutto il genere umano proviene da un ceppo unico. Questo concetto è di grande importanza perché, quando diciamo che tutta l’umanità proviene dal medesimo ceppo, vi è implicato molto più del semplice fatto che gli uomini sono imparentati biologicamente e geneticamente. Sono imparentati anche sotto altri aspetti.

26. Cosa si sa del linguaggio, che sostiene il punto esposto da Paolo?

26 Considerate ad esempio cosa ha da dire un libro (Story of the World’s Worship) parlando del linguaggio umano: “Coloro che hanno studiato le lingue del mondo e le hanno comparate hanno qualcosa da dire, ed è questo: Tutte le lingue si possono raggruppare in famiglie linguistiche, e si comprende che tutte queste famiglie provengono dalla stessa fonte”. In altre parole, le lingue del mondo non nacquero in maniera separata e indipendente, come gli evoluzionisti vorrebbero farci credere. Essi teorizzano che uomini delle caverne in Africa, Europa e Asia, partendo da grugniti e borbottii, svilupparono infine ciascuno la propria lingua. Non fu così. I fatti mostrano che esse “provengono dalla stessa fonte”.

27. Perché è logico pensare che le idee dell’uomo relative a Dio e alla religione provengono da un’unica fonte comune?

27 Se questo può dirsi di qualcosa di così personale e peculiare della specie umana come il linguaggio, non sarebbe ragionevole pensare che anche le idee dell’uomo relative a Dio e alla religione debbano essere partite da una fonte comune? Dopo tutto, la religione ha attinenza col pensiero, e il pensiero ha attinenza con la capacità dell’uomo di usare il linguaggio. Non che tutte le religioni si siano sviluppate da una sola, ma le idee e i concetti dovrebbero essere riconducibili a un’origine comune o matrice delle idee religiose. Vi sono prove a sostegno di ciò? E se in realtà la fonte originaria delle religioni praticate dall’uomo è unica, quale potrebbe essere? Come possiamo scoprirlo?

Diverse eppure simili

28. Come possiamo scoprire se esiste un’origine comune nel caso delle religioni del mondo?

28 Possiamo trovare la risposta nello stesso modo in cui i linguisti hanno trovato la risposta alle proprie domande intorno all’origine del linguaggio. Comparando le lingue e notando le loro somiglianze un etimologo può risalire alla comune origine di varie lingue. In modo simile, comparando le religioni possiamo esaminarne le dottrine, le leggende, i riti, le cerimonie, le istituzioni, e così via, e vedere se c’è qualche basilare elemento che le accomuni, un filo conduttore, e, in tal caso, vedere dove esso ci porta.

29. A che cosa si possono attribuire molte delle differenze che esistono tra le religioni?

29 Esteriormente le numerose religioni oggi esistenti appaiono piuttosto diverse le une dalle altre. Se però le spogliamo di quelli che sono semplici abbellimenti e aggiunte posteriori, o se sottraiamo le distinzioni dovute a clima, lingua, condizioni proprie del luogo, e ad altri fattori, è sorprendente quanto la maggior parte d’esse si rivelino simili.

30. Quali somiglianze notate tra il cattolicesimo romano e il buddismo?

30 Per esempio, quasi tutti sono inclini a pensare che difficilmente potrebbero esserci due religioni così diverse l’una dall’altra quanto il cattolicesimo romano in Occidente e il buddismo in Oriente. Eppure, cosa notiamo quando mettiamo da parte le differenze che si possono attribuire alla lingua e alla cultura? Se siamo obiettivi a questo riguardo, dobbiamo ammettere che le due religioni hanno tante cose in comune. Sia il cattolicesimo che il buddismo sono saturi di riti e cerimonie, che comprendono l’uso di candele, incenso, acqua santa, immagini di santi, canti e libri di preghiere, del rosario e perfino del segno della croce. Entrambe le religioni mantengono comunità monastiche e sono note per il celibato religioso, abiti speciali, giorni sacri e cibi prescritti. Questo elenco potrebbe continuare, ma è sufficiente a illustrare il punto. La domanda è: Perché due religioni che sembrano così diverse hanno tante cose in comune?

