I problemi dell’umanità finiranno mai?
I problemi dell’umanità finiranno mai?
“UN QUARTO degli abitanti della terra vive in condizioni di povertà, un miliardo e trecento milioni vivono con meno di un euro al giorno, un miliardo sono analfabeti, un miliardo e trecento milioni non dispongono di acqua potabile e un miliardo patiscono la fame ogni giorno”. Così afferma un rapporto dall’Irlanda sulle condizioni del mondo.
Che grave accusa contro l’incapacità dell’uomo di trovare soluzioni durevoli per i problemi del mondo! Questi problemi sembrano ancora più tragici quando si pensa che la stragrande maggioranza delle persone a cui si fa riferimento in questo rapporto sono donne e bambini inermi. Non è orribile che perfino ora, nel XXI secolo, “il numero delle violazioni dei loro diritti” continui a essere “così elevato da sfidare qualsiasi tentativo di elencazione”? — La condizione dell’infanzia nel mondo 2000 (una pubblicazione dell’UNICEF [Fondo delle Nazioni Unite per l’Infanzia]), p. 7.
‘Una società rinnovata in una sola generazione’
L’UNICEF ha espresso la fiducia che ‘la lugubre cappa che gli abusi gettano su tante vite in tutto il mondo possa essere sollevata’. Questa organizzazione dice che le terribili condizioni in cui sono costretti a vivere attualmente questi miliardi di sventurati “non sono né inevitabili né immutabili”. Infatti ha rivolto un invito “a tutta la popolazione mondiale perché in una sola generazione ponga in essere una società rinnovata”. Si spera che in questa società tutta l’umanità sarà liberata “dalla povertà e dalla discriminazione, dalla violenza e dalle malattie”. — Ibid., p. 7, 8, 12.
Coloro che esprimono questi sentimenti traggono coraggio dal fatto che anche ora persone premurose fanno un lavoro enorme per alleviare le tristi conseguenze di “una successione apparentemente interminabile di conflitti e crisi”. (I rifugiati nel mondo 2000, p. X) Per esempio, negli scorsi 15 anni, il Chernobyl Children’s Project “ha aiutato ad alleviare le sofferenze di centinaia di bambini colpiti dai tumori causati dalla nube radioattiva”. (The Irish Examiner, 4 aprile 2000) Le organizzazioni che si occupano di aiuti umanitari, grandi o piccole che siano, fanno molto per le innumerevoli vittime delle guerre e dei disastri.
Tuttavia coloro che sono impegnati nell’azione umanitaria sono realisti. Sanno che i problemi da affrontare “sono oggi più diffusi e più profondamente radicati di quanto lo fossero perfino dieci anni fa”. (La condizione dell’infanzia nel mondo 2000, p. 8) David Begg, direttore generale di Concern, un’organizzazione irlandese di beneficenza, dice che “personale, sostenitori e donatori hanno risposto in modo magnifico” quando il Mozambico è stato colpito da catastrofiche inondazioni. “Ma”, aggiunge, “non possiamo far fronte da soli a disastri di tale entità”. Parlando dell’impegno umanitario in Africa egli ammette francamente: “I pochi barlumi di speranza che ci sono si vanno affievolendo”. A giudizio di molti, il suo commento riassume accuratamente anche la situazione mondiale.
È realistico aspettarsi di vedere realizzato il sogno di ‘una società rinnovata in una sola generazione’? Benché l’attuale impegno umanitario sia davvero encomiabile, è senz’altro ragionevole prendere in considerazione un’altra possibilità per avere un nuovo mondo giusto e pacifico. La Bibbia parla di una possibilità del genere, come vedremo nel prossimo articolo.
[Fonte dell’immagine a pagina 2]
Pagina 3, bambini: UN/DPI Photo by James Bu