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13 DICEMBRE 2016
AZERBAIGIAN

Testimoni di Geova fanno ricorso contro le multe ricevute per aver parlato della loro fede

Testimoni di Geova fanno ricorso contro le multe ricevute per aver parlato della loro fede

Il 2 dicembre 2016 il dipartimento di polizia del distretto di Goranboy, in Azerbaigian, ha portato davanti al tribunale locale Ziyad Dadaşov per la sua attività religiosa svolta in qualità di testimone di Geova. Quattro uomini del suo villaggio hanno testimoniato che Dadaşov aveva parlato ad altri delle sue convinzioni religiose e aveva offerto delle pubblicazioni bibliche. Şirzad Huseynov, giudice del tribunale distrettuale di Goranboy, lo ha dichiarato colpevole di attività religiosa illegale * e lo ha condannato a pagare una multa di 1.500 manat (circa 813 euro). Dadaşov non crede di meritare una punizione e farà ricorso in appello.

Nella stessa regione, Jaarey Suleymanova e Gulnaz Israfilova facevano visita a una donna che per molti mesi aveva piacevolmente parlato della Bibbia con loro. Di conseguenza il dipartimento di polizia del distretto di Goranboy ha accusato le due Testimoni di aver svolto attività religiose al di fuori della sede legale dei Testimoni di Geova, e il 17 novembre 2016 Ismayil Abdurahmanli, giudice del tribunale distrettuale di Goranboy, ha condannato entrambe a pagare una multa di 2.000 manat (circa 1.095 euro). Le due donne faranno ricorso in appello.

Jason Wise, avvocato che opera nel campo dei diritti umani a livello internazionale, ha affermato: “La discriminazione nei confronti dei Testimoni di Geova in Azerbaigian evidenzia una mancanza di rispetto per la Convenzione europea dei diritti dell’uomo. Le azioni intraprese dalle autorità del distretto di Goranboy sono contrarie alle norme sulla libertà religiosa che il paese dice di promuovere”.

^ par. 1 I Testimoni di Geova sono registrati come comunità religiosa a Baku, la capitale dell’Azerbaigian. Dadaşov è stato accusato sulla base dell’articolo 515.0.4 del Codice delle violazioni amministrative, che si esprime in merito alle associazioni religiose che operano al di fuori della loro sede legale.