31. Quali analogie riscontrate confrontando altre religioni?

31 Visto che il confronto tra queste due religioni si rivela chiarificatore, si può fare la stessa cosa con altre. Scopriamo così che certi insegnamenti e certe credenze sono praticamente comuni a tutte le religioni. La maggioranza di noi è a conoscenza di dottrine quali l’immortalità dell’anima umana, la ricompensa celeste di tutti i buoni, il tormento eterno riservato ai malvagi in un oltretomba, il purgatorio, un dio trino o una divinità composta di più dèi, e una dea madre di dio o regina del cielo. Oltre a tutto questo, comunque, ci sono molti miti e leggende che sono altrettanto comuni. Per esempio, ci sono leggende che riguardano la perdita da parte dell’uomo della grazia divina a causa del suo tentativo illecito di raggiungere l’immortalità, la necessità di offrire sacrifici per espiare il peccato, la ricerca di un albero della vita o di una fonte dell’eterna giovinezza, dèi e semidèi vissuti fra gli uomini e che generarono una progenie sovrumana, e un’inondazione catastrofica che distrusse quasi tutta l’umanità. *

32, 33. (a) Cosa possiamo dedurre dalle notevoli somiglianze esistenti fra le religioni del mondo? (b) A quale domanda si deve rispondere?

32 Cosa possiamo dedurre da tutto ciò? Notiamo che coloro che credevano a questi miti e leggende vivevano geograficamente distanti gli uni dagli altri. La loro cultura e le loro tradizioni erano diverse e distinte. Non vi era alcun nesso fra le loro usanze. Eppure, in campo religioso, avevano credenze tanto simili. Anche se non è detto che ciascuno di questi popoli credesse in tutte le cose summenzionate, tutti credevano in qualcuna di esse. L’ovvia domanda è: Come mai? Sembra ci sia stata una fonte comune da cui ogni religione attinse, sebbene in misura diversa, le proprie credenze fondamentali. Col passar del tempo queste idee fondamentali furono abbellite e modificate, e da esse si svilupparono nuovi insegnamenti. Ma le linee essenziali sono inconfondibili.

33 Logicamente l’analogia fra i basilari concetti delle numerose religioni del mondo è una prova convincente che esse non ebbero inizio in maniera distinta e indipendente l’una dall’altra. Piuttosto, se torniamo abbastanza indietro nel tempo, possiamo vedere che le loro idee devono aver avuto una origine comune. Quale fu questa origine?

Una primordiale età dell’oro

34. Quale leggenda relativa all’inizio dell’umanità è comune a molte religioni?

34 Fatto interessante, una delle leggende comuni a molte religioni narra che l’umanità ebbe inizio in una età aurea in cui l’uomo era innocente, viveva felice e in pace in stretta comunione con Dio, ed era libero da infermità e morte. Pur differendo forse nei particolari, lo stesso concetto di un paradiso perfetto esistito un tempo si ritrova negli scritti e nelle leggende di molte religioni.

35. Descrivete l’antica credenza zoroastriana relativa a una primordiale età dell’oro.

35 L’Avesta, il libro sacro dell’antico zoroastrismo persiano, parla del “giusto Yima, il buon pastore”, che fu il primo uomo mortale con cui conversò Ahura Mazda (il creatore). Devi “nutrire, governare e sorvegliare il mio mondo”, fu il comando che Ahura Mazda gli diede. Per far ciò avrebbe dovuto costruire “una Vara”, una dimora nelle viscere della terra, per tutte le creature viventi. In essa “non c’erano né prepotenza né grettezza, né stupidità né violenza, né povertà né inganno, né gracilità né deformità, né denti enormi né corpi smisurati. Gli abitanti non subivano nessuna contaminazione da parte dello spirito malvagio. Dimoravano fra alberi fragranti e pilastri d’oro, i più grandi, i migliori e i più belli della terra; in quanto a loro, erano una razza alta e bella”.

36. Come descrisse il poeta greco Esiodo l’“età dell’oro”?

36 In Le opere e i giorni, l’antico poeta greco Esiodo parla delle “cinque età dell’uomo”, la prima delle quali fu l’“età dell’oro”, l’epoca in cui l’uomo godeva completa felicità. Egli scrisse:

“Dapprima un’aurea generazione di uomini mortali crearono gli Immortali,

abitatori delle case d’Olimpo: . . .

Gli uomini vivevano come dei, avendo il cuore tranquillo,

liberi da fatiche e da sventure;

né incombeva la miseranda vecchiaia, ma sempre, fiorenti di forza

nelle mani e nei piedi, si rallegravano nei conviti”. — Traduzione di L. Magugliani, BUR, 1986.

Quella leggendaria età dell’oro fu perduta quando, secondo la mitologia greca, Epimeteo prese in moglie la bella Pandora, datagli in dono da Zeus, dio dell’Olimpo. Un giorno Pandora scoperchiò la sua anfora, e d’un tratto ne uscirono guai, calamità e mali da cui l’umanità non si sarebbe mai più liberata.

37. Descrivete l’antico racconto leggendario cinese di un “paradiso” ai primordi della storia.

37 Anche antiche leggende cinesi parlano di un’età aurea all’epoca di Huang-Ti (l’Imperatore Giallo), che si dice abbia governato per cento anni nel XXVI secolo a.E.V. A lui si attribuiva l’invenzione di tutto ciò che ha a che fare con la civilizzazione: abiti e case, mezzi di trasporto, armi e guerra, agricoltura, artigianato, sericoltura, musica, lingua, matematica, il calendario, e così via. Si narra che sotto il suo regno “non c’erano né ladri né lotte in Cina, e la gente era umile e viveva in pace. Pioggia e bel tempo facevano crescere abbondanti raccolti un anno dopo l’altro. Cosa più sorprendente, perfino le belve erano innocue e gli uccelli da preda inoffensivi. In breve, la storia della Cina cominciò con un paradiso”. Ancor oggi i cinesi asseriscono di discendere dall’Imperatore Giallo.

38. Cosa possiamo dedurre da tutti i racconti leggendari del principio dell’umanità che presentano somiglianze?

38 Racconti leggendari simili che descrivono un’epoca di felicità e perfezione all’inizio della storia umana si possono trovare nella religione di molti altri popoli, quali egiziani, tibetani, peruviani, messicani e altri. Fu un puro caso se tutti questi popoli, distanti fra loro e di cultura, lingua e usanze interamente diverse, avevano le stesse idee circa la loro origine? Fu solo per caso o per coincidenza che tutti decisero di spiegare allo stesso modo le loro origini? La logica e l’esperienza ci dicono che ciò è poco probabile. Al contrario, alla base di tutte queste leggende devono esserci alcuni comuni nuclei di verità circa le origini dell’uomo e della sua religione.

39. Quale quadro composito ci permettono di formare i tratti comuni alle numerose leggende sul principio dell’uomo?

39 In effetti, sono molti i tratti comuni rintracciabili nelle svariate leggende sul principio dell’uomo. Se si mettono insieme comincia a emergere un quadro più completo. Esso rivela come Dio creò il primo uomo e la prima donna e li pose in un paradiso. Dapprima essi erano molto soddisfatti e felici, ma presto divennero ribelli. La ribellione portò alla perdita di quel paradiso perfetto, al quale subentrarono fatica e lavoro penoso, dolori e sofferenze. Infine gli uomini divennero così malvagi che Dio li punì mandando un diluvio universale che distrusse tutti eccetto una famiglia. Questa famiglia crebbe, finché alcuni suoi componenti si misero insieme e sfidando il volere di Dio cominciarono a costruire un’enorme torre. Dio sventò questo piano confondendo la loro lingua e disperdendoli in ogni angolo della terra.

40. Spiegate la relazione esistente tra la Bibbia e le leggende che narrano l’origine delle religioni dell’uomo.

40 Questo quadro composito è forse puro frutto della fertile immaginazione di qualcuno? No. Fondamentalmente questo è il quadro presentato dalla Bibbia, nei primi 11 capitoli del libro di Genesi. Anche se ora non entreremo nel merito dell’autenticità della Bibbia, si noti che il racconto biblico dei primordi della storia dell’uomo è rispecchiato dalle componenti fondamentali di molte leggende. * Quel racconto rivela che quando dalla Mesopotamia gli uomini cominciarono a disperdersi in varie direzioni portarono con sé, ovunque andassero, i propri ricordi, le proprie esperienze e idee. Col tempo questi furono elaborati e trasformati divenendo il tessuto stesso della religione in ogni parte della terra. In altre parole, tornando all’analogia fatta in precedenza, il racconto di Genesi costituisce l’originale sorgente cristallina da cui scaturirono i concetti basilari circa l’origine dell’uomo e dell’adorazione contenuti nelle varie religioni del mondo. A questi esse aggiunsero le loro dottrine e usanze particolari, ma il nesso è evidente.

41. Cosa si dovrebbe tener presente mentre ci si inoltra nello studio dei successivi capitoli di questo libro?

41 Nei prossimi capitoli di questo libro tratteremo in maniera più dettagliata come ebbero inizio e si svilupparono determinate religioni. Troverete istruttivo osservare non solo come ciascuna religione differisce dalle altre, ma anche quanto è simile ad esse. Potrete anche notare come ogni religione si inserisce nel quadro cronologico della storia dell’uomo e della storia della religione, quale attinenza hanno il suo libro o i suoi scritti sacri con quelli di altre religioni, come il suo fondatore o capo fu influenzato da altre idee religiose e come essa ha influito sul comportamento e sulla storia dell’uomo. Studiando con questi punti in mente la lunga ricerca di Dio compiuta dall’uomo sarete aiutati a vedere più chiaramente la verità per quel che riguarda la religione e gli insegnamenti religiosi.

[Note in calce]

^ par. 31 Per un confronto particolareggiato fra le diverse leggende del diluvio esistenti in seno a varie popolazioni, vedi il libro Perspicacia nello studio delle Scritture, edito in Italia nel 1990 dalla Congregazione Cristiana dei Testimoni di Geova, Volume 1, pagine 328, 695-6.

^ par. 40 Per informazioni particolareggiate su questo argomento, vedi il libro La Bibbia: Parola di Dio o dell’uomo?, edito in Italia nel 1989 dalla Congregazione Cristiana dei Testimoni di Geova.

[Domande per lo studio]

[Testo in evidenza a pagina 23]

L’avvento dell’indagine scientifica e la teoria dell’evoluzione indussero molti a contestare la religione

[Testo in evidenza a pagina 34]

Sembra ci sia stata una fonte comune da cui ogni religione attinse le proprie credenze fondamentali

[Riquadro a pagina 28]

 Perché l’uomo è religioso?

▪ Nel suo libro Man’s Religions John B. Noss fa notare: “Tutte le religioni dicono in un modo o nell’altro che l’uomo non è, e non può essere, solo. È essenzialmente connesso con le forze esistenti nella Natura e nella Società che lo circonda, e da esse anche dipende. Vagamente o chiaramente, egli sa di non essere un fulcro di energia a sé stante in grado di esistere isolato dal mondo”.

Sullo stesso tono, un altro libro (World Religions—From Ancient History to the Present) dichiara: “Lo studio della religione rivela che un importante aspetto d’essa è l’anelito di un’esistenza che valga la pena di essere vissuta, la convinzione che la vita non è accidentale e priva di significato. La ricerca di uno scopo porta alla fede in una forza superiore a quella umana, e infine a una mente universale o sovrumana che ha l’intento e la volontà di conservare i supremi valori a beneficio della vita umana”.

Pertanto la religione soddisfa un fondamentale bisogno dell’uomo, così come il cibo soddisfa la fame. Sappiamo che se, quando siamo affamati, mangiamo qualsiasi cosa ci capiti, placheremo, è vero, gli stimoli della fame, ma a lungo andare ci rovineremo la salute. Per stare in buona salute abbiamo bisogno di cibo sano e nutriente. In modo analogo, per conservare la nostra salute spirituale abbiamo bisogno di sano cibo spirituale. Ecco perché la Bibbia ci dice: “Non di solo pane vive l’uomo, ma l’uomo vive di ogni espressione della bocca di Geova”. — Deuteronomio 8:3.

[Cartina a pagina 39]

(Per la corretta impaginazione, vedi l’edizione stampata)

Quando gli uomini si dispersero dalla Mesopotamia, portarono con sé i loro ricordi e le loro idee religiose

BABILONIA

LIDIA

SIRIA

EGITTO

ASSIRIA

MEDIA

ELAM

PERSIA

[Immagini a pagina 21]

Uomini quali il Budda, Confucio e Lutero cambiarono sistemi religiosi già esistenti; non crearono la religione

[Immagine a pagina 25]

Lo psicanalista austriaco Sigmund Freud attribuì la religione al timore di una cosiddetta figura del padre

[Immagine a pagina 27]

Il presupposto che la terra fosse il centro dell’universo portava a conclusioni errate circa il moto dei pianeti

[Immagini a pagina 33]

Buddismo e cattolicesimo romano: perché sembra abbiano tante cose in comune?

Dea buddista cinese della misericordia con bambino

Immagine cattolica della Madonna col bambino Gesù

Buddista tibetano con il mulinello delle preghiere e il rosario

Cattolica che recita il rosario

[Immagine a pagina 36]

Leggende cinesi parlano di un’età aurea ai tempi mitici del regno di Huang-Ti (l’Imperatore Giallo)